Pasquale Marino conosce molto bene due giocatori in seno alla rosa del Torino: Samuele Ricci e Demba Seck. Il tecnico, oggi fermo e in attesa di una nuova chiamata, interviene in esclusiva su Toro News per parlare del centrocampista e del trequartista granata nel corso di questa prima pausa per le Nazionali della stagione 2022/2023.
Esclusiva
Pasquale Marino a TN: “Seck prima punta viene limitato, meglio da trequartista”
Buongiorno mister. Partiamo dal Torino e dal suo avvio di stagione. Come lo giudica?
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“Positivo. Se fossero arrivati punti contro il Sassuolo, la partenza sarebbe stata anche migliore. Il lavoro è comunque sotto gli occhi di tutti. Secondo me, il Torino può solo migliorare. La squadra ha un’identità forte e le partite sono sempre intense. A gennaio la rosa potrebbe anche essere migliorata con qualche ritocco. E poi Juric sta valorizzando parecchi giovani”.
Ha allenato due ragazzi del Torino di oggi: Ricci e Seck.
“Sono giovani che possono crescere tantissimo. Ricci sembra già avere cinque o sei anni in più”.
Parliamo proprio del centrocampista. La sua assenza si è sentita nell’ultimo periodo. Che giocatore è?
“Ricci con me all’Empoli ha sempre giocato, mettendo fuori giocatori di categoria come Stulac. Può benissimo giocare in un centrocampo a due, come accadeva con me allenatore. È bravo nella gestione della palla e non ne spreca una. Si tratta di un giocatore completo perché sa donarti qualità e quantità. Mi sembra cresciuto tantissimo e si è adattato bene alle metodologie di Juric dopo un periodo di adattamento. Il calcio del croato è molto intenso e quindi anche Ricci è dovuto migliorare fisicamente. Samuele è un ragazzo munito di grande personalità. Quando subentrai all’Empoli eravamo in difficoltà, ma trovai un Ricci molto maturo. Giocò con personalità e carattere nelle avversità”.
Passiamo a Seck. Ce lo racconta?
“Seck era stato preso per la Primavera, appena lo vidi lo portai in Prima Squadra. Fece un gol qualificazione in Coppa Italia, qualche assist. Lo feci debuttare in campionato”.
Può giocare prima punta?
“Lui è un attaccante che può partire sia da sinistra sia da destra. Sa attaccare molto bene la profondità: è questa la sua principale caratteristica che può essere limitata se parte centralmente. Sa svariare per tutto il fronte offensivo, non dà riferimenti né agli avversari né ai compagni. Il suo ruolo naturale è dietro alla punta o a destra o a sinistra”.
Come si gestiscono questi giorni di sosta con tanti giocatori via per le Nazionali?
“Non sono momenti semplici da gestire. Tutto dipende da quanti giocatori sono via perché allenarsi con la rosa non al completo non è l'ideale. In alcuni casi le soste possono anche essere utili, soprattutto quando si devono recuperare dei giocatori rimasti indietro in condizione”.
Dal punto di vista psicologico dopo il Sassuolo per il Torino sarebbe stato meglio tornare subito in campo?
“Credo di sì. Di solito quando si perde, si vorrebbe tornare in campo già l’indomani perché si è arrabbiati”.
Come inciderà il Mondiale invernale sulla Serie A?
“Nessuno ha mai fatto quest’esperienza. Si tratta di una novità e dovranno essere bravi i preparatori. Anche in questo caso dipenderà tutto da quanti giocatori andranno al Mondiale. Per chi non gioca i Mondiali è sempre un problema fare amichevoli per tenere alti il ritmo e la condizione. Per gli altri, soprattutto per quelli che arrivano fino in fondo, il Mondiale può essere un motivo di stress e quindi si può riflettere in maggiore stanchezza. Sarà un’esperienza da verificare. Saranno quasi due campionati differenti”.
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