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Esclusiva

Gian Luca Favetto a TN: “Assurde le lamentele dei tifosi sul Giro a Superga”

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In esclusiva su TN le parole di un appassionato tifoso granata sul difficile momento che sta vivendo il Torino di Ivan Juric
Andrea Calderoni
Andrea Calderoni Caporedattore centrale 

Gian Luca Favetto è un appassionato tifoso del Torino. Torinese di nascita, è giornalista, scrittore, drammaturgo, critico teatrale e cinematografico. È un intellettuale a 360° e ama i colori granata più di ogni altra cosa. In esclusiva su Toro News parla del difficile momento del suo Toro.

Buongiorno signor Favetto. Se le dico Toro oggi, 12 ottobre, quali sensazioni le provoca?“C’è tanta delusione. Non capisco le cose e mi innervosisco. Mi viene voglia di non guardare le partite perché soffro troppo. Cosa fa Radonjic per essere sempre al centro di critiche? L’ho visto l’altra sera in giro per Torino insieme alla fidanzata e al cagnolino. Mi chiedevo proprio questo: perché è sempre latente il problema Radonjic. Juric ha perso il tocco magico?”.

Parliamo proprio di Juric: lo vede in crisi emotivamente?“Parto da una premessa. Negli ultimi anni Juric è l’allenatore che preferisco, seguito da Mihajlovic. Il suo inizio mi è proprio piaciuto: duro con il presidente e carico, sembrava avere la squadra dietro e sembrava creare intorno a lui una comunità. Ora ha bisogno che qualcuno parli con lui, da individualisti non si esce dalle difficoltà. A Juric, lo abbiamo capito, piace lavorare da solo, ma non può venirne fuori in solitaria da questa situazione. Il primo obiettivo di questi giorni dev’essere lavorare sulla testa dell’allenatore croato e poi sulla testa dei tifosi”.

Pensa che Juric avrebbe bisogno di una maggior presenza della società dietro di sè? “Il punto sta proprio qui. Il nostro problema primario risiede nel fatto che la nostra società è fatta dal solo presidente. Cairo non ha mai lavorato per costruire un gruppo societario. La nostra società non è società: non sento una società dietro, sento solo Cairo. Penso che Urbano Cairo sia un po’ freddino come presidente e non ha quel calore umano che serve oggi a Juric. Il solitario Juric oggi ha bisogno di una vicinanza umana. Negli spogliatoi si passano dei fluidi umani e sono gli stessi che si trasmettono tra un presidente e un allenatore. Il Cairo imprenditore non si discute, quello che sta facendo con La7 e il Corriere è sotto gli occhi di tutti. L’editore lo puoi fare così perché sotto hai un gruppo di 250 persone, nella squadra di calcio devi dare anche qualcosa di diverso, soprattutto nelle difficoltà. Juric ha sempre amato lavorare da solo ma ora ha capito che da solo non può andare lontano”.

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Cerco di tradurre: il Torino attualmente non è gestito come un ristorante a tre stelle Michelin ma piuttosto come una buona locanda casereccia e familiare priva però di quel calore che si può percepire quando si entra in un locale di quel tipo.Proprio così. Trovo il paragone calzante. Manca l’empatia dell’oste. Vogliamo sempre essere quello che non siamo: non possiamo andare in giro in doppiopetto se andiamo a comprare gli alimenti al mercato di Porta Palazzo. Il tremendismo granata non può essere trasmesso dal volto di Cairo e non può passare soltanto dal racconto della leggenda”.

La delusione è maggiore perché le aspettative di agosto erano più alte rispetto al recente passato?“Che la carica a inizio stagione fosse diversa mi sembra scontato. Anche lo stesso Juric lo sosteneva. Ripetere i campionati dei primi due anni sarebbe stato deludente, ha evidenziato lo stesso tecnico. È quindi stato lui ad alzare per primo l’asticella e lo ha fatto con ragione di causa considerando la campagna acquisti. Il pareggio con il Cagliari ha minato le prime certezze e poi si arriva rapidamente al disastro del derby”.

Torniamo anche a Radonjic: le fa rabbia non vederlo?“Sì, mi fa rabbia perché è l’unico che in questa rosa può inventare e lo ha già dimostrato in più circostanze”.

Muove degli appunti ai giocatori per lo scarso rendimento?“Le confesso che sto facendo fatica a guardare le partite. Me le devo guardare registrate quando so già di che morte morire. Del derby penso che con un portiere in forma avremmo faticato a perdere. Detto questo patisco proprio quando vedo giocare questo Toro”.

Anche perché negli ultimi anni era abituato a patire un po’ meno.“Sì, come detto l’arrivo di Juric è stato folgorante. Secondo me, il problema di Juric è quello di sentirsi solo con sulle spalle tutte le aspettative che ha creato. Avrebbe bisogno, lo ribadisco, di una società a supporto. Ora, bisogna lavorare sul nostro allenatore perché è entrato in crisi. Lo vedo avvilito e in confusione. Alcune cose bisogna tenerle nello spogliatoio e non bisogna spedirle ai quattro venti”.

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Questa stagione le ricorda l’ultima annata di Walter Mazzarri? Tante conferme, un mercato da considerarsi positivo (in quel caso per le conferme e per l’arrivo di Simone Verdi, in questo caso per alcune conferme significative e per l’acquisto di giocatori dal curriculum e dalle prospettive importanti) e aspettative abbastanza alte.“No, non mi ricorda quel precedente. Devo dire che con Mazzarri non si era mai creato lo stesso feeling che ho sentito con Juric. Mi ricordo bene che elogiai su La Repubblica le parole di Cairo su quel mercato, nel quale aveva tenuto tutti, perché ero convinto che le squadre possono soltanto migliorare quando si tiene l’ossatura e si prova a crescere tutti insieme. Invece, fui smentito dai fatti. Credo che quel fallimento fu in parte colpa di Mazzarri, un tecnico ossessionato dal solo gioco del calcio che mangia pallone la mattina e la sera. Il Torino ha bisogno dei Nereo Rocco e dei Gigi Radice, ha bisogno di allenatori che hanno una vita oltre il calcio, hanno letteratura. Non basta lo schemino per raggiungere il tremendismo e l’unione d’intenti. Juric è ossessivo ma è un allenatore, non fraintendetemi, più umano di Mazzarri. La sensazione è che adesso si senta solo e nemmeno il miglior allenatore al mondo ottiene qualcosa senza qualcuno alle spalle”.

Prima ha detto che bisogna lavorare anche sulla testa dei tifosi: che intende?“Intendo che ho trovato vergognose le rimostranze da parte di alcuni tifosi sulla grande partenza del Giro d’Italia 2024 da Torino il 4 maggio. Il ciclismo è l’unico altro sport che può essere storicamente affiancato al Toro. Il 4 maggio il Giro viene a omaggiarci sul colle di Superga e qualcuno si lamenta? Davvero assurdo leggere certe cose da parte dei tifosi granata. Il Giro è un onore: non va a omaggiare l’Atalanta o la Juventus. Credo che queste polemiche siano figlie della delusione che serpeggia in casa granata”.

 

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