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Fabio Gallo a TN: “Il calcio italiano ha bisogno di tanti Alessandro Buongiorno”
Fabio Gallo è il più classico dei doppi ex di Spezia e Torino. Con i liguri vanta una doppia esperienza, dapprima da giocatore e poi da allenatore. Con il Torino, invece, la promozione in Serie A con in panchina Gianni De Biasi nel 2005/2006. Oggi Gallo è allenatore e nel corso della stagione ha guidato il Foggia in Serie C. In esclusiva su Toro News presenta i fatti salienti dell’ultimo rettilineo della stagione granata.
Buongiorno Fabio. Come giudica la stagione del Torino a 180 minuti dalla fine?“La stagione del Torino è positiva, c’è stato un miglioramento continuo. Il Torino si è attestato nella parte sinistra della classifica. Non conosco i veri obiettivi della società, ma credo che bisogna essere contenti per quanto raggiunto. Tra l’altro diversi elementi si sono messi in evidenza”.
Tra questi elementi che si sono messi in evidenza c’è sicuramente Alessandro Buongiorno...“Mi fa molto piacere per Alessandro Buongiorno: ne abbiamo bisogno di giocatori italiani che si mettono in mostra. Gli stranieri sono tanti e si fatica a esaltare i nostri prodotti. Sono molto contento che qualche italiano possa emergere positivamente”.
Da ex centrocampista e da allenatore, può spiegarci come cambia una squadra quando può vantare due mediani molto tecnici come Ricci e Ilic?“Avere giocatori tecnici in mezzo al campo dà grandi benefici a tutto il collettivo. Entrambi sanno usare la testa per proporre calcio. La squadra non può che migliorare con chi sa palleggiare e ha qualità tecniche alte. Dunque, ben vengano i Ricci e i Ilic per il Torino”.
Il Torino potrebbe correre il rischio di sottovalutare l’impegno di La Spezia?“Penso proprio di no perché a questo punto della stagione l’obiettivo primario del Torino è quello di migliorare la classifica. Quindi, avrà le giuste motivazioni. Nello stesso tempo non si può sottovalutare lo Spezia che è in piena lotta per salvarsi”.
Lo Spezia l’ha deluso?“No. Credo che sia normale la classifica dello Spezia, è in linea con il valore della rosa. In Liguria credo che fossero tutti consapevoli del fatto che la squadra avrebbe dovuto lottare fino all’ultimo per mantenere la categoria”.
Di cosa ha bisogno il Torino per crescere ulteriormente?“Ha bisogno di una cosa sola: continuità. Continuità del progetto, continuità di guida tecnica. E poi si potrebbe aggiungere qualche altro elemento di caratura elevata”.
Torino e Spezia fanno parte entrambe del suo passato: in che modo?“Lo Spezia è arrivato prima nel mio percorso, poi è tornato in seguito da allenatore. In mezzo c’è stata la straordinaria parentesi di Torino. Il club granata ti segna e te lo porti per sempre dentro”.
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