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interviste
di Edoardo Blandino
Il Sassuolo non è più una sorpresa. Dopo l’ottimo campionato passato, in cui ha sfiorato i play-off, adesso prova a ripetersi. Ma non sarà...
di Edoardo Blandino
"Il Sassuolo non è più una sorpresa. Dopo l’ottimo campionato passato, in cui ha sfiorato i play-off, adesso prova a ripetersi. Ma non sarà facile: la B è piena di squadre importanti con grandi ambizioni. Il Sassuolo, però, ci vuole provare. La squadra dell’Emilia-Romagna sta lavorando bene e con grande professionalità. Non si lascia nulla al caso e si conserva un low-profile utile a mantenere i piedi per terra. D’altronde la Mapei, l’azienda che sta alle spalle dei nero-verdi, è un colosso mondiale dell’edilizia che sa come si lavora e, in società, al Sassuolo, conoscono bene questi metodi. Il presidente Carlo Rossi, infatti, è uomo di fiducia dell’azienda e sa quale sia la fortuna di lavorare anche per la Mapei: «Abbiamo alle spalle un proprietario che possiede un’attività importante, che fattura 1 miliardo e mezzo l’anno con 56 stabilimenti in tutto il mondo. Questa tranquillità economica dà la possibilità di fare le cose bene, con calma e con la sicurezza di poter onorare le parole che si spendono. Noi ci diamo un budget e cerchiamo di rispettarlo».
"Presidente, un’importante solidità economica basta per ottenere risultati?«La nostra intenzione è quella di riuscire a fare calcio con i mezzi giusti. Veniamo dal basso, non vogliamo fare investimenti esagerati. Vogliamo cercare di creare una società snella che riesca ad ottenere i risultati. In Mapei sono abituati a vincere, fin da quanto c’era ancora la squadra di ciclismo, una delle più vincenti di sempre»
"Quanto è importante avere una dirigenza competente per riuscire a centrare gli obiettivi?«Non esiste una bacchetta magica che risolve dall’oggi al domani tutti i problemi. È importante avere una dirigenza coesa che remi tutta dalla stessa parte, non servono le prime donne. Noi al Sassuolo non abbiamo un organico esagerato. Non ci sono tante persone e spesso qualcuno è assente per impegni di lavoro e non può stare molto vicino alla squadra. Bisogna tenere sempre d’occhio i costi e sapere quello che si fa»
"Come è possibile che il Sassuolo sia davanti a Torino e Reggina, pur avendo dei costi di gestione nettamente inferiori?«Chi retrocede dalla A ha un fardello di ingaggi pesante. È normale che loro abbiano spese maggiori. Noi abbiamo la fortuna di vivere in un ambiente come Sassuolo, dove non è mai esistita una squadra di calcio professionistica. Non c’è molta pressione e tutti i risultati che arrivano sono bene accetti».
"Senza pressioni si può giocare con la testa sgombra, però se la squadra non è buona, non si va lontano.«Bisogna saper giocare ed essere messi bene in campo, certo. Ma la nostra storia inizia già da qualche anno addietro, nel 2003. Quando sono arrivato qua non esisteva praticamente una società. La prima cosa che abbiamo fatto è riorganizzare l’aspetto tecnico. Abbiamo avuto la fortuna di trovare Bonato, persona che ci ha ricostruito la società, ha rifatto il parco giocatori ex novo inserendo cinque o sei elementi interessanti, tra cui un ragazzo di scuola Toro, Masucci. E poi sono arrivati i giocatori di esperienza. Da allora riusciamo a migliorarci sempre. Ogni due anni centriamo l’obiettivo prefissato: il primo andiamo a play-off, in quello successivo vediamo promossi».
"Poi avete la fortuna di contare su strutture all’avanguardia.«Per l’allenamento possiamo contare sul centro medico-sportivo milanese Mapei-Sport. È un centro all’avanguardia per lo studio degli allenamenti che già si utilizzava per la squadra di ciclismo. Aiuta il nostro staff a capire come risponde il fisico degli atleti e permette di capire la dieta migliore da seguire ed il tipo di allenamento più adatto a ciascun calciatore. Ogni persona è diversa e ha risposte diverse nell’arco di una stagione, quindi questa struttura ci permette di lavorare al meglio con ogni giocatore. Sì, anche noi possiamo contare sul nostro Sassuolo Lab».
"Un’ultima domanda. Pronostico secco: come finisce Torino-Sassuolo?«È importante che il Sassuolo giochi bene e che si comporti bene. Noi siamo fieri di poter dire di non aver mai creato problemi sul terreno di gioco. Se andiamo in campo con lo spirito giusto come contro la Reggina, non escludo un buon risultato. Ma sappiamo di incontrare uno squadrone. Sembra che il Toro sia in crisi, ma è a 26 punti, appena quattro lunghezze dalla promozione diretta. L’anno scorso, di questi tempi, il Sassuolo era primo e il Bari sotto. Alla fine sappiamo come è andata. C’è spazio e tempo ancora per molte squadre. Continuo a ritenere il Toro la maggiore favorita per la A, insieme alla Reggina. Comunque mi auspico di tornare a casa con qualche punto».
"(Foto: Sassuolocalcio.it)
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