Marco Ligabue ha vissuto a Londra il passaggio del turno in Coppa Italia del Torino. Una serata straordinaria per l’intero popolo granata, di cui il cantautore e chitarrista emiliano fa parte. In esclusiva su Toro News ci parla proprio delle emozioni vissute e delle prospettive del Torino, approdato ai quarti di finale di Coppa Italia.
Esclusiva
Marco Ligabue a TN: “Vi racconto il mio particolare Milan-Torino da Londra”
Buongiorno Marco. Che serata è stata quella di mercoledì?
“Particolare e speciale. Ho vissuto la partita con una connessione wi-fi pessima da una diretta testuale perché ero a Londra per un concerto di mio fratello. Ogni minuto mi collegavo alla diretta: è stato più angosciante. Pensavo fosse andata quando è stato espulso Djidji. Continuavo ad aggiornare e quando ho letto del gol di Adopo sono rimasto esterrefatto. Al triplice fischio non ci potevo credere, anche perché noi siamo abituati a prendere gol nel finale, non a segnarlo. Passare ai quarti di finale di Coppa vincendo a Milano contro il Milan è una soddisfazione che mancava da un po’ a Torino”.
Ma poi l’ha rivista la gara?
“Certo. Di notte gli highlights, poi la gara l’indomani. Mi ha colpito soprattutto una cosa: l’assist di Bayeye per Adopo. Due ragazzi che hanno fin qui giocato pochissimo sono stati capaci di mettersi in mostra. Sapere che le riserve possono essere risorse preziose è importante”.
Si può definire la vittoria di Juric?
“Con Juric c’è stata sicuramente la svolta. Io sono di Correggio, andai al Mapei Stadium a vedere Sassuolo-Torino nella scorsa stagione e capii che poteva esserci la svolta dopo due stagioni molto tribolate. Da quel momento ho avuto la consapevolezza che con Juric poteva iniziare un nuovo corso. Ci sono stati fin qui alti e bassi. Quando siamo andati quasi a vincere a Roma sembravamo in grande forma, poi però puntualmente si ripresentano i soliti problemi. La vittoria a Milano in Coppa Italia in un match da dentro o fuori ti fa sognare perché ti avvicina a un traguardo. Si tratta di una vittoria differente rispetto a quelle in campionato, dove si rischia di navigare senza un obiettivo”.
In tutto questo il successo di San Siro con il Milan è il più importante dell’era Juric?
“Sì, è la sua vittoria più importante. In effetti, se c’è un difetto nelle squadre di Juric, sono i finali di partita. A Milano invece siamo andati ai supplementari e siamo riusciti addirittura a segnare il gol decisivo. Tra l’altro, il Milan ha rotto quella maledizione con le grandi. Abbiamo sempre giocato bene con le big del torneo, ma vuoi per sfortuna, vuoi per errori nel finale non eravamo mai riusciti a portare a casa granché fino al successo sul Milan per 2 a 1. Juric ha dimostrato che si può cambiare l’aria e possiamo sognare qualcosa in più contro le grandi, soprattutto in partita secca”.
Domanda bruciapelo: San Siro vale il trionfo al San Mames?
“Non ha ancora quel peso specifico lì perché il percorso affrontato da quel Torino era differente rispetto a quello di oggi. Si arrivava dalla Serie B, si era arrivati in Europa e si era riusciti a vincere a Bilbao. Quel trionfo aveva un sapore più ricco e denso. Comunque, questo successo di Milano ci fa capire che questo Toro ha un grande potenziale. C’è un lavoro di costruzione che lascia ben sperare per il futuro. Noi del Toro sappiamo che non dobbiamo gioire troppo perché subito dopo la soddisfazione arriva qualcosa di amaro. Ma sono fiducioso: credo che il successo di Milano possa essere uno sblocco psicologico per l’intero gruppo. Siamo un Toro giovane e di prospettiva”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA