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interviste
Luigi Martinelli, come va la caviglia?
‘Mi sono aggregato nuovamente al gruppo, ma la strada verso il recupero è ancora lunga e non so dire quando tornerò a giocare. Mi ero subito accorto che fosse una...
Luigi Martinelli, come va la caviglia?
‘Mi sono aggregato nuovamente al gruppo, ma la strada verso il recupero è ancora lunga e non so dire quando tornerò a giocare. Mi ero subito accorto che fosse una cosa grave, avevo provato a rientrare subito in campo (gara Torino –Atalanta ndr), ma la caviglia sinistra mi faceva male e mi mancava l’appoggio. Sono stato solo un briciolo più fortunato di Totti!’.
Però niente Mondiali?
‘No, purtroppo no (ride)’.
Come ha visto i compagni da fuori?
‘Molto bene sia fisicamente che tatticamente. Siamo decisamente in crescita, ora bisogna vincere le partite che rimangono’.
Per raggiungere la promozione diretta servirebbe un miracolo o no?
‘Io rimango dell’idea che la squadra più forte sia il Toro; abbiamo attraversato un periodo grigio, ma ora siamo in fase di risalita e ci basterebbe una vittoria importante, magari contro una grande, per darci la fiducia necessaria alla scalata finale’.
Nove punti dalla vetta, però, non la preoccupano?
‘Non mi spaventano, bisogna prendere atto del distacco, ma non gettare la spugna. Se restiamo belli quadrati, compatti sino alla fine, sono convinto che possiamo recuperare’.
Il ritorno di Muzzi in questa chiave è quindi fondamentale…
‘Sicuramente. Roberto per noi è fondamentale sia dentro che fuori dal campo’.
Ha già vissuto un “filotto” di vittorie decisivo nella sua carriera?
‘Sì, a Siena quando poi vincemmo il campionato di serie B. Per ripeterci ci servirà compattezza, spirito di gruppo; concediamo già molto meno di un mese fa, e le soluzioni in attacco non tarderanno ad arrivare’.
Chi potrebbe essere l’uomo dello sprint finale?
‘Per me fondamentale non sarà un’individualità, ma il gruppo. Certo le punte daranno quel qualcosa in più’.
Ha detto che nelle ultime gare siete apparsi più compatti, è forse perché la formazione prevedeva uno, al massimo due neoacquisti?
‘Forse il fatto di conoscerci da più tempo può essere una spiegazione, ma non voglio sminuire il valore dei nuovi arrivati; saranno tutti fondamentali se sapranno farsi trovare pronti, quando il mister li chiamerà in causa’.
Delle prime della classe, chi la spaventa maggiormente?
‘Nessuna. Ripeto: l’organico del Torino è tra i migliori, spetta solo a noi autoconvincerci e dimostrare di meritare la serie A'.
Quindi Toro, e poi chi altri per i due posti in serie A?
‘Il Mantova sicuramente, perché ha un bel gioco di squadra e può contare su un gruppo coeso, e poi Atalanta e Catania per l’ultimo posto con le stesse chanches’.
Il Toro, quello vero, è quindi la squadra che ha realizzato 39 punti nel girone d’andata e non quello visto recentemente?
‘Esatto. Non sono d’accordo con chi dice che siamo andati oltre le nostre qualità all’inizio, fomentando aspettative che ora stiamo disattendendo. Io ci credevo ad inizio stagione e ci credo tuttora, se c’è una cosa che mi ha stupito è stato il nostro inizio d’anno pieno di difficoltà’.
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