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interviste
di Roberto Maccario - Sardo di nascita, veronese d’adozione, ma con il granata nel cuore. Questa è la storia di Vittorio Pusceddu, terzino del Torino a due riprese e punto di forza dell’ultimo Verona ...
Già, quella maledetta stagione ‘97/98 con la serie A sfuggita ai rigori nello spareggio di Reggio Emilia contro il Perugia…Arrivai a Torino a gennaio dall’Empoli nell’ambito dell’operazione Florjancic: con Reja in panchina facemmo una splendida cavalcata dalle zone basse della classifica al quarto posto. Poi iniziarono a succedere cose strane e la promozione se ne andò via con quel palo di Dorigo su rigore…
Veniamo adesso agli anni veronesi, anni dolci e amari.E’ vero, nella prima stagione retrocedemmo in serie B ma poi riuscimmo immediatamente a risalire. In ogni caso anche a Verona mi sono trovato molto bene e si può addirittura dire che io sia un veronese d’adozione in quanto mia moglie è scaligera ed ora io vivo qui.
Lei era uno specialista dei calci piazzati: vede tra i giocatori che scenderanno in campo domenica qualche buon tiratore?Seguo spesso il Verona e dico Ferrari; nel Torino non saprei anche se Bianchi ha un tiro molto potente. In ogni caso con i palloni di oggi per i portieri è molto più difficile: la sfera prende una traiettoria strana e difficile da controllare e infatti spesso gli estremi difensori sono costretti a respingere e a non rischiare la presa.
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