“Da Urbano Cairo vedo sempre le stesse promesse che vengono disattese. Non mi illudo più. Questa è la mia posizione un po’ diversa rispetto a quella di molti altri tifosi granata”. Apre così la chiacchierata in esclusiva con Toro News il torinese e torinista Elio Alexander De Grandi, meglio noto come Mago Alexander (illusionista e conduttore televisivo, celebre per le numerose partecipazioni a programmi cult come Domenica In o Non è la Rai). Si è partiti dalla dichiarazione del presidente del Torino circa l’acquisto dello stadio Olimpico-Grande Torino e si è andati un po’ più a fondo nel momento storico granata.
Esclusiva
Mago Alexander a TN: “Stadio di proprietà? Cairo non mi illude più”
Come l’ha interpretata la dichiarazione di Cairo circa un interesse, a certe condizioni, per comprare l'Olimpico Grande Torino? “Tutto si può dire di Cairo ma non è affatto uno sprovveduto. Se ha fatto quel tipo di dichiarazione vuol dire che ha un suo piano. Una squadra con uno stadio di proprietà vale di più. Al momento è fortunato perché i Comuni che hanno gli stadi non vedono l’ora di sbolognarseli, sono un’inutile mungitura di soldi. Solo gli ingenui possono pensare che la Città voglia fare questa operazione per il bene del Torino. Cairo ha grandi capacità e la sua carriera lo dimostra. Purtroppo, mi fa incavolare perché nel Torino non ha mai messo attaccamento e cuore”.
Lo vorrebbe più simile ad Aurelio De Laurentiis? “De Laurentiis non è più ricco del Cairo di oggi, ma il presidente del Napoli ha messo qualcosa in più. Sapete dove? Ha rischiato negli investimenti. Il Napoli era messo peggio del Torino e quest’anno è sulla bocca di tutti anche in Europa. Sono molto contento per il club azzurro: la cosa più bella della stagione”.
Dal punto di vista sportivo è contento del Torino 2022/2023? “Sì, lo sono. Abbiamo un allenatore bravissimo, giusto per noi. Magari se andasse al Chelsea non sarebbe adatto. Ma lavora bene, è il più giusto in circolazione per la nostra realtà; tra l’altro, per la gioia del nostro presidente crea plusvalenze. Faccio discorsi sentiti e risentiti: se tu finisci un campionato in un certo modo e poi ti vendono i più forti, non puoi mai progredire veramente. Fino allo scorso anno c’era l’alibi del Covid, che sembrava aver toccato solo il Torino. Ora, vedremo come evolveranno le cose in estate. La squadra per l’organico che ha sta facendo bene. Ha ritmo e diverte. Purtroppo, ha una panchina troppo spesso corta e questo si riflette negli ultimi 25/30 minuti di ogni partita, dove si fa parecchia fatica. I cambi in altre squadre incidono, nella nostra raramente. Le sostituzioni sono un’arma in meno a disposizione dell’allenatore”.
Resta fiducioso per la permanenza di Ivan Juric? “Ci spero tanto. Juric avrà capito benissimo com’è Cairo e quindi bisogna capire se si fida ancora o in alternativa se vorrà delle garanzie. Se Juric si ferma qui, allora vuol dire che sarà stato accontentato in qualcosa dalla società. Non dimentichiamoci che alcuni giocatori della scorsa stagione per caratteristiche non sono mai stati sostituiti”.
Ma alcuni investimenti non sono mancati negli ultimi mesi, vedi Ilic. “Vero. Ilic è sulla carta molto forte. Non ha ancora un gran ritmo nei contrasti ma è molto tecnico. Se farà gli stessi progressi di Ricci, il nostro centrocampo sarà molto forte. Comunque, non mi illudo perché mi attendo delle cessioni eccellenti in estate. Il Torino di Cairo è sempre destinato a inseguire il Sacro Graal che non arriva mai”.
Di chi non si priverebbe tra i giocatori da riscattare? “Se fosse possibile di nessuno. Vlasic è ancora giovane ed è forte fisicamente; è una trottola, ha piede e tecnica. Ha avuto una flessione dopo il Mondiale ma lo terrei. Miranchuk è poco continuo ma sa tirare fuori il coniglio dal cilindro, restando in temi a me cari. E anche Lazaro lo terrei perché quando ha giocato mi ha sorpreso positivamente; sa crossare e ha qualità”.
E chi prenderebbe? “Beh, mi piacerebbe molto Nzola. È vero che milita in una squadra che lotta per salvarsi ma è un gran bell'attaccante che potrebbe venire via a poco”.
Potesse fare, come da professione, una magia sul Torino, cosa proporrebbe al popolo granata per renderlo felice? “Farei materializzare un acquirente che abbia voglia di spendere e abbia a cuore il Torino. La magia sarebbe quella di compiere finalmente il passaggio di consegne da Cairo a un successore. Lui sarebbe contento perché avrebbe le tasche un po’ più piene e anch’io lo sarei. Le parole sono state tante, le promesse disattese di più. Poi, capisco benissimo chi ha paura dell’ignoto ma io sarei disposto a correre il rischio. Questa è soltanto la mia umile opinione quando ci stiamo avvicinando ai 18 anni di gestione Cairo”.
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