interviste

Claudio Sala: ”Il vero Derby è solo con la Juve”

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Claudio Sala. Il poeta del gol di derby se ne intende.
Redazione Toro News

Ma quello con il Novara è un derby o no? Dopo la simpatica frecciatina di Lerda, per il quale derby è solo quello con la Juve, abbiamo posto lo stesso interrogativo a Claudio Sala. Il poeta del gol di derby se ne intende, e faceva anche parte dell’undici che ha battuto il Novara nell’ultimo incontro ufficiale tra le due formazioni. Su Torino-Novara si sono spese tante parole. Lo si può chiamare derby?   Non è il vero derby. Certo, è un derby piemontese, questo sì, ma quello vero è con la Juve. Lei era in campo in quel Torino-Novara di Coppa Italia. Sì, e ho letto di aver fatto anche gol, così come Lombardo. Posso essere sincero? Non me lo ricordo. Non era una gara importante, non di campionato, forse è per questo che non lo rammento. Andrò a cercare sull’almanacco. Come giudica la partenza delle due squadre? Il Novara vive di entusiamo, è una neopromossa, il gruppo non ha cambiato molto. E poi, cosa importante, non ha l’assillo del risultato. Il Toro, al contrario, ha cambiato tantissimo e ogni volta che fa un passo falso succede il finimondo, fa subito notizia; c’è più tensione, più pressione, e questo non aiuta, serve avere tanta personalità.  A proposito di personalità, chi nel Toro ne ha da vendere? Bianchi, e lo si sa già, ma vorrei sottolineare anche l’importanza di Sgrigna. Lo scorso anno, a Vicenza, ricordo che da solo battè il Toro. Da quella partita in poi mi è rimasto impresso, non a caso la scorsa settimana è stato decisivo con il Sassuolo. Come vede i granata rispetto alle altre pretendenti alla promozione? Secondo il mio punto di vista il Torino non ha nulla da invidiare ad Atalanta e Siena: ha tenuto Bianchi, ha acquistato giocatori come Sgrigna. La squadra non è partita bene ma è sicuramente all’altezza. Quindi campagna acquisti positiva? Personalmente avrei tenuto Sereni. Lo scorso campionato non ha parato solo il parabile, ma anche quello che parabile non era. So che il problema era l’ingaggio del giocatore, ma credo che gli altri tre, Rubinho, Morello e Bassi costino, seppur tutti e tre insieme, quanto Sereni. Ha sempre garantito continuità, era da tenere. Ma in questo Toro c’è un giocatore che le ricorda se stesso, anche se non nel suo ruolo specifico? Faccio due nomi. Dico Sgrigna e Gasbarroni. Il primo per la sua personalità, oltre che per le caratteristiche fisiche e tecniche. Il secondo è uno dei pochi capaci a saltare l’uomo, ha avuto poca continuità ma non so da cosa dipenda. A Torino c’è pressione, come da lei già sottolineato. E la contestazione che ruolo gioca ai fini dell’equilibrio della squadra? Ovviamente la contestazione disturba la squadra. Ma è innegabile che il rapporto tra tifoso e giocatore sia molto cambiato rispetto agli anni precedenti, e non parlo solo del Toro. Si è sempre detto che il tifoso è il dodicesimo uomo in campo, ora il tifoso vuole garanzie. E la serie B non aiuta, non è la piazza che il Toro merita.

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