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interviste
I tifosi del Toro sono sparsi dappertutto e non mancano nemmeno in politica, come il Senatore di AN Roberto Salerno, il quale l'anno scorso ebbe un piccolo ruolo nella trattativa tra Cairo e Giovannone.
Cosa pensa di Cairo come...
I tifosi del Toro sono sparsi dappertutto e non mancano nemmeno in politica, come il Senatore di AN Roberto Salerno, il quale l'anno scorso ebbe un piccolo ruolo nella trattativa tra Cairo e Giovannone.
Cosa pensa di Cairo come presidente?
“Era quello che ci voleva, cioè un Presidente che risponde in proprio dei suoi impegni, tifoso e imprenditore nel mix “giusto” che può garantire un grande futuro ad una società che come sappiamo non è come le altre”.
Come vede la prossima stagione in serie A?
“Difficile ma con molte possibilità per il Toro, sempre che il Presidente operi con la capacità, il carattere e le disponibilità ad investire che fin qui lo hanno contraddistinto”.
Un anno fa la situazione era un po' diversa, lei aveva fatto anche da intermediario quando Giovannone non voleva mollare il Toro a Cairo. Ha qualche aneddoto da raccontare?
“No, tranne quello di aver organizzato il percorso dell’ultimo e determinante incontro come in un film di spionaggio e cioè nella più completa segretezza. L’incontro durò quasi 7 ore con le firme finali di passaggio da Giovannone a Cairo e, alla fine, una pizza e birra. Sui contenuti dell’incontro credo che quello che conti sia stato il risultato ottenuto e voluto da tutti”.
Come politico e senatore cosa pensa di calciopoli?
“Nel febbraio 2005 presentai una interrogazione parlamentare sul caso Gea-Moggi, sulla incompatibilità palese che nella Gea ci fosse il figlio dell’ex allenatore della Nazionale Lippi e sulla totale alterazione degli equilibri del calcio giocato. E’ stato come scoprire il vaso di Pandora, ma mai avrei potuto pensare a simile gravità. Moggi andrebbe radiato e la Juventus è giusto che non sia ripescata in A e resti in B, anche se non con quei punti ulteriori di penalità in quanto per la Juve è sufficiente quel bagno di umiltà e di penitenza di cui aveva bisogno dopo anni di arroganze e di strapotere dei suoi dirigenti, che hanno abusato del tifo vero e puro dei migliaia di tifosi e sportivi italiani “sporcandolo” in un modo indegno”.
Certo che eleggere Matarrese come nuovo presidente di Lega non dà l'impressione di andare avanti, ma tornare indietro.
“Sono della sua opinione, è come fare un nuovo Governo ed eleggere Presidente del Consiglio l’On. Andreotti. Resta da vedere se Andreotti farebbe meglio di Prodi cosa di cui sono ultra sicuro, quindi dimostri Matarrese se può fare meglio di …”.
I tifosi granata attendono sempre una risposta sullo scudetto revocato del '27. Visto quello che sta succedendo non è il caso che il Toro sia finalmente risarcito e gli venga assegnato l'ottavo scudetto?
“Si, è legittimo e sacrosanto”.
L'Olimpico è un punto negativo in questa rinascita granata, troppo piccolo per contenere i tifosi, molti dei quali sono stati costretti a stare senza abbonamento. Che soluzione prevede per risolvere questo problema?
“Secondo me Chiamparino sa essere tifoso solo in campagna elettorale. Il Sindaco scenda da quella torre di cristallo da dove parla senza sapere ciò che dice e rifaccia immediatamente il progetto per aggiungere altri 25 mila posti. Il Toro è tornato grande e mi sembra che a non saperlo sia proprio lui”.
Questione Filadelfia, raggiunto l'accordo per spostare l'area dove costruire i palazzi, ora si apre la porta alla ricostruzione. Ha qualche consiglio da dare?
“Si, tutto deve parlare del Toro e del Grande Toro, della sua storia, della sua tragedia che costituisce una memoria che nessuna realtà sportiva, umana oggi può vantare. Un modo di affermare che quegli esempi e quella tradizione sono fattori immutabili in un tempo in cui tutto può cambiare tranne i valori che, appunto, devono essere immutabili”.
Come vive la passione granata un Senatore come lei?
“Ho praticato un po’ di calcio professionistico e da piccolo sfiorai proprio il Torino che sembrava fino all’ultimo che dovesse prendermi, poi, migrai ad Alessandria dove feci un gran campionato Primavera con diverse apparizioni in prima squadra. A fine stagione avrei dovuto andare alla Lazio, ma tutto finì in un “giro” di compravendite e dovetti andare ad Ivrea, poi Bolzano e allora mollai. Tornai a Torino e mi presi una laurea decidendo di lavorare. Questo per dire che chi ha giocato ha una dose di equilibrio maggiore e il tifo lascia il posto al ragionamento e alla misura, tranne, poi, che quando ci vuole, ci vuole …”.
Dei giocatori granata qual è quello che l'ha colpita di più?
“A Borgomanero, il 6 agosto, ho visto un fenomeno che spero sia considerato tale anche da tutti coloro che hanno visto la prima uscita del Toro: Gallo. Spettacolo, visione di gioco e suggerimenti corti e lunghi, da categoria superiore e di superiore alla A, lasciatemelo dire, c’è solo la Nazionale. Non credo di esagerare perché ho visto un uomo-squadra che sa imprimere o far cambiare il ritmo di gioco nel giro di un secondo e che ha una buona percezione del goal. Un vero regista arretrato che, secondo me, potrebbe non avere eguali nel massimo campionato e che, se posto in linea verticale con Abbiati e Brevi, potrebbe diventare determinante per tutta la difesa”.
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