Giocatore, allenatore della Primavera, per un breve periodo della prima squadra e infine team manager: Giacomo Ferri, una vita spesa per il Toro, è intervenuto durante la puntata di TN Radio dedicata ai recenti cambi in società al Torino e alla ripresa della stagione. Big Jim, questo il suo soprannome quando giocava in granata, ha risposto alle domande di Nikhil Jha, Gualtiero Lasala e Federico Bosio.
LE VOCI
Ferri: “Dispiace per Comi e Bava. Ma spero che i nuovi portino in alto il Toro”
Le parole dell'ex team manager in diretta su twitch
Innanzitutto come sta signor Ferri?
"Purtroppo ho avuto un problema che hanno avuto in tanti (è risultato positivo al Covid-19, ndr) e grazie a Dio sono riuscito a uscirne. È stata una brutta esperienza".
Cosa ne pensa della rivoluzione societaria all'interno del Torino? Partiamo dagli addii di Bava e Comi.
"Con Antonio siamo cresciuti assieme, perché siamo arrivati a Torino insieme molto giovani e abbiamo giocato in prima squadra. Il ruolo di Antonio era come il mio. Io da organigramma era un team manager, ma non l'ho mai fatto. Ho fatto da tramite tra società e giocatori e dovevo risolvere i problemi che potevano sorgere. Quando c'erano discussioni tra un giocatore e un magazziniere per esempio, mica potevo andarlo a raccontare ai giornali, ma dovevo adoperarmi per appianare la divergenza. Il ruolo di Comi è particolare. Il direttore generale può essere amministrativo o sportivo. Lui ha lavorato a 360 gradi con la prima squadra e soprattutto sul settore giovanile. Mi vengono in mente gli stage che ha fatto per anni in giro. Se il ds acquista Belotti, si prendono i meriti il direttore sportivo e il presidente, mentre il lavoro del dg non viene molto sponsorizzato".
Il Torino ha perso con Comi un punto di riferimento?
"Sì: lui è l'unico che era in società dall'inizio dell'era Cairo. Però questa è un po' la legge dello sport e delle società, non sai mai cosa può succedere domani. Comi con il ruolo che aveva non poteva intervenire sul mercato. Lui agiva dietro le quinte, ma era molto importante. Io so quanto hanno portato al Toro gli stage, a cui hanno partecipato tanti personaggi tra cui anche Benedetti".
Bellino, Ludergnani e Pellegri? Li conosce? Cosa si aspetta da loro?
"Non li conosco sotto il punto di vista lavorativo. Nel momento in cui il presidente dà un ruolo e dà molto portafoglio, sono tutti bravi. Dipende sempre da cosa si ha a disposizione. Se si ha poco non so quanto si possa fare. Non mi sembrerebbe giusto dare un giudizio su di loro perché non li conosco. Vediamo prima l'operato, tanto dopo qualche mese si capisce come gestiscono la situazione".
Ezio Rossi ha parlato di un cuore granata sempre più malato. C'è veramente questo tipo di rischio?
"Io se devo essere sincero metto avanti il tifoso che sono. A me dispiace tantissimo quanto successo a Bava e a Comi, che hanno dato tutto al Torino. Non voglio credere che il Torino senza ex non sia più Toro. Io sono tifoso, spero che chi è arrivato sappia far bene. Mi dispiace, certo, perché Bava e Comi per me sono fratelli. Da tifoso mi auguro che i nuovi si inseriscano bene. Spero facciano bene e portano sempre più in alto il Toro".
La squadra inizia a breve il ritiro, come valuta al momento la situazione?
"Io aspetterei un attimo a dire quali saranno gli obiettivi. Il mercato è iniziato da poco. Ho l'abitudine di parlare quando finisce il mercato. E poi il campo spesso sconfessa i giudizi sulla carta. Su 10, 9 avrebbero detto che la Francia sarebbe andata in fondo all'Europeo. Adesso il mercato è aperto. Non so chi rimane, chi va via e chi arriva. Le valutazioni le vorrei fare a bocce ferme. Anche se poi si può essere smentito il giorno dopo".
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