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interviste
Eraldo Pecci, detto Piedone, eroe del Toro dello scudetto, è rimasto molto legato al suo Torino e come tutti sta soffrendo, dalla sua costa adriatica, di questa difficile situazione, ma...
Eraldo Pecci, detto Piedone, eroe del Toro dello scudetto, è rimasto molto legato al suo Torino e come tutti sta soffrendo, dalla sua costa adriatica, di questa difficile situazione, ma preferisce non intervenire sulla faccenda dei debiti e della mancata iscrizione.
“A me piace parlare solo di calcio giocato, dei gesti tecnici. Tutto il resto non lo seguo e non mi interessa”.
L’unica battuta che riusciamo ad estrapolargli è “Certo risulta strano che una fideiussione sia costata il dieci per cento, sicuramente è stata strapagata, qui si intuisce che qualcosa non va”.
Dunque parliamo di calcio e torniamo indietro di una settimana, quando nell’aria aleggiava qualcosa di straordinario, la promozione in serie A “Appunto a me interessa questo. Il Toro ha meritato sul campo la serie A e ci deve restare, al di fuori di tutto il resto. E’ stato magnifico lo spettacolo al Delle Alpi, la gente ha tirato fuori dalle soffitte tutto quello che aveva di granata e l’ha mostrato”.
Non pensa che il Torino debba ambire ad avere una dirigenza che possa permettere maggiori garanzie? “Non mi sento di criticare Cimminelli, non ho elementi che possano farmi parlare male di lui. Mi spiace che spesso sia stato offeso anche a livello personale, nessuno può permettersi di farlo senza conoscere magari la persona. C’è gente che spende molto e male come Moratti, in fondo a Torino fino a poco tempo fa non si muoveva foglia senza che lo decidesse l’Avvocato. Torino è una città in crisi e può essere che non sia nemmeno in grado di gestire due squadre e di certo la prima società non è il Toro. Comunque si può fare bene anche spendendo poco”.
Che ne pensa del gioco espresso dalla squadra in questo campionato di B appena concluso? “Ho visto delle belle partite, soprattutto le prime cinque. Penso che anche con Rossi il Toro si sia comportato bene. Mi ricordo i gol, i bei gesti tecnici, queste sono le cose importanti del calcio, non le tante chiacchiere che si fanno. Mi è piaciuta la buona impostazione di gioco, la giusta aggressività, il non essere mai troppo fallosi”.
Senta Pecci c’è un giocatore che s’è distinto più degli altri? “A me è piaciuto il gruppo, Pinga magari ha avuto più fantasia degli altri, Codrea è stato più geometrico e Balzaretti è colui che ha coros più di tutti. Preferisco però commentare il gruppo che il singolo”.
Parliamo del suo ex compagno Zaccarelli, autore della promozione “Tutti sanno che Zaccarelli è soprattutto una persona perbene, è una figura importante all’interno della società che ha saputo dare continuità. Ha fatto benissimo a prendersi la responsabilità di sedersi in panchina, perché in fondo questa squadra l’aveva costruita lui. Zaccarelli ha lavorato alla grande, d’altronde i risultati parlano chiaro e sono dalla sua parte”.
Come vede la prossima stagione, sperando che sia in A? “Non bisogna ovviamente pensare di fare un campionato di alto livello, la serie A è divisa tra una A1 che comprende i club più forti come Milan, Juve e Inter, poi c’è l’ultima fascia composta da una decina di squadre che lotteranno per salvarsi, tra cui il Toro. I granata dovranno solo cercare una tranquilla salvezza. A me interessa vedere dei ragazzi che sappiano trattare bene la palla, che la squadra metta grinta anche nelle partite difficili in cui può perdere. Però pensiamo solo a giocare a pallone. Tutto il resto non riguarda il calcio”.
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