- Calciomercato
- Prima Squadra
- Giovanili
- TN Radio
- Interviste
- Mondo Granata
- Italia Granata
- Campionato
- Altre News
- Forum
- Redazione TORONEWS
gazzanet
Mergin Vojvoda è sbarcato in Italia per diventare un giocatore del Torino. Il laterale destro di 25 anni arriva dallo Standard Liegi ed è pronto a unirsi alla squadra di Marco Giampaolo dopo aver superato le visite mediche. L’affare ha destato grande scalpore anche perché il club granata è arrivato al giocatore superando all’ultima curva l’Atalanta. A raccontare a Toro News qualcosa in più sul nuovo acquisto granata è Arben Berisha, uno tra i più importanti giornalisti sportivi in Kosovo. Lavora per RTK, la tv di stato del suo paese, e ha seguito moltissimi grandi eventi sportivi.
Arben, immaginiamo tu conosca molto bene Mergim Vojvoda. Che tipo è?
“E’ un ragazzo fantastico, molto allegro e di compagnia ma al tempo stesso un vero e proprio maniaco del lavoro. Sa inserirsi molto bene in un gruppo e ha sempre la battuta pronta, ma quando è ora di lavorare in allenamento o di scendere in campo in partita mentalmente è sempre pronto. La sua storia umana è particolare: è nato a Skenderaj, città situata in una regione, la Drenica, molto famosa per le guerre che l’hanno devastata quando la popolazione lottò per l’indipendenza dalla Serbia. A causa delle atrocità del regime serbo, tantissime famiglie negli anni passati sono state costrette ad abbandonare il paese, tra cui anche quella di Vojvoda, che ha girovagato parecchio prima di stabilirsi in Belgio. Tra l’altro, la famiglia Vojvoda è molto conosciuta in Drenica: suo cugino, Brahim Vojvoda (ora ritirato) è stato per anni il capocannoniere del massimo campionato kosovaro”.
LEGGI ANCHE: "Mergim" significa esilio: la storia di Vojvoda, dalla guerra in Kosovo alla fuga in Belgio
Credi che Vojvoda si adatterà bene al campionato italiano?
“Tradizionalmente la parte albanese della popolazione kosovara è sempre stata grande ammiratrice della Serie A. Riguardo a Mergim, può adattarsi tranquillamente perché si è sempre allenato da professionista e ha la capacità di dare sempre tutto quello che può. E, cosa da non sottovalutare, ha qualità fisiche e organiche assolutamente importanti”.
Quanto si parla in Kosovo di questo trasferimento?
“I media ne parlano tutti i giorni e approfondiscono la vicenda in modo particolareggiato perché si tratta di un giocatore importante della nostra Nazionale, ovviamente. In un primo momento dicevano che il giocatore era ad un passo dall’Atalanta, ma il Torino ha fatto di più per acquistarlo e tutti credono che il trasferimento in granata sia un salto in avanti molto importante per la sua carriera”.
Vojvoda è stato pagato dal Torino 5.5 milioni più bonus. Prezzo giusto?
“Secondo me sì. Vojvoda ha esperienza internazionale ed è uno dei giocatori più importanti della Nazionale del Kosovo. Il Torino per lui è un grande trampolino di lancio. Se il Torino capirà come gestirlo e come utilizzarlo, si tratta di un grande colpo di mercato”.
Al Torino, Vojvoda trova il capitano della sua nazionale, Samir Ujkani.
“Samir gli ha parlato molto bene del Torino e gli ha detto tutto quel che doveva dire sulla città. Lo aiuterà ad inserirsi nel modo più veloce possibile nel calcio italiano, se ce ne fosse bisogno, perché Mergim – come tutti i kosovari – ha una straordinaria e unica abilità di adattarsi ad ogni situazione. Sono tutti e due ragazzi con attitudine molto positiva al lavoro, gente che in uno spogliatoio può solo fare del bene”.
Che pensi di Ujkani, che ha appena rinnovato col Torino per un anno?
“Da anni è il capitano della Nazionale e il giocatore più influente in Kosovo. Questo perché è stato il primo calciatore albanese a scegliere di giocare per il Kosovo (in entrambi i paesi si parla la stessa lingua) e, quando lo ha fatto, la nostra nazionale non era nemmeno riconosciuta da Uefa e Fifa. Il suo esempio ha indotto altri calciatori a fare lo stesso e nel giro di qualche anno si è formato un gruppo competitivo, giovane e promettente che ha sfiorato la qualificazione all’Europeo. Ujkani, dunque, in Kosovo non è un semplice calciatore, ma un simbolo, perché ha avuto un grande ruolo per la crescita della nostra Nazionale, inducendo altri giocatori a fare la sua stessa scelta anche se giocavano in nazionali giovanili dell’Albania come Vojvoda. E poi ha una storia simile a quella di Mergim, perché anche la sua famiglia ha dovuto lasciare il Kosovo a causa dell’oppressione serba”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA