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TRIESTE, ITALY - OCTOBER 31: Claudio Pani (R) of US Triestina Calcio battles of the ball with Massimo Loviso (L) of Torino FC during the Serie B match US Triestina Calcio and Torino FC at Stadio Nereo Rocco on October 31, 2009 in Trieste, Italy. (Photo by Dino Panato/Getty Images)
Con la casacca del Torino Massimo Loviso ha giocato soltanto 19 partite nella prima parte della stagione 2009/2010, quella con Stefano Colantuono in panchina, la prima dopo la retrocessione. L’esperienza di Loviso non fu particolarmente felice e durante la “rivoluzione dei Peones” di gennaio fu mandato in prestito al Lecce senza più ufficialmente far ritorno sotto la Mole (in estate si accasò al Crotone). Il centrocampista, oggi 37enne, deve le sue fortune soprattutto al prossimo avversario del Torino, il Bologna, club con il quale si è affacciato nel grande calcio all’inizio del secolo. In vista del lunch match di domenica, in esclusiva su Toro News Loviso ci parla della sfida tra Ivan Juric e Sinisa Mihajlovic e non solo.
Buongiorno Massimo, che match si aspetta all’ora di pranzo domenica?
“Una bella partita perché di fronte ci saranno due allenatori sanguigni. Lo capisci anche dalle dichiarazioni che rilasciano. Entrambi parlano sempre di carattere, di determinazione, di fame. Sarà una partita maschia. Inoltre, Sinisa è un ex e ci tiene a questa partita”.
Le sta piacendo il Torino di questa stagione?
“Sì, seppur tra alti e bassi. Ora sta trovando la giusta quadratura. Vedo che c’è qualità e questo è qualcosa di positivo per una squadra e una società come il Torino”.
Qualità anche in mezzo al campo, soprattutto rispetto alle scorse stagioni...
“Sì, concordo. In mezzo c’è qualità. Ho visto Pobega nelle ultime partite e mi ha lasciato un’ottima impressione. È migliorato molto rispetto anche allo scorso campionato allo Spezia. Credo che il merito sia di Juric. Fa pedalare tutti con il ritmo giusto e anche tatticamente dona consigli preziosi perché è molto preparato. Fa migliorare parecchio i giocatori”.
E che idea si è fatto del Bologna 2021/2022?
“Sono più che contento di vedere il Bologna in alto. Sono legato al Bologna. Ha giovani interessanti che stanno crescendo. La società ha intrapreso una linea e la sta portando avanti. I risultati sono figli di scelte di una certa filosofia”.
Quando è difficile riemergere per alcuni elementi che sono stati protagonisti in passato e ora si ritrovano ad essere dei rincalzi? Pensiamo a Baselli e a Rincon, a Izzo e a Zaza.
“Fa parte del ciclo di un giocatore e fa parte della vita. Tutto sta in quello che una persona ha dentro a livello di carattere e di orgoglio. Ma Juric è un mister importante che fa tirare fuori a ognuno dei giocatori qualcosa di viscerale. Ascoltandolo ognuno può riemergere”.
Anche la sua esperienza al Torino non fu felicissima...
“Fu una stagione travagliata, in effetti. Sono ancora dispiaciuto perché avevo firmato un contratto di tre anni ed ero stato pagato per metà cartellino quasi un milione di euro. Il peccato è aver giocato poco. Sono rimasto solo sei mesi, gli altri sei sono stato in prestito e poi mi sono accasato altrove. Mi sono comunque bastati sei mesi per comprendere il peso di quella casacca. È stato un momento di crescita umana e calcistica. Sono e rimango onorato di aver vestito la maglia del Torino”.
E nel 2021 Loviso continua a giocare, vero?
“Ho accettato una nuova sfida in Eccellenza all’Aquila, una società che non ha nulla a che fare con il calcio che ho conosciuto io. Ma c’è da vincere e da recuperare punti, quindi è pur sempre una nuova sfida. Finché ho passione ed entusiasmo vado avanti”.
Nel futuro dopo il calcio cosa c’è per Loviso?
“Per ora mi godo ancora il campo, ma fin da bambino mi piace il ruolo dell’allenatore. Un mestiere difficile che però in futuro vorrò fare”.
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