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Perinetti a TN: “Belotti? Lasciare in sospeso il Toro mi sembra ingiusto”
Giorgio Perinetti è uno dei veterani del nostro calcio. Classe 1951, conta una vastissima esperienza come direttore sportivo in molti angoli della penisola italiana. Ultima tappa in ordine cronologico è stata Siena. In vista dell’imminente apertura del calciomercato e siccome i temi caldi in casa Torino sono già molti, Toro News si affida in esclusiva al veterano dei direttori sportivi per fare il punto della situazione.
Buongiorno direttore, la stagione è ormai ufficialmente finita. La prima domanda è la più scontata: un bilancio dell’annata granata?
“La stagione del Torino è stata significativa perché c’è stata una crescita collettiva e individuale. Juric ha ben lavorato e ben si è comportato”.
Per migliorare cosa deve fare il Torino durante l’estate?
“La società sa benissimo come si fa perché ha tanta esperienza pregressa. C’è Vagnati che saprà come muoversi e c’è la regia di Juric. Bisogna capire come muoversi per poter crescere ulteriormente. Una via è seguire l’allenatore per aver un Toro che possa alzare l’asticella”.
Da uomo di grande esperienza che idea si è fatto della faccenda Andrea Belotti?
“Sinceramente mi sorprende. Si tratta di una situazione atipica. Belotti ha avuto tutto il tempo per decidere in quest’annata e lasciare in sospeso il Toro non mi sembra giusto. C’è bisogno di una risposta in tempi brevi”.
Come gestire la possibile vendita di Gleison Bremer?
“La possibile vendita di Bremer bisogna programmarla nei tempi giusti in modo tale da reinvestire i denari guadagnati per potenziare la squadra, a partire dal sostituto del brasiliano. Il mercato sta entrando nel vivo soltanto in questi giorni. Bremer è un giocatore importante e il Toro dovrà essere bravo nella sostituzione; dovrà inoltre usare i proventi per migliorare l’organico per nuovi traguardi”.
Il Torino può pescare anche dalla serie cadetta? Ne varrebbe la pena?
“La Serie B è stata molto equilibrata ma non ha evidenziato grandi eccellenze dal punto di vista qualitativo. In pochi si sono messi in mostra, se non alcuni prestiti di squadre di Serie A, concentrati soprattutto nella Cremonese. Più che alla B il Toro può guardare all’est Europa. Juric è croato, conosce bene quel calcio e sa consigliare. Penso che qualcuno verrà ancora da lì”.
Un ultimo quesito riguarda il passato del Toro, ovvero Josip Brekalo: è normale che si verifichino richieste del genere nel calcio d’oggi?
“Sì, perché il nostro campionato è considerato dai talenti europei un torneo di transizione. Si approda in Italia per migliorare tatticamente e per mettersi in mostra, poi l’obiettivo è andare in paesi al momento più appetibili. Purtroppo bisogna essere pronti a sostituire chi non vuole rimanere perché attratto dalle sirene estere. Non siamo più il primo campionato d’Europa e quello più appetibile”.
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