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Non perde mai la sua verve da antico ed impavido tifoso che passa le sue giornate a parlare di Toro, nonostante il lavoro da mandare avanti nella sua officina di Via Foggia.
Qual è...
Non perde mai la sua verve da antico ed impavido tifoso che passa le sue giornate a parlare di Toro, nonostante il lavoro da mandare avanti nella sua officina di Via Foggia.
Il fallimento potrebbe riportare il Toro in B, ma con una nuova dirigenza, che ne pensa? “No, no, della B non ne voglio proprio più sentire parlare, ci siamo stati due anni, adesso basta. In A si possono fare più investimenti e direi che è più facile essere comprati. Senza contare che ci sono gli stadi da portare avanti, finire il Comunale, ricostruire il Filadelfia, non si può bloccare tutto. Ah, ma gliel’ho detto a Romero e Cimminelli…”.
Cosa gli ha detto? “Di non fare scherzi, di non prenderci in giro. Non si può dire –abbiamo un bilancio da Champions League- e poi trovarci in questa situazione. Devono dirci la verità”.
Lei crede in un cambio societario? “Non lo so, non si capisce mai niente di quello che succede. Però adesso la gente è stufa, ci sono tante squadre forti e noi non possiamo mai rialzare la testa. Sarebbe un disastro tornare in B proprio adesso che la Lega è spaccata in due. Senza contare che giocare al sabato alle 15 sarebbe un disastro per tutti”.
Un minimo di speranza la prova ancora? “Ah, questo sì, la speranza c’è sempre, bisogna aspettare e vedere che succede il 15 luglio. Per il resto non so che dire, preferisco capire come saranno gli eventi”.
Ginetto Trabaldo non perde mai la sua verve, protagonista di tante avventure in giro per l’Italia e l’Europa quando il Toro era ancora una squadra di vertice, rimane in prima linea a lottare per un Toro degno di chiamarsi così.
Marina Beccuti
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