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Foschi a TN: “Buongiorno? Cairo può non venderlo per merito della sua gestione”

Foschi a TN: “Buongiorno? Cairo può non venderlo per merito della sua gestione” - immagine 1
In esclusiva le parole dell’ex direttore sportivo del Torino che analizza i temi caldi del calciomercato granata e non solo
Andrea Calderoni
Andrea Calderoni Caporedattore centrale 

Rino Foschi è un esperto lupo di mare del calcio nostrano. Uomo di mercato di comprovata esperienza, è transitato anche a Torino in un periodo non particolarmente favorevole per sé e per il club granata di Urbano Cairo (dal gennaio 2009 al giugno 2010). In esclusiva su Toro News Foschi analizza questi giorni di mercato granata.

Buongiorno direttore. Come si può respingere l’assalto del Milan per Alessandro Buongiorno?“Penso che se il Torino possa opporsi alla cessione di Buongiorno al Milan per una cifra molto considerevole, è merito della gestione oculata e attenta dal punto di vista finanziario di Urbano Cairo. La società è solida, la società non ha necessità di vendere: questo è un grande pregio del Torino di oggi e denota un buonissimo lavoro. Se fossi un tifoso del Torino, sarei orgoglioso della gestione finanziaria del club”.

Quindi, secondo lei, Buongiorno rimarrà al Torino?“Una premessa: nel calcio non si può mai dire. Però, penso che almeno in questa finestra di mercato Buongiorno rimarrà in granata perché il Torino può non cederlo”.

Questo concetto è stato al centro della prima conferenza stampa della stagione di Davide Vagnati: a Pinzolo disse, a proposito di Schuurs e Ricci, che il Torino non aveva necessità di risanare i propri conti.“Concordo in pieno con Vagnati e i fatti estivi lo confermano. Aggiungo che Buongiorno è un giocatore molto importante per il Torino e i granata hanno degli obiettivi in questa stagione perché stanno svolgendo una stagione di assoluto rilievo. Privarsi di Buongiorno a gennaio sarebbe un gran peccato anche dal punto di vista tecnico e sarebbe controproducente”.

Da grande uomo di calcio come vede la questione rinnovo di Ivan Juric?“Penso che dipenda soltanto da una persona e non da due. L’unico che deve ancora prendere una decisione è lo stesso Juric. Cairo è convinto: vuole proseguire con il croato perché le cose in queste tre annate sono andate decisamente bene. Cairo sa che deve interfacciarsi con un allenatore che imposta il lavoro in modo particolare ma allo stesso tempo in modo produttivo. Cairo non ha dubbi, Juric non lo so. Vedrà se avrà altre proposte e altre progettualità. L’unica cosa che dico a Juric è di ricordarsi che è già in una grande società ed è inserito in una piazza che sa farti innamorare”.

È vero che è diventato più difficile fare mercato a gennaio?“In generale, si può definire un mercato di riparazione povero perché è fondato semplicemente sui prestiti. Diventa difficile per tutti investire grandi cifre e chi può si tiene stretto i propri talenti, vedi il Torino con Buongiorno. Purtroppo, nelle ultime stagioni il mercato è stato condizionato dall’Arabia Saudita e questo non è un bene per il nostro paese e per il nostro calcio. Speriamo che il trend possa invertirsi nel futuro. Per intanto, la certezza è una sola: il mercato italiano è povero”.

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