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REGGIO NELL'EMILIA, ITALY - SEPTEMBER 17: Torino FC coach Ivan Juric shouts to his players during the Serie A match between US Sassuolo and Torino FC at Mapei Stadium - Citta' del Tricolore on September 17, 2021 in Reggio nell'Emilia, Italy. (Photo by Marco Luzzani/Getty Images)
“Se si gioca così il dispendio di energie non è tanto sui metri percorsi ma sul piano mentale”: questo passaggio delle dichiarazioni di Ivan Juric al termine della partita vinta e dominata a Reggio Emilia da parte del suo Torino contro il Sassuolo merita di essere approfondito nella prima settimana con tre impegni dei granata. Domani, infatti, alle 18.30 arriverà la Lazio sotto la Mole e sarà interessante capire se i granata riusciranno a esprimersi a lungo con la stessa intensità vista col Sassuolo. Ne parliamo con mister Emanuele Bottoni (Uefa A professional coach e tactical analyst), che già a inizio giugno aveva presentato ai lettori di Toro News il gioco del tecnico croato.
Buongiorno Emanuele e ben ritrovato, ricapitoliamo uno dei capisaldi del gioco di Juric, l'aggressione in avanti?
“Indubbiamente la sua aggressione alta è un marchio di fabbrica. Ama difendere in avanti sia su chi manovra sia su chi dovrebbe ricevere. In genere, una squadra di Juric costringe l’avversario a ricevere di spalle. Lo scopo è quello di recuperare il pallone vicino alla porta avversaria. Una volta perso il possesso, invece di rioccupare lo spazio, i granata, come si è già visto contro il Sassuolo, tendono a recuperarlo in avanti non permettendo all’avversario una costruzione serena. La controindicazione è che questa tipologia di fase di non possesso può presentare delle vulnerabilità in difesa, soprattutto quando si verifica la giocata della palla avanti-palla indietro-palla dentro. La retroguardia di Juric, infatti, può faticare a coprire lo spazio alle sue spalle”.
In effetti questo è capitato a Reggio Emilia in una delle poche chance da gol dei neroverdi di Dionisi.
“Proprio così. Un esempio significativo della giocata di cui parlo è proprio quello a inizio partita venerdì sera, quando il Sassuolo ha colpito la traversa con Frattesi. La palla è passata, i due avanti erano allineati, in gergo tecnico affilati, e ciò può creare dei problemi. La verticalizzazione in profondità ha favorito la corsa del centrocampista del Sassuolo che si è involato verso la porta. È chiaro che non esistono atteggiamenti di gioco che ti esonerano da qualsiasi tipo di pericolo, perché se così fosse sarebbe semplice studiare la tipologia di gioco perfetta. Ogni allenatore, dunque, sceglie delle priorità su che tipo di pallone pericoloso può subire. Si fanno delle valutazioni in tal senso”.
Ecco arriviamo, perciò, all’affermazione di Juric rispetto all’impegno mentale richiesto dal suo gioco. Come si giustificano queste parole?
“È chiaro che sia così. La sua aggressione in avanti presuppone una concentrazione massima. Bisogna sempre stare sul pezzo e non ci si può distrarre nemmeno un attimo, perché se uno solo di quelli che pressa in avanti si dimentica il suo compito rende vano lo sforzo di tutti gli altri. L’impegno mentale è pertanto importante”.
È superiore a quello fisico?
“Sì, perché se tu hai finito l’azione d’attacco ti trovi in una zona offensiva, in prossimità dell’area di rigore avversaria. Se inizi a difendere in avanti non sei costretto a corse esagerate, ma ad accelerazioni di 7-10-15 metri. Nell’economia generale c’è un risparmio di chilometraggio, anche se poi, come tutti i dati, non bisogna leggerlo con sufficienza, perché è fondamentale la qualità della corsa. Pertanto, mai banalizzare un dato: bisogna sempre contestualizzarlo e studiarlo”.
Dunque, Juric ritiene che non bisogna lasciare spazio alla squadra avversaria a partire dalla sua prima costruzione e, come testimonia l'analisi di Giacomo Zanetello di Stats Perform su Twitter, contro il Sassuolo sono stati 13 i recuperi alti granata, da cui è nato anche il gol.
“Sì, esattamente. Juric lo ritiene vantaggioso sotto tanti punti di vista, compreso quello energetico. A Crotone, a Verona e forse adesso a Torino sta raggiungendo dei risultati. È convinto in quello che propone e questo è fondamentale perché trasmette convinzione anche ai suoi ragazzi. Se un allenatore propone un qualcosa di cui non è convinto, ne uscirà un prodotto che non funziona. Il gioco di Juric è efficace, la sua carriera parla per lui. E in tutto questo riesce anche a valorizzare dei giocatori, come i giovani dell’Hellas passati nelle big della Serie A. Secondo me, potrà far vedere belle cose a Torino. Mi immagino un Torino sempre competitivo, perché le squadre di Juric non permettono agli avversari di giocare. Tolgono il fiato, lo spazio e il tempo”.
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