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Vives con la fascia da capitano al braccio
Chi meglio di Giuseppe Vives può spiegarci come adattarsi nel ruolo di regista? Probabilmente nessuno nel mondo Torino. Vives è stato una pedina fondamentale del ciclo di Gian Piero Ventura. Uno dei pochi a comandare il centrocampo granata negli ultimi anni, uno dei pochi ad agire da metronomo davanti alla difesa. Eppure il centrocampista napoletano era sempre stato un recuperatore di palloni, un ottimo lottatore. La metamorfosi è avvenuta sotto Ventura e ancora oggi a distanza di anni tutti lo ricordano con piacere sotto la Mole. In questo 2020/2021 il Torino si ritrova senza un regista di ruolo e fin qui Marco Giampaolo ha cercato di sopperire con Tomas Rincon.
Buongiorno Giuseppe, si aspettava una partenza così complicata da parte del Torino di Giampaolo?
“Speravo di no, ma temevo di sì. Giampaolo è un allenatore con un’idea di calcio ben definita. C’è bisogno di tempo. Io ho vissuto sulla mia pelle una situazione simile. Con Ventura ho faticato parecchio, e con me molti compagni, per capire il progetto tattico del mister. Purtroppo, la partenza del Torino di Giampaolo è stata negativa e ciò non aiuta, perché si lavora con minore serenità. D’altronde, si sa che nel calcio comandano i risultati. Giampaolo, dal mio punto di vista, è un ottimo allenatore. L’ho affrontato in carriera e ho notato come le sue squadre provino sempre a giocare”.
Il quarto ostacolo sarà il Sassuolo, non il più agevole.
“No. Gli emiliani stanno benissimo. I giocatori giocano a memoria, facendo parte di un progetto, quello di De Zerbi, che è iniziato ormai tre anni fa. Non sarà semplice per il Torino rilanciarsi”.
Rincon si ritrova in una situazione che, come detto, lei conosce bene, quella di regista adattato. Quanto è completato snaturarsi e modificare il proprio modo di giocare?
“Non è facile, ma non è neppure difficile. C’è bisogno di lavoro. Giampaolo sta provando Rincon perché pensa che possa avere le caratteristiche giuste per fare quello che gli richiede. Anche in questo caso c’è bisogno di tempo. Speriamo che l’adattamento sia rapido, perché i risultati contano tanto e se non arrivano tutto si complica”.
Alle spalle di Rincon è pronto a giocarsi le sue chance Jacopo Segre. Che parere ha sul giovane granata?
“Non lo conosco a fondo. Ha una grande opportunità nella sua carriera: ha un allenatore che insegna calcio e deve apprendere il più possibile. Segre dovrà essere bravo a sfruttare l’occasione che sicuramente gli capiterà”.
Karol Linetty, invece, conosce già molto bene Giampaolo. Dovrà essere lui il valore aggiunto del Torino?
“Ha già lavorato con il mister. Giampaolo l’ha scelto, l’ha voluto. Linetty dovrà aiutare, e tanto, tutti i suoi colleghi di reparto perché sa già quello che vuole l’allenatore”.
Ultima domanda Vives. Secondo lei, l’avventura di Giampaolo al Torino potrà trasformarsi in un ciclo molto positivo come quello del Torino di Ventura?
“Trovo indubbiamente delle assonanze. Giampaolo, come Ventura, apprezza il gioco palla a terra e ha un sistema di gioco ben preciso. Ripeto un concetto chiave, però: i risultati nel calcio fanno la differenza sotto tutti i punti di vista. Giampaolo dovrà trovarli il prima possibile. Noi, all’epoca, fummo bravi e fortunati a centrare buoni risultati fino ad agguantare l’Europa League, crescendo anno dopo anno. Vedremo se anche in questo caso il tempo sarà clemente”.
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