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Nella pattuglia degli ex granata che si preparano a fare ritorno a Torino con la maglia del Chievo c’è anche un ex-centravanti che, nella sola stagione in cui militò all’ombra della Mole lasciò un ottimo...
Nella pattuglia degli ex granata che si preparano a fare ritorno a Torino con la maglia del Chievo c’è anche un ex-centravanti che, nella sola stagione in cui militò all’ombra della Mole lasciò un ottimo ricordo. Con 11 gol in Marco Pacione contribuì in maniera determinante alla gloriosa cavalcata verso la serie A del gruppo di Fascetti. Oggi, smessi i panni di giocatore, è team manager della compagine clivense dopo aver appeso le scarpette al chiodo nel 1994, giocando sull’altra sponda dell’Adige, con l’Hellas Verona.
Pacione, che partita sarà quella fra Torino e Chievo ?
"Una partita delicata per tutte e due le squadre. Noi stiamo faticando più del previsto, siamo stati sfortunati, pur essendo partiti con le migliori intenzioni non riusciamo a carburare. La squadra l’anno scorso aveva fatto una stagione straordinaria e noi abbiamo cercato di non stravolgerla, però quest’anno è così.
Se è per questo anche il Toro non sta meglio…
"Sì, come squadra mi sembrava ben allestita. Con i giusti ritocchi si presentava con le carte in regola per poter ben figurare, poi però ci sono molte variabili di carattere umano che vanno considerate.
Lei ha indossato anche la casacca juventina, che ricordo ha del periodo trascorso a Torino?
"Sono stati due periodi diversi: alla Juve ero molto giovane e mi affacciavo alla grande ribalta nazionale, però sono arrivato troppo presto in una grande squadra dove ho fatto quel che potevo in un’annata complicata anche dal servizio militare.
Al Toro invece?
"Al Toro ci sono arrivato in età più matura, in una grande squadra, capace di fare bene anche in serie A. Vincemmo il campionato con tanti giocatori bravi e con molta concorrenza interna.
E’ vero che il Toro è una piazza particolarmente difficile?
"C’è grande passione da parte dei tifosi che porta a vivere con particolare ansia e attesa la partita. Poi fino alla fine degli anni ’80 era stata una grande squadra. Adesso deve tornare ad esserlo e c’è fretta per questo, ma non bisogna dimenticare da dove si è partiti l’anno scorso. Detto questo il mio ricordo è eccellente, è stato un onore vestire la maglia del Toro.
Come si spiega la crisi di gioco e di risultati che sta attraversando la società granata?
"Non lo so, bisogna conoscere il momento delle squadre e vederle sul campo. Io quest’anno non l’ho ancora vista. Ci sono delle difficoltà sicure come le abbiamo noi del Chievo, però entrambe possono reagire alla grande e far un buon campionato.
Un pronostico per domenica.
"Spero almeno in un pareggio, anche se sappiamo che sarà dura. Certo noi siamo un po’ sfortunati e paghiamo ogni qualvolta facciamo una qualche ingenuità, speriamo che dopo la sosta si cambi musica.
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