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interviste
di Valentino Della Casa
Torino-Ascoli è la sfida dei tanti doppi ex: da Taibi, a Comotto, a Cioffi a un attaccante, che ha fatto la storia...
"di Valentino Della Casa
"Torino-Ascoli è la sfida dei tanti doppi ex: da Taibi, a Comotto, a Cioffi a un attaccante, che ha fatto la storia recente dei granata, per il quale i numeri parlano molto, moltissimo chiaro, con 254 gare e 125 reti. Marco Ferrante è stato simbolo e idolo della curva per moltissimi anni (otto), e il Torino gli è rimasto nel cuore. In esclusiva TN, l’ex bomber granata ci racconta la sua Torino-Ascoli e fa alcune considerazioni sulla squadra di mister Lerda.Marco Ferrante, passato e presente del Toro. Fa effetto sentire che c’è un tuo omonimo, nella Primavera granata?Tanto, anche se tengo a precisare che non siamo parenti, né ci conosciamo. Vado però spesso a seguire le partite del mio amico Antonino Asta e alla lettura delle formazioni devo dire che ho provato una sensazione strana. L’elemento, tra l’altro mi sembra ottimo.Così come ottimo è l’apporto fino a questo momento di Diarra, giovane centrocampista centrale che proprio Marco Ferrante ha portato al Toro.Mi sembra veramente un valido giocatore: uno che ha il calcio nel sangue e ha delle doti fuori del comune. Non esagero quando dico che mi pare il prototipo di centrocampista alla Vieira: gamba lunga, grande fisicità e un tocco palla non da tutti. Se continua a crescere in questo modo, il Torino avrà fatto un grandissimo affare.Torino che, però, sta faticando in campionato. Come mai, nonostante i moltissimi cambi in questi anni, il risultato è sempre più deludente?Io non voglio fare da maestro a nessuno, ma se il presidente Cairo, che comunque ha speso tantissimo per il Toro e di questo gli va dato atto, continua a cambiare e non raccoglie nulla, vuol dire che il problema è proprio a monte. È facile dire che adesso il Toro va male, che adesso il Toro subisce tantissimi goal e ne fa sempre uno in meno dell’avversario. Facile e banale. Ma si sono chieste le cause? Tutti questi cambiamenti non hanno fatto bene, e secondo me ancora manca gran parte di quella gente veramente “da Toro”, come si dice in giro.Quindi il Torino, secondo Marco Ferrante, ha una valutazione insufficiente?Piena. Pienamente insufficiente. E lo dico da “addetto ai lavori”, perché se dovessi parlare da tifoso potrei anche dare un bel 6.5. Ho girato veramente per mari e monti, ho conosciuto tantissime realtà differenti e al di là di come sia andata la mia splendida avventura in granata, mi sono reso conto di come davvero questo sia un ambiente particolare. Non tutti riescono a fare bene. Ultimamente si è puntato troppo su qualità e nomea. Binomio che al Toro non calza proprio a pennello. È chiaro, bisogna avere giocatori in grado di “dare del tu” al pallone, ma servono anche tantissimi portatori d’acqua. Ce li ha il Milan (uno su tutti, Gattuso), ce li hanno tutte le grandi squadre. Non vedo perché non li debba avere il Toro, che fa proprio della grinta e dello spirito di sacrificio la sua arma migliore.Oltre queste ultime qualità, il Toro ha sempre avuto un rendimento in casa assolutamente a proprio vantaggio.Proprio così, al Delle Alpi, quando giocavo per i granata, c’era una vera e propria bolgia. Le squadre avversarie avevano paura della propria ombra. Ora non è più così. Ma se dite che è colpa dei tifosi, dite una stupidaggine. Il tifoso, infatti, può incitare tanto, tantissimo, o anche pochissimo. In campo, però, ci vanno i giocatori. Sono loro i veri interpreti della partita, e sono loro a dover fare in modo che il tifo li spinga alla vittoria. Il Comunale è una terra di conquista, altra cosa inaccettabile per il Toro, è su questo la squadra deve lavorare moltissimo.Tecnicamente, invece, quale pensi che sia il problema più grande per il Toro di Lerda?Intanto vorrei premettere che sono ideologicamente contrario all’esonero degli allenatori, a campionato in corso. È stato spesso dimostrato (Allegri al Cagliari è il migliore esempio che possa portare) che solo il tempo, e non dieci partite, può stabilire se un mister è adatto o no ad allenare una squadra. Bisogna, infatti, saper assimilare gli schemi, trovare il giusto amalgama. Al di là di questo io credo che il Toro debba imparare a non subire goal. Troppe sono le reti in passivo, mentre in attacco i granata hanno grandissime qualità, infatti si segna con una certa regolarità.Da Ferrante a Bianchi: caratteristiche diverse, ma allo stesso tempo molto simili per questa piazza.Rolando è molto più fisico di me, io probabilmente avevo più tecnica. Però è un giocatore che ha assolutamente dimostrato di sapersi meritare questa maglia e la fascia di capitano. È un ragazzo serissimo, parla poco e lavora molto. Il tipo di persona che piace a me. Il Toro fa bene a puntare su di lui: spero che con l’Ascoli ci sia, anche perché i suoi goal servono come il pane a questa squadra.Parliamo dell’Ascoli: la prima caratteristica dei bianconeri che ti viene in mente?Sicuramente la cattiveria agonistica. È una squadra molto difficile da affrontare, ha tanta grinta anche se pecca moltissimo in qualità. Non credo che sia pronta per un campionato di vertice, anzi, probabilmente sarà molto discontinua. Ma il Toro è attualmente un pugile ferito e deve stare molto attento, perché, così come il Frosinone, può succedere di tutto: lasciare che l’avversaria prenda coraggio sarebbe deleterio. Ultima domanda, quale pronostico azzarda Marco Ferrante per la partita di Lunedì?Uno fisso, non potrei fare altrimenti. Spero che il Toro riesca a farcela, anche perché deve assolutamente riprendersi. Rispetto alle quattro o cinque squadre che mi paiono più attrezzate per la promozione, la squadra può e deve avere dalla sua tutte quelle caratteristiche di cui vi ho parlato in precedenza, che non ha nessun altro. Il campionato, dunque, non è per nulla già chiuso, tutt’altro. Bisogna soltanto rimboccarsi le maniche e darsi da fare. Tanto.Grazie mille, Marco.Grazie a voi e forza Toro!
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