Marco Ferrante in esclusiva su Toro News illustra le proprie sensazioni sul momento favorevole del Torino. Le riflessioni spaziano: da Ivan Juric a Urbano Cairo, passando dalla questione attacco, a proposito della quale l’ex bomber granata (124 gol in 254 apparizioni) afferma: “Forse, per il calcio di Juric è meglio per peculiarità un Sanabria che un Belotti”.
Esclusiva
Ferrante a TN: “Non mi immaginavo un Toro senza Belotti. E l’assenza non pesa”
In esclusiva su Toro News le parole dell’ex bomber granata: 254 presenze con la casacca del Toro e 124 gol
Buongiorno Marco, cosa le piace di più di questo nuovo Torino?
“Vedo una squadra propensa all’attacco. Il Toro gioca in velocità, trova il gol abbastanza facilmente e invece è difficile da perforare. Il Toro di oggi è tutto quello che un tifoso potesse sperare. Può giocare contro chiunque e vincere. Si tratta di una squadra tignosa e molto difficile da battere. Vedo soltanto aspetti positivi”.
Il principale artefice di questa metamorfosi rispetto alle ultime stagioni è Ivan Juric?
“Sarebbe scontato dire di sì, considerando il momento e cosa sta facendo. Lui ha dato le nozioni dal punto di vista del gioco e sta ripetendo quanto di buono fatto soprattutto nella prima parte della scorsa stagione a Verona. Ci voleva del tempo e il tempo si è dimostrato clemente con il tecnico croato. Inizialmente ci sono stati alcuni problemi da risolvere, oggi il Toro appare un mosaico quasi perfetto. Tutti viaggiano sulla stessa linea d’onda e tutti sanno quello che devono fare. Non c’è nulla di più semplice per un giocatore che mettere in pratica quello che dice il mister in un sistema oliato. Credo che Juric non possa che essere soddisfatto del rendimento dei suoi giocatori”.
Era pronosticabile il recupero di ragazzi finiti ai margini come Koffi Djidji, Ricardo Rodriguez e in parte Mergim Vojvoda?
“Questa è la mano dell’allenatore. A differenza degli altri anni, nel Toro di oggi sono tutti utili e nessuno indispensabile. Può giocare chiunque in qualsiasi partita. Mi chiedo: era immaginabile un Toro senza Andrea Belotti?”.
Secondo lei?
“No, non era immaginabile. Questa è la dimostrazione che tutto può accadere e il tecnico sta mettendo in mostra un bel calcio. Nel Toro non ci sono primedonne. E, cosa impronosticabile fino a qualche mese fa, non si sente l’assenza di Belotti”.
Un attaccante come Antonio Sanabria è forse più funzionale a questo tipo di gioco?
“Sanabria è la classica prima punta che svaria. Ha caratteristiche completamente diverse dal Gallo. Comunque, Tonny è duttile e si integra bene con il gioco di Juric. È anche abbastanza presente sotto porta. Forse, per il calcio di Juric è meglio per peculiarità un Sanabria che un Belotti”.
Il Torino può ambire all’Europa?
“Il Toro deve obbligatoriamente pensare all’Europa. Non bisogna dirlo ai quattro venti perché dopo si prendono le bastonate, ma bisogna lavorarci. È alla portata per quanto visto, considerato anche il cammino delle altre squadre, Juventus in primis. In questo campionato tutti possono vincere e perdere contro tutti, basta vedere lo Spezia a Milano. La Serie A 2021/2022 è strana e soltanto l’Inter è superiore alle altre. Il Toro può aggrapparsi alla Conference League. Si tratta di un obiettivo importante. Già solo lottarci è da chapeau al primo anno di Juric”.
Dal punto di vista societario le ultime due annate hanno lasciato il segno per ripartire in un altro modo?
“Questo si spera. Secondo me, non è ancora tempo di bilanci. Solo a fine anno si tirano le somme. Credo sia prematuro dare un giudizio. Noi tifosi siamo i primi a rimanere affascinati e farci travolgere dall’entusiasmo. Step by step: solo a fine stagione daremo un giudizio sul lavoro intrapreso. Credo comunque che la via sia quella corretta”.
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