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interviste
Come si diceva, l'unico accadimento legato alla proprietà del Torino FC che sia avvenuto dall'insediamento di Cairo ad oggi è proprio l'incontro tra l'attuale presidente ed i candidati interessati, la famiglia...
"Come si diceva, l'unico accadimento legato alla proprietà del Torino FC che sia avvenuto dall'insediamento di Cairo ad oggi è proprio l'incontro tra l'attuale presidente ed i candidati interessati, la famiglia Tesoro. L'editore alessandrino ha accettato di incontrarli, cosa che non fece (con mille ragioni) con i rappresentanti di Ciuccariello, e se questo non dice nulla sul possibile esito della trattativa, è senz'altro inevitabile ascoltare il resoconto di chi afferma “il nostro interessamento verso il Torino è concreto”. Per lo meno, quello dei papabili acquirenti; la controparte è infatti in silenzio-stampa, e né il presidente Cairo né il ds Petrachi rilasciano dichiarazioni in merito.Abbiamo dunque sentito la versione di Antonio Tesoro, trentenne rampante e presidente della Pro Patria, che qui vi riproponiamo.Signor Tesoro, com'é andato il faccia-a-faccia con Urbano Cairo?E' stato positivo, per quanto interlocutorio.Quanto positivo?Se dovessi fornire una percentuale relativamente alle possibilità di successo nella trattativa, non sarei in grado di farlo. Perché non abbiamo ancora potuto vedere le carte, conoscere i costi di gestione, il monte ingaggi, gli impegni presi; attendiamo dunque che venga formulato un prezzo.Allora non c'é nulla di concreto?Di concreto c'é il nostro interesse. Dieci giorni fa era un'ipotesi aleatoria, ora abbiamo visto che c'é una possibilità di realizzazione. Cairo ha ribadito la sua intenzione di vendere.Avete avuto la percezione che lo voglia davvero?Sarei scorretto se dicessi il contrario, visto che ha dichiarato questo a mezzo stampa. Quando si chiarirà meglio la situazione lo sapremo con certezza anche noi, ma ora non posso dire che non ci sia l'intenzione.Quale potrebbe essere, a parer vostro, una quotazione adeguata per il Torino FC?Non è ancora possibile pronunciarsi in tal senso, perché non abbiamo ancora potuto visionare i conti. Se la cifra richiesta sarà consona a quello che riteremmo il valore adeguato, il tutto si potrà chiudere positivamente; salvo che non venga lanciata una richiesta di 50 o 60 milioni di euro...!Quanto tempo sareste disposti ad aspettare?Noi siamo dei mediani: andiamo in pressing, non ci stanchiamo facilmente. Chiaro, non siamo Abramovic, non pensiamo al tetto dell'Europa. Ma siamo gente concreta. Preferiremmo comunque che non si perdesse troppo tempo, anche perché questo può portare effetti non positivi sul campo di gioco; per la Pro Patria, che si deve salvare, e per il Torino che ha altri obiettivi.A proposito di obiettivi: chiaro che la differenza, tra Serie A e B, esiste eccome.Sarebbe un problema di valutazione; certo, in B c'è un valore, nella massima categoria un altro. Vedremo cosa accadrà.La domanda principale è questa: perché il Toro, e non un'altra? Cosa c'è, dietro il vostro interesse?Beh, perché il Toro? Questa è una domanda che potreste farmi se, invece che la squadra granata, avessi la possibilità di rilevare, che so, la Roma; allora potreste chiedermi perché il Toro e non la Roma. Ma quando parliamo del Toro parliamo di una grandissima piazza, la sesta in Italia. Parliamo della leggenda del calcio, il perché è presto detto e presto compreso; Toro, Juve, Milan, Inter, Roma, Napoli...abbiamo la possibilità di entrare nel vero e proprio gotha del calcio.Sì, ma come nasce la vostra voglia di acquistarlo?Nasce dal fatto che ci è stato offerto. Da Cairo? No; da politici locali. E poi da un giornale che ci ha cercati chiedendo se ci sarebbe piaciuto acquistare il Torino. Siamo grandi tifosi di calcio. Di che squadra? Non della Juventus, no. Anzi, è una di quelle che mi sono più antipatiche.Perché i tifosi del Toro dovrebbero fidarsi di voi, signor Tesoro?Vi dirò, spiace condurre questa trattativa in un momento in cui abbiamo poca credibilità calcistica. Siamo nell'ambiente praticamente da sei mesi, e abbiamo pagato il prezzo della nostra inesperienza con un