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Pastine a TN: “Portieri? Il Toro non ha nessun problema. Vanja non si discute”
Luca Pastine oggi è un assicuratore di professione, ma il calcio non l’ha mai abbandonato e calca ancora i campi come preparatore dei portieri. “È il mio hobby” assicura in esclusiva ai microfoni di Toro News. Dopo alcuni anni tra i dilettanti nella provincia di Massa-Carrara (l’ex estremo difensore granata vive nella bellissima Sarzana), negli ultimi mesi ha ricevuto l’incarico di allenare i portieri l’Under-16 della Virtus Entella. Con il Torino 72 presenze e un torneo di Serie B vinto nel 2000/2001, da dodicesimo. La sua stagione da titolare l’ha vissuta nel 1994/1995.
Buongiorno Luca. In primo luogo come sta? “Bene perché continuo a fare quello che mi piace. L’hobby calcistico resta impegnativo ma appagante. Ho la fortuna di seguire il gruppo dei portieri del 2008 in una società seria e organizzata come la Virtus Entella”.
E dal Torino si attendeva qualcosa in più in questo primo scorcio stagionale?“Forse mi aspettavo qualche punto in più. Ci sono squadre che sono cresciute un po’ di più”.
Parliamo dei portieri perché se n’è tanto discusso nelle ultime settimane. Una domanda secca: c’è un problema portieri in casa Torino?“No, per me non c’è un problema portiere nel Torino. L’unico inghippo è che il ruolo del portiere oggi è diventato molto difficile ed è cambiato notevolmente. Nel calcio d’oggi penso che per un estremo difensore sia più facile sbagliare. In tanti sbagliano e anche Vanja sbaglia. Io comunque lo ritengo un buon portiere e non si discute”.
Per lei era lecito aspettarsi di meno, due anni e mezzo fa, quando il Torino ha deciso di promuovere a titolare Vanja Milinkovic-Savic?“Quando si parla di Vanja ricordo sempre che è un Nazionale e gioca ad alto livello con la Serbia. A grandi livelli è difficile fare il portiere perché devi lavorare sui 40-50 metri. Non sei solo coinvolto in fase costruttiva, ma anche in fase di rottura. E poi le situazioni che si susseguono sono molto ostacolanti per il portiere, basti pensare alla velocità dei tiri. Sei costantemente alle corde. Poi, è chiaro che esistono portieri migliori di lui, penso a Vicario o a Di Gregorio, ma con gli altri più o meno si equivale”.
A Bologna il serbo è stato in panchina per scelta tecnica: è stato corretto dal suo punto di vista? Oppure il ruolo del portiere esula dalle dinamiche che riguardano i giocatori di movimento?“Non ne farei un caso. Ci sta perché hai potuto provare un altro ragazzo. Sei in una fase della stagione nella quale se perdi una partita non finisce la stagione. Siamo in un momento storico dell’annata in cui si può anche perdere perché hai tempo per risistemare nell’immediato le cose. Vedi quanto accaduto con l’Atalanta. Se i motivi dell’esclusione sono stati soltanto quelli espressi da Juric, allora ritengo la scelta più che condivisibile e per nulla compromettente”.
Un’ultima: quando rivede una sua foto in granata cosa pensa?“Ci sono tanti flash, alcuni positivi, altri meno. È stata un’esperienza di vita che augurerei a tutti i ragazzi che amano il calcio. Ho avuto la fortuna di giocare in una realtà che vent’anni fa ancor più che oggi era importante. Anche oggi rimane il Toro, ma in passato lo era di più”.
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