Sui social vi sarà capitato di imbattervi nell'immagine di Marco Ligabue esultante al Mapei Stadium dopo il fischio finale di Sassuolo-Torino. Il cantautore di fede granata, emiliano doc come il fratello Luciano, non poteva mancare l'occasione per tornare allo stadio a rivedere il suo Torino e ne abbiamo approfittato per fare una chiacchierata con lui riguardo la partita. Ligabue si è gentilmente concesso in esclusiva ai nostri microfoni per raccontarci le sue impressioni dopo la bella vittoria dei granata.
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Marco Ligabue a TN: “Con Juric ho rivisto la luce. Belotti? Non ha più scuse”
Buongiorno Marco, che opinione si è fatto del Torino dopo aver visto la partita contro il Sassuolo dal vivo al Mapei Stadium?
"Il Toro visto venerdì è stato da sbornia, mi ricorda le sbornie prese a 18 anni. Non vedevo una squadra così da diverso tempo, ho visto un Toro grintoso ma anche talentuoso. Mi ricorda la squadra che mi ha fatto appassionare da bambino, quella di Pulici e Graziani che ha vinto lo Scudetto. Arriviamo da qualche anno di sofferenza e venerdì mi è sembrato di vedere la luce, poi vederlo dal vivo allo stadio è stato ancora più emozionante. Ad un certo punto la partita sembrava stregata e ho iniziato a pensare che sarebbe arrivata la beffa negli ultimi minuti. Anche contro l'Atalanta avevamo giocato bene e avevamo condotto la partita ma poi è arrivata la beffa nel finale".
Chi è il giocatore del Toro che l’ha colpita di più contro il Sassuolo?
"Citarne solo uno è veramente difficile, ne vorrei dire tre o quattro. I nuovi sono stati impressionanti, i due trequartisti Brekalo e Praet mi hanno davvero stupito perché noi è da un po' che non siamo abituati a vedere giocatori di qualità nella trequarti. Praet forse è quello che più mi ha lasciato a bocca aperta, non sbagliava mai un pallone e faceva sempre la scelta giusta. Mi è piaciuto molto anche Pobega che, anche se forse ha perso un paio di palle sanguinose, mi ispira fiducia nonostante sia molto giovane. Poi dietro abbiamo Bremer che, quando non ha problemi fisici, è un giocatore di caratura internazionale, un centrale così ce l'hanno in pochi".
E c'è anche Pjaca che ha realizzato il gol.
"Si è vero anche Pjaca, lui è entrato nel finale e ha segnato il gol che ha risolto la partita. Lui e gli altri hanno fatto capire che adesso tra centrocampo e attacco abbiamo grinta e qualità. Sono dispiaciuto solo per l'infortunio di Praet che secondo me è stato davvero incredibile".
Il Torino è riuscito a giocare così bene anche senza il suo capitano Andrea Belotti, cosa succederà quando rientrerà? Lei chi toglierebbe per far spazio a Belotti?
"Juric è stato molto chiaro, giocherà a una punta e ci sono tre centravanti che sono Belotti, Sanabria e Zaza quindi lui si giocherà il posto con Sanabria ma abbiamo capito anche che Juric è uno a cui piace anche cambiare a gara in corso. Io ho due riflessioni su Belotti. Secondo me lui quando tornerà si troverà dei giocatori dietro come Brekalo, Praet e Pjaca che sono dei veri assist-man. L'anno scorso aveva solo Ansaldi che gli faceva qualche cross. Ricordiamoci che l'anno dei 20 e più gol di Belotti c'era un certo Ljajic che nel suo genio e sregolatezza aveva molta qualità. Poi l'altra sensazione che ho, è che Belotti negli ultimi due anni del Torino, con una squadra che non giocava, si è dovuto inventare il ruolo del centravanti che tiene su la squadra. Spero ritrovi quella verve anche perché adesso non ha più scusanti. Comunque piedi per terra, non è giusto fare voli pindarici perché le ultime due le abbiamo vinte ma le altre due le abbiamo perse".
La staffetta tra Belotti e Sanabria sembra essere la soluzione più probabile.
"Secondo me comunque si giocherà il posto con Sanabria anche perché insieme non vanno bene nel modulo di Juric. Poi ora le partite sono ravvicinate e con Juric si corre per quasi tutti e 90 i minuti, questa cosa mi ha impressionato venerdì. Io credo che se riusciamo a fare un campionato più tranquillo senza l'incubo della retrocessione vivendo un po' più spensierati abbiamo visto che alcuni giocatori possono avere una resa diversa. Djidji l'altra sera era un giocatore diverso da quello prima di Crotone che aveva paura perché la palla scottava tra i piedi. Bisogna recuperare quella spensieratezza mentale che è mancata negli ultimi due anni".
Secondo lei dove può arrivare questo Toro di Juric a fine campionato?
"Io già a giugno appena è arrivato Juric ho detto ai miei amici che vedevo la luce perché c'era proprio bisogno di uno che non guardasse in faccia nessuno. Arriviamo da anni in cui tutti hanno fatto errori e solo uno come lui poteva ridare luce. Magari ci sono allenatori che tecnicamente possono essere più bravi ma che non hanno questa sua forza. Il fatto che il modo in cui fa giocare le sue squadre, aggressive e grintose, sappia molto di Toro può far ritrovare una magia che in questa piazza manca da un po'. Anche con Mazzarri avevamo fatto bene ma non c'era quel gioco che piace al tifoso del Toro. Con Juric penso che quest'anno potremmo anche ambire alla parte sinistra della classifica, sempre se non abbiamo delle sfighe come l'infortunio di Praet. Io, guardando oltre questa stagione, ho fiducia nel ciclo triennale di Juric e spero che andremo a toglierci delle soddisfazioni".
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