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GENOA, ITALY - APRIL 02: Head coach of Genoa Andrea Mandorlini looks on during the Serie A match between Genoa CFC and Atalanta BC at Stadio Luigi Ferraris on April 2, 2017 in Genoa, Italy. (Photo by Paolo Rattini/Getty Images)
Andrea Mandorlini lega il proprio nome, tra le altre squadre, al Torino e al Sassuolo. Con la maglia granata ha esordito tra i professionisti sul finire degli anni Settanta come difensore, mentre da allenatore ha guidato i neroverdi nella stagione 2008/2009. In occasione di Torino-Sassuolo di domenica 23 gennaio, l’ex tecnico del Padova, oggi in cerca di una nuova squadra, in esclusiva su Toro News illustra i principali temi della sfida tra i piemontesi di Ivan Juric e gli emiliani di Alessio Dionisi.
Buongiorno mister, che gara si attende domenica tra Torino e Sassuolo?
“Il Torino sta facendo molto bene. Sta attraversando un momento di grande entusiasmo e di grande convinzione. È in crescita. Il Sassuolo, invece, è una squadra giovane che però rappresenta una solida realtà del nostro calcio da diversi anni. Si presenta forte della vittoria in Coppa Italia contro il Cagliari. Credo, però, che il Torino al momento sia una delle formazioni che stia meglio nel torneo di Serie A e quindi indipendentemente dall’avversario i granata sono difficili da affrontare. Il Toro di oggi ha poche rivali”.
Chi aveva il compito più difficile tra Ivan Juric o Alessio Dionisi?
“Credo, senz’ombra di dubbio, Ivan Juric. Il Torino arrivava da due stagioni travagliate ma il nuovo tecnico è stato capace di portare una nuova mentalità. I due anni di Roberto De Zerbi avevano dato un ottimo livello al Sassuolo sotto tanti punti di vista e Dionisi ha potuto approfittare di questo lavoro svolto dal predecessore. Dionisi ha avuto un leggero vantaggio. Il lavoro di Juric è stato fin qui fantastico”.
Quanto può essere importante la spensieratezza di Torino e Sassuolo nella gara di domenica?
“Credo che entrambe le formazioni siano serene, avendo nel mirino la salvezza come primo obiettivo ed avendo già svolto gran parte del lavoro. Mi attendo, di conseguenza, una partita giocata a viso aperto. Il Sassuolo è più giovane rispetto al Torino e ha grandi talenti in attacco, molto promettenti e importanti per il futuro del calcio italiano. I granata hanno una classifica di partenza di primo piano e credo vorranno migliorarla sempre più. Juric ha già fatto capire che non si accontenta. Farà di tutto per vincere la partita e per dare continuità ai risultati positivi. Tra l’altro, l’intermezzo della Coppa Italia potrebbe aver tolto qualche energia fisica e mentale al Sassuolo. Per i neroverdi sarà un pomeriggio non semplice quello sotto la Mole”.
Da ex difensore si aspettava una crescita così esponenziale di Gleison Bremer?
“Bremer è un pilastro non soltanto del Torino, ma dell’intera Serie A. Ha un mercato importante e non mi sorprende. Si vedeva che aveva qualità di un certo tipo. Con l’avvento di questo nuovo modo di giocare Bremer è stato esaltato. Si vede che sta bene, altrimenti non si potrebbero giocare in quel modo gli uno contro uno. Un giocatore potenzialmente forte oggi è divenuto un difensore completo e lo dimostra in ogni gara che gioca”.
Il Torino può ambire a un piazzamento europeo?
“Il torneo è molto competitivo in questa stagione. Nel gruppo alle spalle delle primissime non si può escludere il Torino che può lottare insieme alle romane e alla Fiorentina. Ci sono tante squadre che possono ambire all’Europa. Qualche punto di distacco c’è, ma c’è quasi tutto un girone per colmarlo. Le opportunità non mancano ai granata. Il Torino farà di tutto per raggiungere l’ambito traguardo. È nelle corde dell’allenatore stimolare al massimo i giocatori per inseguire il sogno europeo”.
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