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Esclusiva

Grasso a TN: “La sfortuna del Toro deriva dall’autolesionismo dei suoi tifosi”

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In data odierna, domenica 13 ottobre, il critico televisivo e giornalista parlerà degli Invincibili al Festival dello Sport di Trento
Andrea Calderoni
Andrea Calderoni Caporedattore centrale 

Oggi, domenica 13 ottobre, alle ore 11 al Festival dello sport di Trento il critico televisivo e giornalista Aldo Grasso parlerà degli Invincibili. Tifoso granata, Grasso si cimenterà in un racconto per tenere vivo il mito del Grande Torino. In esclusiva su Toro News interviene in anteprima per presentare la conferenza odierna e per parlare del Torino di oggi.

Buongiorno dottor Grasso. Come rievocherà gli Invincibili a Trento?"Non sarà una cronaca di quello che è successo, cercherò di spiegare perché sono entrati nel mito, quasi un gesto volontario della squadra più forte di tutti i tempi. Per entrare nell'eternità c'è bisogno di un gesto tragico e il Grande Torino l'ha patito. Racconterò una storia per tenere vivo questo mito perché i miti devono essere sempre e costantemente alimentati. I miti si alimentano con altre storie, non bastano le cerimonie, bisogna sempre raccontare ciò che è successo con varianti che fanno percepire il passato come attualità". 

E sull'attualità granata cosa pensa?"Bisognerebbe andare a Lourdes. Abbiamo una sfiga cosmica che ci perseguita. Troviamo un attaccante che gioca, fa gol, diventa leader e si rompe non appena alziamo lo sguardo. Una bastonata sulle spalle, l'ennesima. Questa sfiga ci accompagna dal 4 maggio del 1949, una negatività che non ci ha mai abbandonato". 

Adams e Sanabria possono bastare?"Non voglio sostituirmi alla società e all'allenatore, però mi spiace per questo infortunio perché è arrivato nel momento in cui avevamo un'idea di squadra. Abbiamo un Ricci che sta crescendo in modo esponenziale. Sono molto rammaricato per l'accaduto a Zapata". 

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Continuano incessanti le contestazioni ai vertici della società. Cosa ne pensa?"I tifosi del Torino non li capisco. Tutta la sfortuna che abbiamo deriva dall'autolesionismo degli stessi tifosi. L'altro giorno ho riletto negli archivi che già l'ultimo Orfeo Pianelli era stato criticato dai tifosi. Da Pianelli in avanti tutti i presidenti del Torino sono stati accompagnati da un vattene. Questo è autolesionismo continuo e costante. Quando leggo i commenti dei tifosi, la prima domanda che farei è la seguente: ma tu nella vita cosa hai fatto? Questi tifosi che sanno tutto: come fare le squadre, chi comprare, come comportarsi da direttore sportivo. Tutto bello: ma questi stessi tifosi nella vita cosa hanno combinato? Sono sempre più convinto che l'autolesionismo dei tifosi sia la causa della nostra sfortuna. Non tutti i tifosi sono così, però c'è un gruppo nutrito. Aggiungo che questi tifosi si presentano come gli ultimi custodi del granatismo, i padroni di una fede calcistica: chi li ha mai investiti di questo ruolo?". 

I primi mesi di Paolo Vanoli al Torino le sono piaciuti?"Mi è piaciuto, è una persona civile e educata, è una persona che non alza mai la voce. Ha dato subito un gioco alla squadra. Eravamo abituati a un gioco distruttivo. Mi spiaceva vedere giocatori che correvano sempre dietro all'uomo. Questo gioco di Vanoli mi convince di più e devo dire che non mi divertivo così da un po' di tempo".