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interviste
di Davide Agazzi - Una discreta carriera da giocatore, avvocato e dirigente sportivo. Queste le tre note essenziali su Fabio Lupo, da poche ore nuovo responsabile tecnico del settore giovanile della Sampdoria. I tifosi granata...
di Davide Agazzi - Una discreta carriera da giocatore, avvocato e dirigente sportivo. Queste le tre note essenziali su Fabio Lupo, da poche ore nuovo responsabile tecnico del settore giovanile della Sampdoria. I tifosi granata lo ricordano sotto altre vesti, quelle di direttore sportivo al fianco di Walter Novellino, nella stagione 2007-2008. Recoba, Ventola, Corini e Sereni sono solo alcuni dei nomi portati sotto la Mole e che riescono a portare a casa una rosicata salvezza. Abbiamo intervistato, in esclusiva, il neo dirigente doriano, per sapere quale sarà la Sampdoria del prossimo anno e che ricordi porta della sua parentesi granata.
Buongiorno Lupo, arrivare alla Sampdoria è un traguardo importante. Cosa dice di queste prime ore doriane?La Sampdoria ha una storia incredibile, è una squadra con una grande tradizione. Sono contentissimo di essere arrivato qui, ma ora bisogna tornare in Serie A.
La società non vuole perdere tempo e vuole subito dimenticarsi la retrocessione. Come potrà avvenire tutto questo?Dobbiamo ripartire dall'anno scorso, perchè non è tutto da buttare via. L'organico di questa squadra non è da Serie B e vogliamo tornare a giocare in un palcoscenico più congruo. Sono stati fatti degli errori, ma quest'anno non vogliamo sbagliare.
La Serie B è un campionato che può presentare più insidie del previsto. Molte squadre blasonate falliscono i propri obiettivi. Come mai?La tradizione ed il blasone non ti fanno vincere le partite. Bisogna rapportare tutto alla categoria. Il campionato cadetto sarà sicuramente meno tecnico, ma è molto più intenso. Ci sono tantissime partite e tutte le squadre cercano di vincere qualsiasi partita.
Tra le grandi deluse di questi anni, c'è sicuramente il Torino. Lei che ha vissuto la piazza granata, cosa crede che non funzioni in questa società?Alla società di Cairo è sempre mancata continuità, cosa che ha cercato di migliorare negli ultimi anni. Ha affidato buona parte del lavoro a Petrachi e credo che abbia fatto abbastanza bene. Purtroppo non sono arrivati i risultati sperati, ma il Toro è stato molto sfortunato.
A livello societario, non può influire negativamente l'assenza di un direttore generale?Se il Toro non ha un d.g. è perchè il presidente crede di poterne fare a meno. E' una figura importante, specie per l'aspetto amministrativo; ma non credo si possano imputare i risultati all'assenza di un dirigente.
Lei ha lavorato a Torino, che ricordi conserva di questa piazza?E' impossibile non innamorarsi del Toro. I tifosi e la città sono unici. Durante la mia gestione, ci furono problemi nel raggiungere i risultati, ma credo che quella dirigenza avesse dimostrato di saper lavorare bene, c'era una buona organizzazione.
Infine, quali novità sul mercato blucerchiato? Cacia potrebbe essere l'uomo giusto per l'attacco?Ci sono tanti nomi, ma al momento dobbiamo pensare esclusivamente alle compartecipazioni. Da venerdì sapremo quale sarà il nostro organico e potremo sapere su chi e cosa puntare.
(foto M.Dreosti)
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