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Pià a TN: “L’assenza di Zapata più pesante di quella di Belotti. E su Bremer…”
Cresciuto nell’Atalanta, è transitato durante la sua lunga carriera per sei mesi a Torino sponda granata: stiamo parlando del brasiliano Inacio Pià, doppio ex della sfida di Bergamo tra Atalanta e Torino. L’ex attaccante, oggi 39enne, ha militato nel Torino dal gennaio al giugno 2010 raggiungendo la finale dei play-off contro il Brescia. Fu uno dei tanti acquisti della cosiddetta “Rivoluzione dei Peones”. In granata 17 gare ufficiali e 3 reti.
Buongiorno Inacio, Atalanta-Torino per lei è una partita speciale?
“Sì, una partita importante per il mio cuore. Sono affezionato a Bergamo e a Torino. Con l’Atalanta sono cresciuto e sono diventato calciatore. A Bergamo ho ancora la mia famiglia. Al Torino sono stato sei mesi ma mi sono bastati per comprendere l’ambiente granata. Ho capito cosa significa essere giocatore del Toro e indossare quella maglia. Una sfida a livello emotivo molto bella”.
Sei mesi molto animati sotto la Mole...
“I ricordi sono solo belli. Il Torino a gennaio era messo molto male. Mancava il legame tra tifoseria, società e squadra. Fui uno dei tanti innesti e fummo capaci di coinvolgere la città attraverso i risultati. Raggiungemmo anche la finale play-off contro il Brescia, ma purtroppo non fui della contesa per un infortunio al ginocchio. Sono stati mesi belli nei quali ho capito che a Torino c’è il Torino, non esiste la Juventus”.
Che gara si aspetta domani, giovedì 6 gennaio?
“L’Atalanta è un po’ più pronta. Non ha finito benissimo il 2021, ma ormai tutti conosciamo cosa sa esprimere con Gasperini. Ha bisogno di un risultato positivo in casa. Il Torino ha perso a Milano contro l’Inter e arriva da alcune chiacchiere di mercato. Sarà una sfida tra due tecnici che si assomigliano molto sotto tanti punti di vista. Sarà un match aperto e bello”.
Da ex bomber si farà sentire di più l’assenza del nerazzurro Duvan Zapata o del granata Andrea Belotti?
“Oggi come oggi dico Zapata. Sta dando continuità agli anni precedenti. Belotti, dal mio punto di vista, sta perdendo un po’ gli stimoli. In questo momento, tra loro due, pesa di più l’assenza del colombiano”.
Si può archiviare positivamente il primo girone di Ivan Juric sulla panchina del Torino?
“Sì, assolutamente. A me piace moltissimo Juric perché propone un calcio offensivo, sul modello di Gasperini. Sa mettere bene in campo la squadra. Per migliorare il rendimento del Torino il tecnico granata ha bisogno di altri interpreti adatti al suo calcio. Se la società riuscirà a mettere altri due o tre elementi a disposizione di Juric, allora la classifica migliorerà sensibilmente perché a quel punto la rosa, già importante, diventerebbe di primo piano. Comunque, il campionato attuale del Torino è più che positivo”.
Dove inserirebbe questi due o tre elementi?
“La prima variabile riguarda le uscite. Dal momento in cui saluti qualcuno, puoi pensare alle entrate. Io aumenterei ulteriormente la qualità a centrocampo perché servono giocatori in grado di fare realmente la doppia fase. Serve dinamismo, soprattutto sulle corsie esterne del centrocampo. E poi se il Torino dovesse recuperare dal punto di vista degli stimoli anche Belotti, allora sarebbe realmente una gran bella squadra”.
Anche il suo connazionale Gleison Bremer sta facendo molto bene. È uno dei migliori difensori del campionato?
“L’ho già detto in passato, lo confermo oggi: insieme a Koulibaly e pochissimi altri, Bremer è nelle prime posizioni della Serie A. Ha tutte le qualità per diventare un difensore da top team. Non sarà facile trattenerlo al Torino, soprattutto se dovesse continuare con questo rendimento”.
Cosa apprezza di Bremer?
“È un difensore completo. È veloce, fisicamente è potente e legge bene le giocate. Si tratta di un difensore moderno che sa giocare con il pallone fra i piedi. È bravo di testa ma sa affrontare anche gli uno contro uno. Ha tutte le qualità per fare un ulteriore salto”.
Infine, una curiosità: cosa fa Inacio Pià nel 2022?
“Da sette anni sono agente sportivo. Lavoro con la Fedele Management che ha curato i miei interessi in Italia. Mi occupo di Sudamerica e Italia. Sta andando molto bene e mi diverto. Mi è sempre piaciuto girare il mondo per scoprire talenti e per forgiare ragazzi. Sto provando a dargli un’opportunità, come hanno fatto altri a suo tempo con me”.
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