Giovanni Orfei: “Il Verona non regalerà nulla. Vi racconto il Nicola del 2006”
Giovanni Orfei
Le parole in esclusiva ai nostri microfoni dell'ex difensore di Torino e Verona, con un passato da compagno di squadra di Nicola in granata
Federico De Milano
Chi è davvero innamorato di Toro si ricorderà di Giovanni Orfei: ex difensore centrale classe 1976 con un passato nel Torino e nell'Hellas Verona, tra le altre. Arrivò in granata nell'estate 2005 insieme proprio all'attuale allenatore del Toro Davide Nicola: Orfei giocò all'ombra della Mole per una stagione e mezza disputando 24 presenze con la maglia granata. Oggi fa l'allenatore e si concede ai microfoni di Toro News per fare le carte all'importante sfida di domani.
Buongiorno Giovanni, come valuta i percorsi di Torino e Verona in questa stagione? Come arrivano a questa partita?
"Il Verona ha fatto un campionato straordinario al di là delle ultime partite dove è venuta fuori qualche sconfitta che però non deve cambiare il bilancio dell'ottima stagione fatta. Per quanto riguarda il Torino, invece, mi aspettavo di più anche se capisco che quando capita un'annata storta e ti trovi in basso in classifica ci sono delle difficoltà. Poi loro hanno avuto problemi legati al Covid e agli infortuni che hanno reso le cose più difficili. Io comunque sono contento per Davide Nicola, che è un mio ex compagno, perché è riuscito a dare una sterzata alla squadra e sono convinto che alla fine porterà la squadra alla salvezza e mi fa piacere perché è un ragazzo che merita soddisfazioni."
Lei che ha vissuto quell'ambiente e lo conosce tuttora molto bene, crede che il Verona arriverà a questo appuntamento con il Torino con la testa già in vacanza, dato che ha ancora poco da chiedere al campionato? Oppure pensa che Juric riuscirà a mantenere alta la concentrazione tra i suoi giocatori?
"Conoscendo l'allenatore penso che il Verona giocherà per vincere la partita come fa sempre, mi aspetto una partita intensa con una squadra che non regalerà niente a nessuno da qui alla fine perché vorranno chiudere bene il campionato. Poi se il Torino sul campo dimostrerà di essere più bravo si meriterà i complimenti; comunque i granata si devono aspettare una partita difficile perché il Verona venderà cara la pelle. Poi certamente le motivazioni fanno spesso la differenza, però sono convinto che sarà una bella partita da parte di entrambe le squadre."
Torino e Verona sono due piazze paragonabili? C'è da entrambe le parti tanta passione e un ambiente molto caldo?
"Secondo me sì, perché le due piazze ti fanno sentire sempre la storia. Al di là del fatto che in questo momento i tifosi non possono venire allo stadio, io in entrambe le squadre ho percepito subito questa grande storia. A Verona si parla sempre dello Scudetto (vinto nella stagione 1984/85, ndr) mentre a Torino il simbolo è sempre il Grande Toro. Quindi sì, questa cosa è vera, sono due squadre che si assomigliano come pubblico e calore; io sono orgoglioso di aver indossato queste due maglie importanti e le porterò sempre nel cuore entrambe. Non si può dimenticare una piazza come Torino, io quando sono arrivato lì me ne sono subito reso conto ed è stata davvero una bella esperienza."
Nella sua prima stagione con la maglia del Toro c'è stata la promozione dalla Serie B alla A e il gol decisivo lo segnò proprio Nicola nei playoff.
"Sì me lo ricordo, Davide segnò di testa e venne giù lo stadio. Quello è stato un anno meraviglioso perché io tra l'altro io, Nicola e Fantini siamo stati i primi tre acquisti di Cairo e abbiamo fatto la presentazione lo stesso giorno. Da lì è partita una cavalcata meravigliosa con il mister De Biasi che ha avuto tanti meriti. Ai playoff poi abbiamo avuto anche un po' di fortuna perché abbiamo recuperato un risultato difficile e poi i tifosi allo stadio hanno fatto la differenza, sembravano centoventimila e ci hanno dato una grande spinta."
A proposito di Nicola, si capiva già quando eravate compagni di squadra che sarebbe diventato un allenatore?
"Nello spogliatoio Davide era un ragazzo che metteva allegria e scherzava, poi in campo dava sempre consigli e ti guidava quindi possiamo dire che quella dote lì ce l'ha sempre avuta. Anche il fatto che a fine partita riunisce tutta la squadra e parla con i giocatori fa capire questa sua caratteristica. Io con lui parlavo tanto e sono veramente felice di cosa sta facendo. Secondo me lui quando da giocatore aveva dovuto lasciare Torino ci era rimasto un po' male e quindi ora ha la possibilità di togliersi questa soddisfazione dato che è anche un tifoso granata. Sono felice per lui, se lo merita."
Con Nicola la difesa del Torino ha trovato solidità, da ex difensore come valuta la retroguardia granata? C'è un difensore che le piace particolarmente?
"Ora la difesa è migliorata molto, se devo fare un nome dico Izzo, mi piace parecchio come difensore. Probabilmente ha influito il cambio di stile di gioco e poi Davide ha certamente ridato entusiasmo a certi calciatori. Poi essendo anche lui un ex difensore magari lavorerà meglio nella fase difensiva e infatti i risultati si vedono e danno certamente una grossa mano al morale."
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