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interviste
Abbiamo chiesto a Omar Milanetto, supertifoso del Toro, di presentarci Gianni De Biasi, candidato alla panchina granata, tecnico con il quale ha lavorato due anni a Modena e due a Brescia.
- Milanetto, sarebbe un allenatore da Toro De Biasi?“Credo proprio di sì. Lui è un bravissimo insegnante di calcio. Ma soprattutto un grande motivatore. Uno che carica alla grande tutti i componenti del gruppo. Ti fa rendere al 100 per cento. Io al Toro l’avrei visto bene, visto che è uno ti fa tirar fuori il carattere, come vogliono da sempre questi colori”.
- A livello tattico come dispone in campo la squadra?“Beh, io lo conosco da quattro anni e posso dire che gioca a tre dietro, visto che vuole che l’azione parta sempre dalle retrovie. Poi può cambiare davanti. A seconda del fatto che in squadra ci sia un trequartista o meno. Se no gioca con due punte sugli esterni e una torre centralmente”.
- Caratterialmente, dovesse descriverlo?“In una parola direi che è un vero signore. Uno che sa trattare con le persone. Sempre a modo. Sì, ci sa fare anche da questo punto di vista”.
- E’ un tecnico che punta più sul gruppo o più sul singolo?“Sicuramente sul gruppo. Lui punta molto su questo. La ritiene una componente fondamentale. Dopodiché, se in squadra, come lo scorso anno, hai uno come Baggio…”.
- Passiamo a parlare di lei. Nel mercato di riparazione è stato a un passo dal vestire la sua maglia del cuore. Adesso? “Adesso è ancora un po’ presto per dirlo. Vedremo. Io comunque l’ho sempre detto che sarebbe il mio sogno quello di vestire la maglia del Toro”.
- A proposito, come ha vissuto la risalita in A?“Ero al Delle Alpi. E’ stato emozionante, soprattutto vedere tutta quella gente allo stadio. Per quel che riguarda la promozione, è stata da Toro, sofferta, come al solitoc(per gentile concessione di Torino Cronaca del 2 luglio 2005).
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