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Luigi Martinelli, cosa significa tornare a Catania per lei che, con la maglia del Siena, due anni fa vi giocò anche se era squalificato, dando il via all’estate calda dei...
Luigi Martinelli, cosa significa tornare a Catania per lei che, con la maglia del Siena, due anni fa vi giocò anche se era squalificato, dando il via all’estate calda dei tribunali e dei ricorsi al Tar?
Fu un calderone che fece scatenare Gaucci e i suoi avvocati, ma personalmente questa vicenda non mi toccò.
Veniamo all’attualità. Nella difesa del Toro cambiano gli interpreti ma non i risultati.
Ma questo è merito di tutta la squadra. A partire dai centrocampisti e dai difensori che iniziano la fase difensiva andando a pressare sul portatore di palla avversario. Poi in rosa ci sono sempre calciatori che si fanno trovare pronti anche se non giocano da due mesi.
Finalmente una settimana quasi normale.
Che ci permette di allenarci nel migliore dei modi. E soprattutto di recuperare da acciacchi e acciacchetti. Anche il preparatore atletico, finalmente, si è potuto sbizzarrire, visto che fino a questo momento ci siamo allenati con le partite.
Dopo Mantova e Cesena, ecco un’altra diretta concorrente, il Catania.
Squadra composta da ottimi elementi. Troveremo un clima infuocato. Sarà un ottimo esame per noi, visto che gli etnei sono tra le formazioni più quotate di questo campionato. Sarà un bel test.
Abbiamo perso sia contro il Mantova sia contro l’Atalanta ma facendo comunque vedere di che pasta siamo fatti. Abbiamo sempre dimostrato di non essere inferiori a nessuno in questo avvio di campionato.
Passando a parlare di mercato, si sente infastidito dalle voci che circolano su eventuali acquisti alla riapertura?
Non se il mercato di gennaio ci serva, visto che l’organico è già ottimo. Se arriva però qualche calciatore di qualità perché no? Arriverebbe a completamento di una rosa già competitiva.
Tornando a parlare del Catania, se al Toro manca Stellone agli etnei manca Spinesi.
Due finalizzatori, due cannonieri di razza. Ma il Catania ha altri elementi in rosa portati ad offendere. Sarà più facile giocare contro una squadra così, piuttosto che contro una squadra che si chiude e non ti lascia spazi. A centrocampo poi, dispongono di due elementi come Brevi e Baiocco, fondamentali per le loro trame di gioco.
Che partita farà il Toro?
La mentalità deve essere sempre quella vincente. Dobbiamo provare ad imporre il nostro gioco anche al Massimino, visto che è questa l’arma in più di questo Toro.
A inizio anno avrebbe mai pensato che sarebbe stato tra i protagonisti di questa squadra?
Onestamente ci speravo. Visto che qualcosa nel corso della mia carriera l’ho ottenuto. Non vengo dal nulla. Ho sempre creduto di potercela fare. Poi, qui, siamo tutti titolari. Il mister ha dimostrato di non fare alcuna distinzione.
Lei ha dovuto conquistare due volte il Toro, visto che quando è arrivata la nuova dirigenza era l’unico senza contratto.
Ma De Biasi mi conosceva. Voleva solo sincerarsi sulle mie condizioni fisiche dopo l’infortunio.
Qual è stata fino a questo momento la sorpresa del campionato?
Mi ha colpito molto l’organizzazione di gioco del Mantova. Gioco semplice ma redditizio fino a questo momento. E’ una squadra che può tranquillamente arrivare fino in fondo.
Infine quanto vi manca il capitano?
A me personalmente tanto. Il capitano è il capitano. Poi siamo grandi amici anche fuori dal campo. E’ una persona che stimo molto sia umanamente che professionalmente. Peccato solo che sia arrivato tardi a giocare a certi livelli.
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