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VERONA, ITALY - MAY 01: Ivan Juric, Head Coach of Hellas Verona greets Vincenzo Italiano, Head Coach of Spezia Calcio prior to the Serie A match between Hellas Verona FC and Spezia Calcio at Stadio Marcantonio Bentegodi on May 01, 2021 in Verona, Italy. Sporting stadiums around Italy remain under strict restrictions due to the Coronavirus Pandemic as Government social distancing laws prohibit fans inside venues resulting in games being played behind closed doors. (Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)
Lorenzo Fabiano, giornalista del Corriere del Veneto, segue da vicino le vicissitudini dell’Hellas Verona. Stavolta è lui a concedersi a Toro News per raccontarci l’avvicinamento alla gara di domenica tra gli scaligeri e il Torino.
Buongiorno Lorenzo, come si presenta l’Hellas all’ultimo step del campionato?
“Si tratta di un’altra stagione da archiviare positivamente. Il Verona per il secondo anno di fila va ben oltre le più rosee aspettative. Il Verona ce lo si attende solitamente nella zona di classifica in cui si trova il Torino oggi. Invece, grazie al grande lavoro dell’allenatore e del direttore sportivo sono nate squadre in grado di centrare ampiamente in anticipo l’obiettivo salvezza. Il Verona, tra l'altro, assomiglia molto al Torino. Penso che l’Hellas di oggi abbia corsa, cuore, spirito di sacrificio, ovvero tre valori che nell’immaginario collettivo attribuisci al Torino. Sì, il Verona di oggi ha il cuore Toro. Juric è riuscito in questo intento. Non era facile. Se il primo anno si poteva parlare di miracolo, il secondo anno no. L’Hellas naviga in una zona tranquilla. È incappato in una serie di partite negative, ma nel calcio si sa che le cose possono girare bene oppure male in base ai momenti. C’è anche da dire che nell’ultimo periodo il Verona ha sbagliato solamente due gare con il Milan e con il Napoli”.
Il Verona andrà avanti con Juric?
“Mi sbilancio? Secondo me sì. Juric sta benissimo a Verona. Trova delle condizioni di lavoro che altrove non troverebbe. Il presidente non mette becco nelle questioni di campo. Juric ha ampia libertà di manovra. Opera in un ambiente sereno dopo tanti anni di turbolenze. D’altro canto la società era stata fortemente contestata negli anni addietro. Se fossi in lui, io resterei. Juric è un sanguigno che dice tutto quello che pensa. È un "velenoso". Qui può essere se stesso, in altre piazze non saprei”.
Verona-Torino poteva essere la partita di Marco Benassi, invece stagione da dimenticare per lui.
“Un oggetto misterioso. Era l’acquisto più importante della campagna estiva del Verona, ma a causa di un problema al polpaccio non si è mai, ma proprio mai visto. E dire che doveva essere un valore aggiunto per l’Hellas”.
E che Torino si aspetta l’Hellas?
“In primo luogo si aspetta il tipico Torino di Nicola. Io nutro una profonda stima per il tecnico granata. È un allenatore non dissimile da Juric e tra l’altro sono entrambi legati al Crotone: Juric ha conquistato la prima storica promozione in A, Nicola una salvezza miracolosa. Sa caricare lo spogliatoio e infonde energia al gruppo. Ero sicuro che avrebbe fatto bene al Torino. Penso che i granata possano andare avanti con lui anche in futuro. Mi spiace vedere il Torino in quella posizione della classifica. Per storia e blasone merita l’altra metà della graduatoria. D’altronde il Torino dei Gemelli del Gol, di Claudio Sala e di Gigi Radice è una delle più belle pagine del calcio italiano degli ultimi 50 anni. Pensavo che quest’anno potesse far meglio. Credo, comunque, che si salverà. Però, questa stagione dovrà servire per non ripetere gli stessi errori in futuro. Francamente Giampaolo sulla panchina del Torino non ce lo vedevo proprio, mentre Nicola ce lo vedo eccome”.
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