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interviste
di Alessandro Salvatico
Sei anni in prima squadra con la maglia rossoblù, un solo anno (ma che anno...) con quella granata. Torinese di nascita, genovese d'adozione. Insomma, un...
"di Alessandro Salvatico
"Sei anni in prima squadra con la maglia rossoblù, un solo anno (ma che anno...) con quella granata. Torinese di nascita, genovese d'adozione. Insomma, un cuore a metà: Davide Nicola, bionda chioma al vento sulla fascia destra in quell'incredibile cavalcata granata che dopo 9 mesi dal fallimento ha portato il Toro di nuovo in Serie A, una cavalcata che, come suprema ciliegina su una torta inaspettata, si è conclusa con un suo colpo di testa per l'ubriacatura di 60000 spettatori sugli spalti.
"Davide Nicola, cosa significa, per te, Genova?Significa tanto. Nel calcio, dove mi hanno permesso di giocare, di esordire, di diventare un calciatore professionista. Sei anni? In prima squadra; ma molti di più, con le giovanili. Come città, è dove ho conosciuto mia moglie, dove ho fatto le scuole, dove ho passato l'adolescenza, giocando a pallone fino alla prima esperienza in Serie B. Io praticamente ho vissuto metà della mia vita a Torino e l'altra metà a Genova.
"Quali le differenze principali con Torino?Genova è una città diversa perchè è dislocata sul lungo. Suddivisa in circoscrizioni che in realtà è come fossero dei paesi; è come vivere in un paesino, se vivi dove vivevo io, che sono sempre stato principalmente sul Ponente. Torino ha la famosa pianta romana che rende semplice girarla, mentre a Genova praticamente le direttrici di traffico sono due, ma ciononostante non è semplice per chi arriva da fuori.
"Tanti anni nel Genoa, uno solo con la maglia granata: un anno che però......Eh, è valso per parecchi. Per intensità.
"Sei conscio di essere nella storia ultracentenaria del club? Di aver segnato un momento fondamentale per la vita del granata?La gratificazione di quel gol, certamente, è qualcosa di fortissimo. Ma è l'evolversi di quella nostra piccola storia che è stato eccezionale. Eravamo un'ottima squadra, devo dirlo: non possiamo considerare un "miracolo" la promozione, perchè eravamo una squadra sicuramente in grado di centrarla. Tant'è vero che poi è rimasta in Serie A così come la stragrande maggioranza dei calciatori che la componevano. Ma per com'è nata...
"Ha dell'epico.Ripeto, era una squadra da promozione, non diciamo di no. Certo, ci allenavamo nei containers, non c'era niente, la squadra è stata composta in una settimana... Quello che è stato decisivo è stata la spinta della gente. Forse non abbiamo sentito subito la responsabilità di dover vincere, e potremmo aver sbagliato in questo. La gente, però, ci sosteneve e ci spingeva quasi fisicamente, al campo. E dopo l'andata della finale a Mantova, quando perdemmo 4 a 2, ci dettero una grossa mano. Siamo stati fortunati e bravi, per tutto il cammino che abbiamo fatto. Ma non so se oggi i tifosi ci starebbero ancora tanto vicini, sono stati fin troppo buoni, anzi eccezionali.
"Tu hai giocato davanti a due delle tifoserie più appassionate d'Italia.Lo so, lo reputo un onore. Tutti i calciatori auspicano di correre per un pubblico del genere, per quanto l'affetto diventi anche una maggiore responsabilità. A Torino i tifosi sono più pazienti rispetto a Genova, dove sono più portati al pessimismo.
"E oggi, una partita per te carica di significato.E una gran partita, soprattutto. Non so dal punto di vista del gioco, ma per valore e importanza senz'altro. Il Genoa è uno squadrone, capace di movimenti in attacco che mettono in difficoltà chiunque, specie in casa; a me, personalmente, piace tantissimo come gioca. Partita segnata? No, questo no; Genoa favorito, forse, d'altronde è in lotta per le coppe europee, e il Toro in questo momento ha tutt'altri obiettivi. Ma uno sgambetto si può sempre fare. Non c'è Milito, questo è già un bel punto a favore.
"Come sta procedendo la tua avventura nel Lumezzane?L'obiettivo a inizio stagione era la salvezza, siamo senz'altro in linea con quanto programmato. Ma è un'esperienza che non pensavo potesse rivelarsi tanto soddisfacente. Siamo una squadra che (oltre ad avere una divisa incredibilmente simile a quella del Genoa!) vanta davvero moltissimi ragazzi di valore. Parecchi prestiti da squadre di categoria, ma in generale davvero molti giovani interessanti, a parte il sottoscritto, Chiecchi e Gazzoli. Ci sono Scaglia che viene dal Brescia, e poi Pisacane, Pesenti, Pini, Calliari (i centrocampisti praticamente tutti), segnatevi questi nomi perchè nei prossimi anni ne sentirete parlare...
"Quali i programmi per il futuro di Davide Nicola?Finchè mi diverto a giocare, continuerò. Per quanto tempo ancora? Non lo so, al momento. Dopo, voglio allenare. Ho studiato, lo facevo già quand'ero a Torino, e ho continuato a farlo. Giovani? No, vorrei prima testarmi su una prima squadra. Poi, si vedrà come andrà. Dove? Preferibilmente a Torino o Genova, appunto. Da una, in meno di due ore posso essere all'altra, essendo così vicino in ogni caso all'altra metà della mia vita.
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