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Esclusiva

Gallo a TN: “Ecco come Vagnati e io abbiamo trasformato Masina in un difensore”

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In esclusiva le parole dell'ex centrocampista granata che è stato allenatore di Masina alla Giacomense e di Okereke allo Spezia
Andrea Calderoni
Andrea Calderoni Caporedattore centrale 

Fabio Gallo è ormai da anni un apprezzato tecnico ed è un fine conoscitore di calcio. Oggi allena la Virtus Entella, inserita nel girone B di Serie C Now. Sta cercando di rilanciare i liguri, che sono partiti a handicap lo scorso settembre. Gallo è stato menzionato ieri, mercoledì 7 febbraio, dal suo ex direttore sportivo ai tempi della Giacomense Davide Vagnati circa Adam Masina, nuovo acquisto del Torino. Ma Gallo non conosce bene soltanto Masina. Ha infatti allenato da giovanissimo David Okereke. Lo ha fatto allo Spezia tra Primavera e Prima Squadra. In esclusiva su Toro News l'ex centrocampista del Torino ci parla dei suoi ex giocatori.

Buongiorno mister. Il primo ricordo di Adam Masina?"Masina venne a fare una partita con la Berretti alla Giacomense e lo notai subito. Aveva un gran fisico, ma non vidi delle caratteristiche da punta. Al tempo, infatti, giocava da attaccante. Con il direttore Vagnati mi confrontai e gli espressi le mie titubanze. Avevamo bisogno di minutaggio con gli under e insieme decidemmo di proporre a Adam un cambio di ruolo. Lui si disse super disponibile perché l'unica cosa che contava era giocare. E così ha iniziato a giocare da esterno di difesa".

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Era un Masina molto giovane. Ha qualche aneddoto su di lui?"Sì, uno che racconta bene la persona. Andava a scuola e non riusciva mai a fare il doppio. Mangiava un panino per strada, arrivava due ore prima al campo e gli spiegavo le note tattiche che si era perso al mattino. Me la ricordo molto bene questa cosa. Adam è un uomo davvero stratosferico dal punto di vista umano".

Il rapporto d'affetto resta?"Assolutamente sì. Andai a trovarlo anche al Watford in Inghilterra e fui suo ospite allo stadio. Mi trattò con i guanti ricordandosi del meraviglioso rapporto che si era instaurato. Resta molto affetto. Il cambio di ruolo alla Giacomense gli ha aperto una carriera importante, partita con il botto a Bologna".

Dove lo vede più a suo agio: braccetto o quinto?"Per struttura lo vedo più da braccetto. Con l'esperienza accumulata e per le sue doti tecniche lo vedo bene in quel ruolo. Ha piede ed è bravo nel gioco aereo".

Arriva da un momento complicato: il Torino lo può aiutare?"Sì, il Toro lo può rilanciare. Ha superato un infortunio non piacevole. La piazza granata sa darti tanto e può essere il luogo perfetto per rilanciare un ragazzo".

Passiamo a Okereke. Torniamo al 2015/2016, che cosa ricorda di lui?"Mi ricordo un ragazzo per bene, senza grilli per la testa. Era appena arrivato dalla Nigeria e aveva fatto con me la Primavera due anni prima disputando un torneo di Viareggio straordinario. Era un ragazzo che già conoscevo e in Serie B me lo sono ritrovato. Rimase poco perché poi fu mandato in prestito al Cosenza perché lo ritenevamo un po' acerbo per la Serie B. Le potenzialità apparivano ben chiare. Ho avuto un ottimo rapporto con lui e non posso che spendere parole positive".

Quali sono i suoi principali pregi?"Tecnicamente è bravo, è un morbido nel tocco di palla. Sa dettare bene la profondità perché è intelligente dal punto di vista calcistico".

Punta o trequartista? "Secondo me, guardando il suo percorso, lo vedo più come punta. Da giovane lo consideravo maggiormente un'ottima sottopunta, un ottimo collante del gioco. Adesso mi sembra più una punta di strappo, bravo soprattutto a dettare la profondità".

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