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Esclusiva

Ferrante a TN: “Inutile nascondere l’evidenza, al Torino manca un bomber”

Andrea Calderoni

In esclusiva su Toro News le parole dell’ex attaccante granata che contestualizza il momento della squadra tra l’impresa di Milano e la sconfitta interna con lo Spezia

Marco Ferrante rappresenta una delle icone granata del nuovo millennio. Ne ha viste tante sotto la Mole e ha dato tanto per la maglia del Torino. Proprio per questo quando si esprime sulla squadra che più di ogni altra ha amato lascia sempre il segno. In esclusiva su Toro News lo fa in questa settimana di avvicinamento alla sfida di Firenze contro la Fiorentina.

Buongiorno Marco. Come si spiega i due volti del Torino nel giro di cinque giorni tra Milan e Spezia?

“L’analisi di chi vede la squadra tutta la settimana è stata molto dettagliata perché a Milano si è speso tanto dal punto di vista nervoso e fisico. Non pensavo, tuttavia, che ci fosse una contro prestazione così brutta. Lo Spezia non ha fatto molto ma ha vinto meritatamente. Il Torino è stata poca roba. La speranza è che sia soltanto un discorso fisico dettato dal doppio impegno ravvicinato”.

E quindi qual è il vero volto del Torino?

È giusto guardare nel mezzo. Non è né quello brutto della gara con lo Spezia né quello eroico di San Siro. Il Torino è una squadra costruita per salvarsi bene e con la speranza di fare un campionato nella parte sinistra della classifica. Non è una squadra strutturata per comandare e vincere tutte le partite. Ha un’identità, ha un gioco e ha un allenatore importante. In rosa ci sono giocatori interessanti, ma non bisogna strapparsi i capelli per una sconfitta contro lo Spezia in casa. I granata possono vincere con tutti e possono anche perdere con tutti”.

Concorda con Juric quando dice che l’obiettivo del Torino non può che essere un decimo posto?

“L’obiettivo dev’essere consolidare il lavoro fatto da Juric e trasmesso in qualche modo dai giocatori in campo. Arrivare decimi non è né una vittoria né una sconfitta, ma un passaggio di crescita. Bisogna arrivare a quel livello raggiunto da alcune squadre intermedie che di tanto in tanto sono entrate in Europa”.

Sanabria poco prolifico, Pellegri spesso out: il problema granata risiede in attacco?

“Direi che parlano i numeri. Manca un bomber al Torino, inutile nascondere l’evidenza. Non c’è in rosa un giocatore che sa trasformare in gol la mezza palla. Ci sono tanti giocatori interessanti dal punto di vista qualitativo e fisico; sono calciatori di movimento di un certo calibro. Sotto porta, tuttavia, non c’è un bomber. Giusto provare a mettere tutti nella condizione di segnare, altrimenti si rischia di affidarsi sempre e soltanto a un attaccante, come quando giocavo io oppure quando c’era Belotti. Se non segnavamo Belotti o io, il Torino era in mezzo alla strada. Nemmeno questo è un bene. Quindi, se si lavora per dare l’opportunità a tutti di segnare è un bene, ma poi i gol devono arrivare in qualche modo, le chiacchiere stanno a zero. Se sotto porta vieni meno, difficilmente raggiungi gli obiettivi”.

Dopo l’assist e il gol a San Siro si aspettava una chance contro lo Spezia per Bayeye e Adopo?

“Penso che l’allenatore è iper-preparato. Se ciò non è avvenuto, non è stato un errore tecnico; è stata piuttosto una scelta basata anche su condizioni fisiche. Adopo e Bayeye, come hanno dimostrato a San Siro, possono dare al Toro qualcosa di importante nel girone di ritorno”.

Da non mandare via a gennaio, dunque?

“Io li terrei. L’unica garanzia del Torino ad oggi è il tecnico. Spero che Juric possa trovare una quadra con la società per rimanere perché se lo merita, in primo luogo, la tifoseria. La gente è stanca e stufa e vuole raggiungere un qualcosa che manca da tempo. Non è scontato stare stabilmente in Serie A, però non bisogna mai lasciare niente al caso. Le sorprese sia positive sia negative sono sempre dietro l’angolo”.