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Sulle colonne di Toro News negli scorsi giorni si è parlato del movimento femminile che ruota in seno al Torino e si è sottolineato come il club granata non abbia ancora una Prima Squadra femminile. Per parlare di questo Toro News, in esclusiva, si è affidato a Giancarlo Padovan, uno dei massimi esperti di calcio femminile in Italia. Padovan, apprezzato giornalista e docente universitario, è stato allenatore del Torino femminile tra il 2005 e il 2008, sfiorando risultati di grande prestigio.
Buongiorno Giancarlo. È giunta l’ora di attrezzarsi di una squadra femminile anche per il Torino?
“Con me si sfonda una porta aperta. Non è indispensabile una squadra in Serie A, ma sarebbe molto utile per la società e per la sua immagine. Torino è piena di storia di calcio femminile e questa storia inizialmente non l’ha scritta la Juventus, sebbene abbia ottenuto ottimi risultati negli ultimi anni. La Juventus in precedenza era sempre stata subalterna al Torino; la squadra granata, anche se non faceva parte del Torino FC, è sempre stata in Serie A e negli anni in cui sono stato allenatore abbiamo sfiorato più volte lo Scudetto (terzo posto, secondo, quinto) e la Coppa Italia. Non capisco perché Cairo non abbia ancora effettuato l’acquisto del titolo sportivo di un’altra società per approdare nella Serie A femminile. Nella passata stagione è accaduto che l’Empoli ha ceduto il titolo al Parma e il Parma ha cominciato dalla A in parte con le giocatrici dell’Empoli, in parte con altre giocatrici. Credo che questa mancanza vada sanata perché anche il Torino torni ad avere una squadra femminile in Serie A. La storia dice che il Torino Football Club dovrebbe avere una Prima Squadra femminile”.
Quanto sarebbe oneroso?
“Quando si parla di professionismo c’è sempre un onere. Dal punto di vista dell’immagine, tuttavia, il calcio femminile è un’alternativa forte e irrinunciabile. Se il Torino avrà presto una squadra femminile, si creerà un bacino di tifosi; non è complicato sviluppare un movimento intorno al calcio femminile”.
In ambito maschile che Torino ha visto da agosto a novembre?
“Mi sono fatto un’idea positiva, già ce l’avevo. Juric è la garanzia per il Torino. Ha fatto bene dovunque: sa unire un bel gioco con risultati positivi. Intensità, ritmo e gioco a tutto campo vanno a braccetto con i punti. La prima parte di campionato del Torino è stata buona. Ma poteva avere qualche punto in più. Ha perso qualche punto per superficialità individuali. Inoltre i granata faticano a fare gol e questo incide”.
L’assenza di Andrea Belotti si sente?
“Beh, non è stato trovato un centravanti all’altezza di Belotti. Il Torino costruisce tanto, ma segna meno di quanto crea. Comunque, tirate le somme, la prima parte di stagione è stata molto positiva”.
Quanto sarebbe importante blindare Juric?
“Non so se Juric voglia rimanere oltre il contratto o addirittura se ne voglia andare prima del termine. In realtà, credo che Juric possa restare perché di club come il Torino ce ne sono pochi in giro per storia e blasone. Però, non possiamo dimenticare quanto accaduto in estate tra lo stesso tecnico e Vagnati. Ora è passato tutto in cavalleria, ma contrasti così duri lasciano sempre degli strascichi. La conferma di Vagnati non implica la conferma dell’altro, anzi un po’ la complica. Cairo è una persona per bene che sa fare il manager, sa tapparsi le orecchie e sa comprendere i momenti di frustrazione. Penso che Cairo riuscirà a mettere insieme Vagnati e Juric, ma non la vedo così scontata. Blindare Juric sarebbe tanto di guadagnato. Ho estrema fiducia in lui, è un allievo di Gasperini e penso che un passo alla volta lo stia superando”.
Come vede la Croazia di Vlasic nel prossimo complicatissimo impegno contro il Brasile?
“Il match è complicatissimo, ma la Croazia è pur sempre la finalista dell’ultimo Mondiale. Penso che a un Mondiale anomalo per storia, clima, stagione, ambiente e cultura, possa corrispondere una vincitrice anomala. Non scarto perciò nessuno, nemmeno la Croazia. Credevo nel Belgio e nell’Olanda; nel primo caso sono stato tradito da Lukaku, nel secondo non sono stato tradito anche se il prossimo ostacolo sarà tosto”.
E il rendimento di Vlasic?
“Non ha ancora l’esperienza e la mentalità internazionale. Ha però grandi qualità. Per il Torino è irrinunciabile. Penso che Juric apprezzerà sempre di più le sue qualità tecniche. Vlasic è stato la sorpresa numero uno del Torino di quest’anno”.
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