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Padovan a TN: “19 anni di Cairo? Nel 2005 pensavo a un Toro modello Atalanta”
Giancarlo Padovan era direttore di Tuttosport nella rovente estate del 2005, quando Urbano Cairo è divenuto presidente del Torino. Sono passati esattamente 19 anni dalla proclamazione di Cairo. Era il 1° settembre del 2005 e su TN in esclusiva Padovan ripercorre quei giorni e il lungo percorso dell’imprenditore alessandrino al Torino.
Buongiorno Giancarlo. Che ricordi ha di quei giorni di agosto/settembre 2005?“Mi ricordo quei giorni come giorni convulsi perché c’era un altro contendente che voleva la società ma era meno strutturato e meno solido. I tifosi volevano fortemente Cairo ed è singolare che oggi, a diciannove anni di distanza, lo contestino ferocemente. Cairo nel 2005 veniva pregato di prendere la società, oggi deve stare a casa per Torino-Atalanta per ragioni di sicurezza”.
Era lecito attendersi qualcosa di diverso nei quasi due decenni di Cairo?“Mi immaginavo che il Torino potesse diventare quello che è diventata l’Atalanta in questi anni, diventare come il modello Atalanta, magari non per lottare per lo Scudetto, però poter ambire alla Champions League. Non è successo questo. Forse, però, vedendo la partenza di questo campionato può essere l’anno buono. Cairo potrebbe uscire dal cono d’ombra nel quale è confinato da tempo per andare a conquistare l’accesso in una coppa europea. Del resto, al momento il Torino è primo in classifica con Inter e Juventus. Le premesse sono buone, anche se sono state giocate soltanto tre partite”.
Si immaginava ancora Cairo al timone nel 2024?“Diciannove anni sono tanti, non mi aspettavo che sarebbe rimasto presidente così a lungo, men che meno lo pensavo dopo la lunga e costante contestazione che ha subito nel corso degli anni. Pensavo che Cairo si stufasse prima, anzi non solo non si è stufato ma ha respinto tutti gli eventuali tentativi di acquisto della società. Cairo vuole andare avanti come presidente del Torino, l’ha dimostrato in tutti questi anni”.
La contestazione della scorsa settimana è stata motivata oppure si poteva attendere la fine del mercato?“Si poteva convivere meglio, però il Torino di Cairo poteva fare meglio negli anni. Si poteva essere meno radicali e drastici nella contestazione, ma era lecito attendersi un Torino migliore in questi anni, quindi i tifosi sono capibili. Cairo ha messo tanti soldi, non è riuscito a fare il salto di qualità ma c’è da capire quanto abbia cercato questo salto. Potrebbe aver pensato sempre e soltanto a uno status di benessere del club, senza fughe in avanti: questo non lo so. Non so quanta sia la sua voglia di vincere e di investire ancora. So per certo che Cairo offre solidità e affidabilità e so per certo che un altro si sarebbe stancato prima rispetto a lui”.
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