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interviste
In soli sei mesi a Torino Filippo Antonelli si è fatto apprezzare da tutto l’ambiente granata, per il comportamento sempre esemplare in campo e per le sue qualità. Purtroppo un infortunio lo ha bloccato in un momento molto...
In soli sei mesi a Torino Filippo Antonelli si è fatto apprezzare da tutto l’ambiente granata, per il comportamento sempre esemplare in campo e per le sue qualità. Purtroppo un infortunio lo ha bloccato in un momento molto importante ma l’esterno, tornato in maglia granata a più di dieci anni di distanza da quando militò nel settore giovanile, ha dato sempre tutto per la squadra. In esclusiva per Toro News lo abbiamo intervistato, in quanto doppio ex della sfida in programma domani sera tra Bari e Torino.
Ciao Filippo, si affrontano due squadre del tuo recentissimo passato, con cui hai militato addirittura nella stessa stagione. Che esperienze sono state?“Bellissime. A Bari sono arrivato in un momento in cui la squadra di Ventura volava. Un campionato superiore a qualsiasi pronostico e io, pur giocando poco, ho arricchito molto il bagaglio calcistico. Giocavo in una realtà molto competitiva. L’esperienza di Torino, allo stesso modo, è stata fantastica. Una grande rincorsa, interrotta bruscamente solo all’ultimo”.
Domani al “San Nicola” si sfidano due squadre in grossa difficoltà. Che partita sarà?“Sì, è un momento delicato per entrambe. Lo so sentendo anche i miei ex compagni, che mi raccontano cosa succede nelle rispettive piazze. Per quanto riguarda il Bari è sempre difficile ripetersi, ma credo abbia tutte le qualità per salvarsi. In casa Toro, invece, credo non si dia tanta importanza alla partita, in questo momento è fondamentale il campionato, dove spero riesca presto a risalire. Sono certo, comunque, che verrà fuori una bella partita, visto che il Bari sa giocare bene e il Toro ha grandi giocatori”.
Come mai, secondo te, le stagioni del Toro partono tutte sotto i migliori auspici e poi, invece, il campo dice tutt’altro?“Bisogna partire dal presupposto che vincere non è mai facile. Le altre ti aspettano sempre con il coltello tra i denti, mentre tu sei costantemente sotto pressione. Serve essere umili e dare continuità ai risultati. Solo così si centrano gli obiettivi in serie B”.
Parlando di Triestina, dopo un inizio favoloso ora state attraversando un periodo cupo. Sai spiegarti il motivo?“Abbiamo fatto sette risultati utili consecutivi, un fatto quasi storico per la Triestina, e forse abbiamo perso un po’ di vista quale è il vero obiettivo della squadra e cioè la salvezza. Non credo si tratti di presunzione ma semplicemente abbiamo affrontato le ultime due gare con un piglio diverso e ci hanno subito punito. Ma ci può anche stare quando sono tanti i giovani presenti in organico”.
Avete già incontrato squadre come Novara, Siena ed Empoli. Qual è quella che ti ha impressionato di più?“A Novara non c’ero e quindi non posso giudicare, anche se mi è stato riferito che si tratta di una squadra che gioca un ottimo calcio. Ma secondo me la più attrezzata tra tutte è il Siena. Tanti giocatori forti e un gioco già pronto. E’ la favorita numero uno per la promozione in serie A”.
In generale, invece, che campionato di serie B hai visto fino ad ora. E’ più competitivo o no rispetto al passato?“A me sembra che sia inferiore rispetti agli anni scorsi. Tanti giovani e un equilibrio sottilissimo si vede sui vari campi. Viene fuori chi riesce ad avere continuità di risultati. E’ proprio il problema del Toro questo ma c’è un motivo. Se perdi una partita poi sei già costretto a vincere quella dopo, non puoi accontentarti del pareggio e allora rischi di più. Quando scattano questi meccanismi tutto diventa più difficile”.
Grazie mille Filippo dell’intervista.“Grazie a voi. Un saluto a tutti i tifosi”.
(foto: M. Dreosti)
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