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Graziani nel Derby della Mole (foto retroonline.it)
Francesco "Ciccio" Graziani settanta. Era il 16 dicembre del 1952 quando nasceva uno degli attaccanti più forti della storia del Torino. Insieme a Paolo Pulici ha composto la celeberrima coppia dei "Gemelli del gol" e ha permesso al Torino di conquistare l'ultimo storico scudetto, datato 1975-1976. In tanti di quella formidabile squadra conservano di Graziani un indelebile ricordo dentro e fuori dal campo. Tra questi primeggia il capitano Claudio Sala. "Graziani era estroverso, non un timidone come il sottoscritto - sottolinea in esclusiva su Toro News -. Lui e Pecci davano allegria in una squadra molto concentrata sul risultato. Loro hanno aiutato a far sorridere anche quelli che mettevano il broncio. Tanti ringraziamenti anche per questo". Ricostruendo quel glorioso passato insieme il "Poeta del gol" aggiunge: "Io sono arrivato prima di Graziani al Torino, era un ragazzino di 20 anni e magari non si pensava che sarebbe diventato così forte ma ha fatto cambiare idea a tanti. Lui era un giocatore che ha costruito quel Torino vincente che era il vanto dei tifosi". Dalla porta seguiva le gesta di Graziani il grande Luciano Castellini. "Graziani era un tipo generoso, un goleador e un lavoratore - evidenzia il "Giaguaro" -. Aveva tante qualità e sapeva fare tutto, correva anche di più dei giocatori di adesso. I ricordi che ho di lui sono tutti piacevoli, è sempre stato simpatico e mai arrabbiato come è oggi in televisione. Poco più di un anno fa aveva fatto una brutta caduta ma è andata bene che non si è fatto niente. Quando l'ho chiamato mi ha detto: 'Volevo fare una parata come te'. Non è mai cambiato caratterialmente e la simpatia non gli è mancata nemmeno in quei momenti". A dettare i ritmi era invece Eraldo Pecci. "Ricordo che era un grande giocatore, un grande uomo nel gruppo e aveva sempre voglia di migliorarsi - afferma con voce gioiosa "Piedone" -. Per molti periodi siamo stati anche in camera assieme. Lui è sempre stato un ragazzo positivo, onesto e di una rettitudine integerrima". E a questa carrellata non può mancare nemmeno un innamorato del Torino come Renato Zaccarelli. "Un grandissimo compagno di viaggio - dice -. Arrivavamo entrambi dalla Serie B, io con il Novara, lui con l'Arezzo. Nei tanti anni assieme abbiamo vissuto momenti stupendi. Ciccio è stato un giocatore fantastico che si è ben integrato con il gruppo e soprattutto con il suo collega di reparto".
Sala ha contribuito ad alimentare la leggenda di Graziani e Pulici attraverso i suoi molteplici passaggi vincenti. "Lui e Paolino (Pulici, ndr) sono grati a chi li ha aiutati a condividere le gioie della vittoria - afferma il capitano dell'ultimo scudetto -. Quella squadra era molto forte soprattutto nel reparto avanzato, piena di giocatori che sono arrivati anche in Nazionale. Pulici e Graziani ancora oggi restano perché il primo ha vinto la classifica dei capocannonieri per tre stagioni mentre il secondo ne ha vinta una senza però battere un rigore, facendo 8 o 9 gol di testa se non mi sbaglio, tutti con un cross che arrivava dalla linea di fondo".
In pochi vogliono bene al Torino come Zaccarelli. E proprio l'ex granata parlando di Graziani afferma: "Era il tipico centravanti di manovra. Veniva a dare una mano anche a centrocampo, ma era letale in area di rigore. Lui e Pulici hanno dato vita a una coppia ben assortita e formidabile, integrata in ogni aspetto. Ciccio con il suo modo di fare si è ben integrato con l'ambiente. Il gruppo si cementifica strada facendo e c'è sempre bisogno di elementi come Graziani per poter ambire alla vittoria".
Castellini resta ancora oggi in stretto contatto con il suo illustre compagno: "Ho sentito Graziani l'ultima volta ieri e gli faccio gli auguri tramite voi. Ci sentiamo spesso e questo significa che era un gruppo vero e unito. Ad esempio, ci vediamo spesso con le mogli e i nipoti. Abbiamo fatto qualcosa di bello e importante ma io spero che i più giovani non si ricordino sempre di noi, perché questo significa che il Toro di oggi non lascia tante soddisfazioni come ai nostri tempi. Se non si ricordano più di noi significa che si è tornati a vincere qualcosa. Sono stato poco fa nelle zone vicine a Torino e il ricordo di quella squadra è ancora vivo. La passione per la maglia dei tifosi è sempre la stessa".
Pecci, dal canto proprio, spiega a proposito di Graziani: "Quando parlo di calcio, comincio a pensare da molto indietro mentre molti oggi non sanno nemmeno chi erano Di Stefano o altri giocatori che hanno fatto la storia. Oggi si va veloci, però, Ciccio Graziani è stato anche Campione del Mondo nel 1982 e quindi ha lasciato una traccia importante. Per me resta un grande amico e una persona alla quale ho voluto molto bene. Graziani era un giocatore che si faceva sempre vedere quando uno aveva bisogno di una soluzione in campo, rendeva la vita semplice al gioco di squadra. Pulici invece aveva un grande istinto del gol, era nato per il gol e un istinto come il suo non l'ho mai più visto. Ciccio invece era sempre pronto a dare una mano e si capisce che una coppia così era un'ira di dio".
Interviste a cura di Andrea Calderoni e Federico De Milano.
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