momentaneo insuccesso sui campi. Avrei preferito, onestamente, pensare al Torino in un momento sportivamente felice, ma così non è.Dunque?La nostra serietà è comunque cosa poco discutibile. Quando prendemmo la Pro Patria, prima di rilasciare la primissima intervista abbiamo pagati tutti i debiti, anche quelli non necessariamente dovuti, i debiti morali. Siamo tra i pochi puntuali, in tutta la Lega Pro, nei pagamenti; sulla nostra affidabilità, nel mondo del calcio, c'è un micro-curriculum -non potrei definirlo diversamente- che garantisce.La gente granata ha patito fregature come nessun altro. Ribadiamo: come potete garantire sulla vostra credibilità?Non siamo degli sceicchi, ma il capitale sufficiente per prosperare e far prosperare nel calcio c'é. Abbiamo una reputazione abbastanza solida in tutto il campo degli affari. Chi ci ha messo alla prova, raramente è rimasto scontento di noi.E allora perché i risultati, nel calcio, vi danno torto? Non sono la miglior carta d'identità da presentare, eventualmente, a Torino.Se dovessimo addivenire ad un accordo che ci permetta di diventare presidenti del Torino, la nostra bravura si dovrà vedere soprattutto nello scegliere le persone giuste da far mettere all'opera. Alla Pro Patria la scelta è stata diversa, per una gestione di tipo quasi famigliare; ma è stata fatta per poter conoscere le dinamiche del calcio. Come posso scegliere i collaboratori e i movimenti giusti da fare, se non li conosco io in prima persona? Dunque, abbiamo voluto toccare con mano la realtà del calcio, il modo in cui si fanno gli affari. Per poi poterli affidare con piena coscienza a chi se ne intende più di noi.Dopo l'incontro con Cairo, quali sono i prossimi passi nella vostra agenda?Ora i professionisti si metteranno in contatto e quindi lavoreranno fino a disegnare un quadro chiaro della situazione. A quel punto, ci saranno le valutazioni e i successivi accordi. Possiamo fornire una tempistica, molto in linea di massima, di dieci giorni per un secondo contatto.
"Tesoro jr. risponde con cortesia a tutte le domande, anche a quelle pungenti, fatte non per cattiveria ma per scoprire quanto più possibile dell'interesse che sta portando questa famiglia di imprenditori a puntare la propria attenzione sul Torino. Dopo il presidente della Pro Patria, sentiamo anche il capostipite, Savino Tesoro.Signor Tesoro, Cairo è realmente disposto a cedervi il club?Le impressioni possono essere giuste o sbagliate, dunque è meglio non darvi troppo peso. Aspettiamo che ci dica qualcosa, comunque.Esiste la possibilità che l'attuale proprietario voglia attendere gli esiti sportivi della stagione?Può essere. E sarebbe cosa legittima, pur tenendo conto dei tempi di una trattativa che non può essere infinita. Intanto, è giusto che lui pensi a portare in Serie A il Torino, mentre noi cerchiamo di salvare la Pro Patria.Non possiamo ignorare che nel suo curriculum appaiono cose poco limpide, signor Tesoro.Io sono stato accusato di aver aiutato un mio amico per tentare una truffa ai danni dello Stato. Ma non c'é nulla di vero, se uno va a leggere gli atti si rende conto che non c'é nulla, infatti il provvedimento è stato annullato. I certificati sono puliti, quando sarà ora e se sarà ora spiegherò ai tifosi, documenti alla mano. C'é il Presidente del Consiglio che ogni giorno è accusato in nuovi processi. Io mai, neanche in uno.Quel che preme alla piazza è sapere che non c'è solo l'ennesimo fumo, ma anche un po' di arrosto, signor Tesoro. Perdoni la diffidenza.C'è il nostro interesse a rilevare la società. Siamo pronti, ovviamente deve essere d'accordo anche l'altra parte in causa. Non siamo nababbi, siamo imprenditori, giovani, nuovissimi nel mondo del calcio. Il Torino non è una squadretta, sarà una bella sfida, ammesso che riusciremo a rilevare la società. Non voglio fare promesse ai tifosi, anche per rispetto a Cairo. Ma noi abbiamo già manifestato l'intenzione a comprare e ora attendiamo fiduciosi gli sviluppi.Un'ultima domanda, che abbiamo proprio in gola: perché Michele Padovano...?Mah, vedremo. Ora pensiamo alle cose importanti; pensiamo a comprare il Torino.
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