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Esclusiva

Paolo Poggi: “Belotti? Spero prevalga la riconoscenza dei tifosi”

Andrea Calderoni

In esclusiva le parole dell’ex attaccante, uno dei componenti della squadra che ha alzato l’ultimo trofeo della storia del Torino

Paolo Poggi è il più classico dei doppi ex di Torino-Roma. Lega maggiormente il suo nome al club granata, dove ha vinto l’ormai storica Coppa Italia 1992/1993 e dove ha collezionato 55 presenze e 8 gol, di cui due alla Juventus nelle semifinali di quella Coppa Italia. Nel recente passato, dopo anni da allenatore e dirigente, Poggi è stato direttore dell’area tecnica del Venezia fino alle dimissioni avvenute nel giugno 2022. In esclusiva su Toro News è lui a illustrare i temi cardine della sfida di sabato tra granata e giallorossi.

Buongiorno Paolo. Cosa si aspetta nella serata di sabato tra Torino e Roma?“La Roma è indecifrabile in questo momento. Per quanto sia un’ottima squadra è difficile da immaginare l’esito di una gara della Roma. Il Torino ha una sua compattezza e ha delle peculiarità che non sono mai cambiate. Definirei questa partita misteriosa”.

Il percorso biennale di Ivan Juric al Torino la soddisfa?“Il percorso del Torino è ottimo. Secondo me, è in linea con le aspettative. Ha raggiunto anche dei buoni picchi”.

Il tema principe della serata sarà il primo ritorno sotto la Mole da avversario di Andrea Belotti dopo un congedo che ha stonato con le sette stagioni del “Gallo” al Torino. Quanto pesa questo finale amaro? “Per me, deve restare il ricordo positivo dei sette anni granata di Andrea Belotti perché ha dato quello che pochi altri giocatori hanno dato al Torino. Il silenzio finale è stato utile: meglio stare in silenzio piuttosto che spendere parole di circostanza, le quali sono facilmente strumentalizzabili. Quello che proverà Belotti sarà difficile da descrivere perché indossare la maglia del Toro per poco è un privilegio, indossarla per sette anni non ti lascia indifferente. Posso solo immaginare le sue emozioni”.

E quelle dei tifosi? “Spero prevalga la riconoscenza nei confronti di Belotti. La sua partenza non sarà certamente dipesa soltanto dalla sua volontà”.

Era lecito attendersi un Belotti più performante nella sua prima stagione alla Roma? “Sicuramente sì, considerata la caratura di Belotti. Non è un momento facile per il giocatore, come testimoniano le ultime annate. La sua carriera non è però conclusa e, secondo me, potrà ancora dare tanto al calcio”.

È sorpreso della stagione sotto porta di Antonio Sanabria? “Non sono sorpreso perché ha nelle sue corde la doppia cifra. Ha ottimi mezzi tecnici e piace per il suo prezioso lavoro sul campo. Penso che la doppia cifra la possa raggiungere con continuità”.

Sanabria resta a oggi più funzionale di Belotti nel Torino di Juric? “Sono due attaccanti molto diversi. Sanabria sa far gioco e sa fare da raccordo. Anche sotto porta, comunque, si difende e nell’ultimo periodo l’ha dimostrato. Belotti è stato per molti anni vero e proprio trascinatore della squadra. Con i suoi gol ha fatto parlare di sé. Sanabria e Belotti sono due opzioni agli antipodi per gli allenatori”.

Una domanda un po’ più personale: cosa ha rappresentato il Torino nella sua parabola calcistica? “Rispondere a questa domanda è facile dal punto di vista emotivo, meno con le parole. Credo che per un giocatore di calcio vestire la maglia del Torino sia un privilegio enorme, indescrivibile con le parole perché non è tangibile. A me è andata anche bene perché ho indossato il granata in momenti favorevoli, quando vincemmo la Coppa Italia”.

A proposito di Coppa Italia, a fronte della vittoria della Fiorentina a Cremona, l’eliminazione ai quarti di finale è il vero rammarico stagionale del Torino? “Sì, per il Torino non essere stato a Cremona mercoledì sera è un grande rammarico. La Fiorentina, però, sta vivendo un ottimo 2023. Le partite devono capitare qualche volta nel momento giusto della stagione, altrimenti può restare solo il rammarico”.