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interviste
di Valentino Della Casa
Insieme a Empoli-Atalanta, Reggina-Torino sarà il big match del quindicesimo turno d’andata di campionato cadetto 2010-2011. Entrambe le squadre hanno...
"di Valentino Della CasaInsieme a Empoli-Atalanta, Reggina-Torino sarà il big match del quindicesimo turno d’andata di campionato cadetto 2010-2011. Entrambe le squadre hanno attraversato momenti molti simili in questo calciomercato, zavorrate da giocatori con ingaggi importanti che non facevano più parte del progetto e alla ricerca di sostituti dalla minore nomea, ma dalla maggiore voglia di emergere. Toro News ha contattato in esclusiva Simone Giacchetta, Responsabile dell’Area Tecnica degli amaranto, che proprio tra le fila dei granata ha chiuso, nel 2004-2005, la sua carriera da calciatore.Simone Giacchetta, Reggina-Torino non sarà solo la partita di cartello di questo week end, ma avrà un significato molto particolare per lei.Esattamente, si tratta di una sfida che mi affascina moltissimo. A Reggio ho passato i miei migliori anni da calciatore (10 stagioni in amaranto, 276 presenze, 15 reti e la fascia da capitano, ndr), ma a Torino ho avuto il piacere di confrontarmi con una delle piazze più calde e importanti d’Italia. Non esagero quando dico che quella granata non è una semplice tifoseria, ma un vero e proprio popolo, che dimostra un attaccamento a questi colori veramente notevole. Peccato che quell’anno in granata sia coinciso con il fallimento cimminelliano.Già, fu un vero peccato perché riuscimmo a conquistare una sudatissima e meritatissima promozione, dopo un’annata difficile in cui la squadra ebbe però la possibilità di dimostrare appieno il proprio valore.E adesso, dal calcio giocato, è passato dall’altra parte, come dirigente. Fa effetto?Beh sicuramente è un cambiamento molto importante. E mi sono subito misurato con una situazione molto difficile come quella della Reggina, dove abbiamo dovuto mettere in atto una vera e propria rivoluzione, cedendo i giocatori che non potevano più far parte del nostro progetto, ma che costavano tantissimo alle casse societarie. Mi sembra che le cose stiano andando bene, anche perché avevamo come obiettivo primario quello di riconquistare il nostro pubblico, pur con un budget molto limitato.27 punti in 14 partite, un terzo posto sorprendente, questa Reggina dove vuole arrivare?Noi puntiamo alla salvezza e restiamo con i piedi ben piantati per terra. Il calcio è pienissimo di esempi di squadre che hanno fatto bene all’inizio e poi si sono perse nel momento più importante. Senza andare troppo indietro, mi viene in mente l’Ancona dell’anno scorso, che, dopo una prima parte folgorante, si è salvata alla penultima giornata.Parlando di mercato, invece, sembra che lei e Petrachi abbiate un’idea molto simile di calcio. Concorda?Beh, io dico che ha ragione il DS granata quando dice che la testa viene prima di tutto. Basti pensare all’anno scorso, quando a Gennaio il Toro ha fatto la famosa rivoluzione di mercato: ha comprato giocatori dalla Lega Pro, non giocatori di Champions’ League. Eppure sono arrivati in finale dei Play Off. Perché? Semplicemente perché per i vari D’Ambrosio e altri, il Torino era come la Nazionale. Quest’estate abbiamo passato un periodo molto travagliato, ma siamo riusciti nei nostri obiettivi di cedere i giocatori in esubero e ridurre notevolmente il monte ingaggi, e poi un applauso bisognerebbe farlo ad Aztori, eccezionale nel trovare presto gli equilibri necessari, in campo e fuori dal campo. Il Torino, comunque, a mio parere ha un organico veramente di altissima qualità, con un attacco che potrebbe benissimo giocare in Serie A, senza che nessuno dica qualcosa. Penso che con il tempo le qualità dei granata verranno fuori. Con il tempo, ho detto, ma a partire dalla sedicesima giornata (ride, ndr).Un obiettivo granata è stato Tedesco, il quale però ha preferito rimanere in quel di Reggio, ce lo conferma?Sì, c’è stato un discorso in ballo, e lo conferma il fatto che poi il Toro abbia comprato De Feudis, giocatore dalle caratteristiche simili. Noi dal Toro abbiamo acquistato Colombo, proprio al fotofinish. Il ragazzo è dispiaciutissimo per l’espulsione rimediata Martedì. Voleva scendere in campo, come tutti quei giocatori che voglio dimostrare alle ex squadre che si sono sbagliate a non puntare su di loro.Anche la Reggina, come il Toro, aveva grandi difficoltà con gli ingaggi e i costi di gestione. Ma il problema dove sta?Il problema sta a monte, ed è un problema solo del calcio italiano. Mi spiego meglio, a mio parere andrebbe rifondato tutto il sistema calcio in Italia, con la creazione di seconde squadre e maggiore assistenza ai giovani calciatori. Se ci fosse il Torino B, ad esempio, i vari Saumel, Diana e Loviso potrebbero, per esempio, giocare con continuità, e insieme a loro potrebbero essere promossi dalla Primavera i ragazzi più meritevoli. È inutile negarlo, un giovane diciottenne impara moltissimo, giocando con un trentenne, che avrebbe così la possibilità di farsi ancora notare e magari trovare una sistemazione a Gennaio. E poi bisogna avere davvero il coraggio di far giocare con continuità i prodotti del vivaio, non solo di farli esordire, senza considerare che poi in altri paesi si cura moltissimo l’aspetto dell’istruzione dei ragazzi, che qui passa in secondo, se non in terzo piano.Non rischia di diventare un ulteriore costo per le già povere casse societarie delle varie squadre?Io credo che sia un costo più alto tenere un Diana fuori lista, che farlo giocare con continuità. Solo in Italia sono fallite moltissime società, mentre questo non è successo all’estero, ma non parlo solo delle ultracitate Spagna e Inghilterra, ma anche Austria, Francia e così via. Questa rivoluzione dovrebbe partire dal basso, ma dall’alto – dove, ricordo, ci sono almeno 20 milioni di differenza rispetto alle società di B e quindi è minore il rischio fallimento – deve esserci l’input di voler cambiare, altrimenti tutto questo sistema rischia di collassare ulteriormente, rispetto a quanto già non stia succedendo ora.Grazie mille, Giacchetta.Grazie a voi e un saluto a tutti i tifosi del Toro.
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