Oggi procuratore, Jimmy Alberto Fontana per i tifosi del Torino resta uno dei numeri 12 più apprezzati della storia. Granata nel DNA, Fontana ha vestito per 22 volte la maglia granata ma le stagioni vissute con il Torino sono state sette, a cavallo tra il fallimento e l’avvento di Urbano Cairo. Proprio nella prima stagione dell’attuale presidente granata, fu compagno, tra gli altri, di Davide Nicola. In esclusiva a Toro News Jimmy Fontana ci parla del momento granata e della sua nuova vita da agente.
Esclusiva
Jimmy Fontana: “Toro, tieniti stretto Sirigu. Nicola? È evoluto come uomo”
Oggi procuratore, Fontana ha vestito per sette stagioni la maglia del Torino, lui che ha nel Dna il granata
Buongiorno Jimmy, il Torino sembra aver cambiato passo. Come giudica lo sprint finale per non retrocedere?
“Il nuovo allenatore ha portato entusiasmo, energia ad una squadra che ha una rosa competitiva. Il Torino ha la rosa più forte tra quelle coinvolte per la lotta per non retrocedere. L’avventura di Giampaolo è stata purtroppo sfortunata. Secondo me è stata un’estate particolare: ritiro più corto e poche amichevoli. Giampaolo non è così riuscito ad imporre le sue idee. Nicola è stato bravo a toccare i giusti tasti. Il gruppo appariva bloccato. L’inerzia appare positiva. Sono ottimista sulla salvezza dei granata. In questo momento non fa tanto la differenza il punto in più o in meno in classifica, quanto l’energia e la compattezza del gruppo. In tal senso il Torino mi appare particolarmente coeso”.
Ripartirebbe da Nicola per la prossima stagione?
“Perché no? Ha dimostrato sul campo di meritare un’eventuale conferma”.
Lei e Davide Nicola avete giocato assieme. Che persona ricorda?
“Quando si è calciatori si è persone differenti rispetto alla seconda parte della carriera. Lo sto provando io sulla mia pelle: l’agente che sono oggi è totalmente diverso rispetto al portiere che ero ieri. È come confrontare la maturità di un ragazzo a un uomo di cinquant’anni con svariate esperienze lavorative alle spalle. Davide Nicola giocatore, dunque, non c’entra nulla con Davide Nicola allenatore e non è un aspetto negativo, anzi. Ha fatto la sua evoluzione come uomo. Si vedeva già all’epoca che faceva dell’agonismo e dell’energia le sue doti migliori. Anche tatticamente era un ragazzo intelligente. Si poteva intuire che sarebbe diventato un buon tecnico. In questo Torino ritengo che abbia dato un importante scossa mentale”.
Capitolo rinnovo di Andrea Belotti. Da cuore granata cosa consiglierebbe al “Gallo”?
“Se devo ragionare come tifoso, la speranza è che Belotti resti al Torino. Nel calcio contemporaneo le bandiere sono praticamente scomparse. Credo che Belotti si trovi bene a Torino e vivere in un posto nel quale si è amati non è male. Gli auguro di poter trovare una soluzione con la società per il rinnovo del contratto”.
Martedì il mondo granata ha ricordato il Grande Torino. Cosa significa per lei il 4 maggio?
“Il 4 maggio per me dovrebbe essere semplicemente la celebrazione del Grande Torino. Al di là della tragedia, è quella squadra capitanata da Valentino Mazzola a rendere famoso ancora oggi in tutto il mondo il Torino Calcio. Senza gli Invincibili il Torino non avrebbe il bacino d’utenza odierno. Purtroppo, però, il 4 maggio si è trasformato molto spesso negli ultimi anni in un momento nel quale incitare la squadra se va bene o contestarla se va male. Secondo me questa è una grave macchia che si è verificata negli ultimi anni. Ho vissuto sette 4 maggio da giocatore del Torino e due di quelli, culminati con le due retrocessioni, erano stati oggetto di contestazione. Sono episodi che non devono verificarsi mai più. Il 4 maggio non si celebra il Torino di Belotti o di Sirigu, ma si celebra il Grande Torino”.
A proposito di Salvatore Sirigu, come giudica la sua stagione?
“È un portiere d’esperienza, è il portiere della nazionale. Sirigu, per me non si può mettere in discussione. Sirigu ci aveva abituato troppo bene e quindi quando ha vissuto un momento difficile tutto si è amplificato. Quasi non si riescono a concepire i suoi errori. Se fossi il Torino, mi terrei Sirigu stretto”.
Come si trova Jimmy Fontana nei panni di agente?
“Ho iniziato questa carriera da otto anni. Ho preso la licenza nel 2013. Sentivo dentro di me questo ruolo. È un lavoro per il quale si viaggia molto. C’è parecchia competizione, ma ho trovato il vestito giusto”.
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