interviste

”Non succederà come ad Euro2004”

Stefano Rosso

di Stefano Rosso - Portogallo, anno 2004. L'Italia si giocava l'accesso ai quarti di finale dell'Europeo contro la Bulgaria, mentre Svezia e Danimarca potevano accontentarsi di un semplice 2-2. Polonia, anno 2012. La storia si...

di Stefano Rosso - Portogallo, anno 2004. L'Italia si giocava l'accesso ai quarti di finale dell'Europeo contro la Bulgaria, mentre Svezia e Danimarca potevano accontentarsi di un semplice 2-2. Polonia, anno 2012. La storia si ripete: l'Italia si giocherà l'accesso alle fasi finali contro l'Irlanda mentre a Spagna e Croazia potrebbe bastare, nuovamente, un semplice 2-2. Per l'occasione TN è andato ad ascoltare in esclusiva un ex granata che fu tra i protagonisti di quella spedizione europea: Stefano Fiore.

Una disavventura azzurra che potrebbe ripetersi? “Speriamo di no. Ricordo che quell'anno a fine partita ci fu molta rabbia: era evidente che non si potesse accusare nessuno per il pareggio tra Svezia e Danimarca, ma quella partita lascià molte ombre sia per la moralità del risultato, sia anche per la successione delle reti. Non credo però che stavolta ci siano stesse condizioni, viste le squadre in ballo: soprattutto la Spagna, campione del mondo e d'Europa in carica, ha nome ed un blasone da difendere..".Ma come viveste quella fatidica vigilia della gara contro la Bulgaria? "Noi eravamo concentrati sulla nostra gara per pensare a vincerla, però al contempo sperava che il biscotto fosse di difficile attuazione: per quanto due squadre possano giocare senza volersi fare del male un 2-2 ci sembrava troppo rischioso e poco plausibile, poi con l'occhio dell'Uefa sulla gara si sperava ci fosse anche più inibizione. Purtroppo durante la gara ci informarono del contrario e così finì come ce la ricordiamo".

Per rimanere in tema nazionale due battute su Angelo Ogbonna? "Quando si arriva a giocare in nazionale A ed a maggior ragione partecipare ad una competizione come l'Europeo non è solo un premio per il campionato svolto, ma evidentemente Prandelli lo ha scelto proprio per le qualità ed i meriti visti in Ogbonna. Durante la mia parentesi a Torino già si intravedeva il suo potenziale, ed era appena all'inizio della carriera: in un periodo in cui in Italia non stiamo brillando per talento nel reparto difensivo un giocatore come lui può certamente crescere molto e diventare una pedina importante''.

Nonostante la fiducia per la convocazione, però, Prandelli non solo non l'ha mai schierato in campo, ma ha anche cambiato il modulo ed adattato giocatori fuoriruolo piuttosto che affidarsi a lui: ''Conosco Prandelli - risponde con fermezza Fiore - e non si tratta assolutamente di mancanza di fiducia nei suoi confronti: ha lasciato a casa gente come Ranocchia e Astori con curriculum decisamente più lunghi ed esperienza a livelli più alti di Ogbonna. Il suo impiego può dipendere da diverse condizioni, dall'interpretazione della gara allo stato di forma, ma di sicuro se dovesse mandarlo in campo Ogbonna si dimostrerebbe all'altezza dell'impegno. Sicuramente il non avergli dato la titolarità da subito era per non caricarlo eccessivamente di responsabilità''.

Per concludere lo Stefano Fiore direttore sportivo? "In questo momento mi trovo a Cosenza, città dove sono cresciuto. Quest'anno siamo arrivati secondi ad una lunghezza in serie D, vincendo poi i playoff nazionali e adesso stiamo aspettando un ripescaggio in Lega Pro 2: un risultato eccezionale se si considera che dopo il fallimento dell'anno scorso fino ad otto mesi fa non avevamo neanche i palloni...''.