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TURIN, ITALY - DECEMBER 20: Alessandro Mancini of Roma and Ivan Franceschini of Torino in action during the Serie A match between Torino and Roma at the Stadio Olimpico Grande Torino on December 20, 2006 in Turin, Italy. (Photo by Newpress/Getty Images)
Ivan Franceschini, arcigno difensore dei primi anni di Urbano Cairo presidente del Torino, era in campo quel 13 maggio 2007 all'Olimpico di Roma quando i granata di Gianni De Biasi vinsero 1 a 0 grazie al gol di Roberto Muzzi e salvarono la categoria. Era la Roma di Luciano Spalletti che finì al secondo posto dietro all'Inter. Da quel momento il Torino in Serie A ha sbancato soltanto un'altra volta l'Olimpico giallorosso: il 5 gennaio 2020 grazie alla doppietta di Andrea Belotti. Alla vigilia del match tra la Roma di Daniele De Rossi e il Torino di Ivan Juric in esclusiva su Toro News torna a parlare Franceschini, oggi allenatore in cerca di una squadra dopo la fine burrascosa della Reggina, di cui era tecnico della Primavera.
Buongiorno Ivan. Che ricordo ha di quel maggio 2007?"Mamma mia, quanto tempo è passato! Eravamo in dirittura d'arrivo in quel campionato. Avevamo bisogno disperato di punti. Vincere a Roma non è mai semplice ed è sempre bello. Mi ricordo bene una cosa di quel fine settimana: a Roma si disputavano anche gli Internazionali d'Italia e alcuni loro giocatori erano andati a vedere le partite nei giorni precedenti".
Spalletti allenava quella Roma, oggi è il commissario tecnico della Nazionale azzurra e ha dichiarato che Buongiorno è fortissimo. Da ex difensore concorda?"Buongiorno è un grande difensore. Penso che non sia l'unico ottimo difensore nella rosa granata. Schuurs è un ragazzo di prospettiva e purtroppo è stato sfortunato. Ma anche Rodriguez e Djidji sono due difensori importanti. Il francese è veloce e garantisce coperture notevoli. Direi che il lavoro di Juric sta pagando, soprattutto in fase difensiva. Secondo me, manca poco per lottare davvero per un posto in Europa".
Mi serve due assist. Il primo: Juric con la sua fase difensiva sa valorizzare i difensori?"Sono certamente valorizzati perché dietro alla fase difensiva di Juric ci sono principi di gioco e quando ci sono i principi allora funziona la fase difensiva. Faccio un esempio. Io ho avuto Gigi Delneri, un tecnico che intende il calcio in modo molto differente rispetto a Juric, eppure anche con Delneri la fase difensiva fu valorizzata al massimo e noi difensori rendemmo alla grande. Juric difende a tutto campo uomo su uomo, Delneri a reparto senza tenere quasi conto dell'avversario, però tutti in campo si identificano con l'idea di fondo e le cose funzionano".
Il secondo assist riguarda il gap rispetto all'Europa: secondo lei, c'è spazio per colmarlo già in questa stagione?"Dipenderà molto dalle altre. Atalanta e Bologna stanno facendo benissimo e viaggiano su ritmi elevatissimi. E poi ci sono squadre come Lazio, Roma, Fiorentina e Napoli che sono squadre di valore. Insomma, la partita per il Torino non è semplice. Bisognerà vedere se l'ottavo posto varrà per l'Europa o meno. Il Torino lo vedo in forma sia dal punto di vista fisico che da quello mentale. Ha una struttura importante e per me può ambire all'Europa, non so se già quest'anno".
Lei ha vissuto gli albori dell'era Cairo: si aspettava di vederlo ancora al timone del comando 19 anni dopo?"Quando giochi non pensi molto a queste cose, quindi non me lo chiesi al tempo. Nel periodo del mio arrivo c'era grande entusiasmo, anche da parte dell'ambiente. Mi ricordo un Cairo novello delle dinamiche calcistiche. Non è facile reggere per 19 anni in uno stesso club. Si vedeva che aveva voglia di fare e voleva raggiungere risultati prestigiosi. Era molto afflitto quando le cose non andarono bene".
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