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Ferrante a TN: “Sabato vorrei giocare io. Red Bull? Vedo segnali positivi”
Due numeri, alle volte serve una rinfrescata: 254 presenze e 125 gol con il Torino. Di questi 125 gol, 4 li ha siglati contro la Juventus nel Derby della Mole. Stiamo parlando di Marco Ferrante, uno degli attaccanti più prolifici della storia del Torino. In esclusiva su Toro News torna a parlare l'ex bomber, il quale ci introduce ai tanti temi caldi in casa granata in vista della sentita partita contro la Juventus di sabato 9 novembre.
Buongiorno Marco. 24 febbraio 2002: sono passati oltre 22 anni da quelle corna che sfoggiò per il gol del momentaneo 1 a 1 contro la Juventus. Che ricordo..."Furono un qualcosa di unico e speciale. Furono volute, non dovute. Il tutto partì da una cosa che sentivo dentro. Avevo la consapevolezza di poter far gol, soprattutto nel derby. Già la sera prima ci stavo pensando, lo sapevo che avrei segnato e sapevo che volevo esultare così".
E la replica di Maresca è stata assorbita? "All'inizio mi arrabbiai molto, non posso negarlo. Con il senno del poi ho analizzato diversamente la situazione. Lo stesso Maresca ha compreso che fu un gesto sbagliato. Le sue corna furono quasi dovute alla sua tifoseria e allo scherno mio e di tutto il Toro, non furono davvero volute".
Quel Toro era più debole della Juventus di Marcello Lippi, non ci sono dubbi. Eppure in quella stagione segnaste 5 gol in due partite e strappaste ben 2 punti ai bianconeri. Quale fu il segreto?"Aggiungo che quel Toro era anche più debole del Toro di oggi. Lo dicono i numeri e curricula dei calciatori. C'erano però fame e cazzima, c'era un senso di appartenenza diverso rispetto a oggi e lo dico non per sminuire i giocatori di oggi. Vedo poca appartenenza tra cui veste maglie nobili del calcio italiano. Il nostro gioco era più rude, la facevamo trovare lunga a una grande Juventus che scendeva in campo con undici nazionali. Le nostre furono piccole grandi imprese".
Domanda dell'impossibile: scenderebbe in campo sabato?"Sempre, giocherei ogni derby. Quando guardo il derby alla TV soffro perché continuo a commentare gli sbagli e penso che io avrei gestito la situazione diversamente. Non critico nessuno, è solo che mi calo talmente nella partita che me ne sento totalmente coinvolto. Non vado mai allo stadio al derby perché soffro troppo: stavo sicuramente meglio quando giocavo".
Quanto è difficile essere ottimisti per sabato?"Questo è un Toro ingannevole. Le prestazioni sono sempre state discrete, se non buone. L'allenatore è bravo. Però, questa squadra non può sciogliersi come neve al sole senza più Zapata. Non può permettersi di essere così vincolata a un singolo elemento".
Sono stati fatti errori in estate?"Di errori ce ne sono stati, la fortuna non ha aiutato. A gennaio interverrei sul mercato per rinforzare l'attacco perché il Toro nelle prime giornate ha dimostrato di potersela giocare. Oggi sento addirittura che il Toro deve stare attento a non finire in Serie B. I picchi di entusiasmo e di negatività sono sempre agli estremi. Mi sembra che i granata siano destinati nuovamente a un campionato anonimo. Secondo me è complicatissimo ambire a un piazzamento europeo. Però, non mi faccio offuscare da alcuni risultati negativi e quindi non parlo di salvezza per il Toro".
Che idea si è fatto sulla Red Bull e sulle dichiarazioni di Cairo?"Vedo segnali positivi e vi dico perché. Spesso a inizio mercato vengono imbastite grandi trattative che vengono portate avanti quasi fino alla conclusione ma puntualmente vengono smentite da chi le sta seguendo. Le parole di smentita di Cairo dell'altro giorno mi fanno pensare che qualcosa di fondato ci sia. Penso che per Cairo sarebbe molto bello lasciare con un derby vinto, considerato che ne ha conquistato uno in 19 anni".
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