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Ferrante: “Il Toro ha bisogno di un bel repulisti. Nicola? Gli darei fiducia”
“Ci siamo salvati, ma serve un bel repulisti”: Marco Ferrante non ha dubbi e invita il Torino a guardarsi allo specchio, farsi un esame di coscienza e rifondarsi dalle fondamenta in vista della prossima stagione. In esclusiva su Toro News, alla vigilia della sfida contro il Benevento, a salvezza raggiunta, l’ex attaccante granata (254 presenze e 124 gol con questa maglia) traccia un bilancio della stagione appena trascorsa e dell’ultimo deficitario biennio.
Buongiorno Marco, il Torino ha raggiunto la salvezza ma è difficile festeggiare al termine di questa stagione. È d’accordo?
“C’è tanto da rivedere. Anche quest’anno non sono state mantenute le attese. In società bisognerebbe sbilanciarsi un po’ meno a inizio stagione. Meno proclami, più equilibrio. Ci siamo salvati, e sottolineo il ci perché mi sento a tutti gli effetti un cuore granata, non per merito nostro ma per demeriti altrui. È il secondo campionato di fila che accade. Lo scorso anno è stato il Lecce a deludere nel post-lockdown, quest’anno invece è stato il Benevento a fallire completamente il girone di ritorno. Ben venga, comunque, la salvezza: non era un obiettivo prefissato, ma bisognava assolutamente centrarlo. Il Toro non poteva permettersi di retrocedere e di giocare in Serie B nel 2021/2022. L’organico era di ben altra caratura e poteva lottare per qualcosa di più significativo rispetto alla salvezza. Ora, cerchiamo di guardare solo il bicchiere mezzo pieno. Chi di dovere, però, dovrà analizzare profondamente cosa non è funzionato non soltanto in questa stagione, ma anche nella precedente. Dovrà fare tesoro degli errori maturati negli ultimi anni sul mercato. In primo luogo, bisognerà valutare il carattere di ogni singolo ragazzo che si vuole ingaggiare”.
Dunque, servirà un profondo cambiamento in seno al Torino durante l’estate?
“Io, dall’esterno, penso che c’è necessariamente bisogno di un bel repulisti. Cambiare per ricostruire basi solide, provando a rivitalizzare un brand prestigioso come quello del Toro. Il marchio granata è importante in tutto il mondo, ma negli ultimi anni è rimasto in sordina. I risultati sono stati troppo altalenanti e ciò non fa bene ai tifosi del Torino e in generale agli appassionati di calcio”.
Nel repulisti metterebbe dentro anche l’attuale tecnico Davide Nicola?
“No, sinceramente a Davide Nicola darei un’altra opportunità. Comunque, l’obiettivo l’ha raggiunto. Se ci fosse stato da inizio anno e avesse agguantato solo la salvezza, allora bisognava rivedere qualcosa. In realtà, Nicola ha guidato il Toro solo nel girone di ritorno e ha fatto un buon lavoro”.
Crede, dunque, che cambieranno aria tanti senatori?
“Credo che tanti senatori andranno via per diverse vicissitudini. Non entro nei particolari del mercato perché è ancora prematuro, però secondo me ci sarà una rivoluzione significativa. Non so chi rimarrà e chi andrà via, ma il Toro saluterà parecchi giocatori e ne troverà di nuovi. Tanto dipenderà anche dalla scelta dell’allenatore. Ad esempio, con Nicola alcuni elementi della rosa sarebbero imprescindibili e quindi potrebbero rimanere. È chiaro che il mercato è aperto sia per chi è in scadenza sia per chi ha un contratto. È inutile tenere giocatori scontenti. Meglio accontentarli, se c’è la possibilità, senza ovviamente svenderli”.
Cosa suggerirebbe a Urbano Cairo dopo due annate al di sotto delle aspettative per rifondare nel migliore dei modi il Torino?
“Non saprei che dire. È davvero difficile il compito di Cairo. A mio modo di vedere, c’è tantissimo da cambiare, non si parla di dettagli da limare ma di strategie da rivoluzionare completamente. In primo luogo analizzerei profondamente gli errori commessi e poi cercherei di ripartire se ci sono la voglia e la testa. E da tifoso del Torino spero sinceramente che non manchino proprio la voglia e la testa per ricostruire una squadra importante”.
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