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ROME, ITALY - SEPTEMBER 19: Danilo Cataldi of SS Lazio celebrates with Luis Alberto after scoring their side's second goal during the Serie A match between SS Lazio and Cagliari Calcio at Stadio Olimpico on September 19, 2021 in Rome, Italy. (Photo by Paolo Bruno/Getty Images)
Collaboratore de Il Tempo (quotidiano di Roma) e speaker radiofonico di Radio Sportiva, Simone Pieretti segue da vicino le vicissitudini della Lazio di Maurizio Sarri. È lui oggi a concedersi a Toro News per presentarci lo stato di forma della squadra biancoceleste in vista della sfida di domani sera alle 18.30 tra i granata e i biancocelesti.
Buongiorno Simone, come arriva la Lazio sotto la Mole?
“La Lazio è al di sotto delle aspettative. Deve migliorare nel gioco e nei risultati. È reduce da una sconfitta e da un pareggio in campionato. Un punto in due partite non è un buon viatico per la qualificazione in Champions League. Di gioco se n’è visto poco, a parte le prime due giornate, dove comunque la squadra è sempre andata sotto. Penso che la Lazio si presenta a Torino con molti dubbi. Il momento è delicato, perché subito dopo ci sarà il Derby. I giorni che precedono la stracittadina sono importanti e anche critici. Se ti presenti con un risultato positivo è un conto, mentre se ti presenti con un solo punto in tre partite sarebbe crisi, conclamata. La Lazio dovrà trovare una reazione importante. Mancano ancora le giuste distanze e i giusti equilibri a metà campo”.
Che partita si aspetta?
“Una battaglia. Il Torino è una squadra corta, tosta, va sugli uno contro uno, non perde i contrasti. Juric ha dato una fisionomia alla squadra. Ha cambiato la testa dei giocatori. Secondo me, per la Lazio sarebbe importante portare a casa la pelle. Mi attendo un pareggio giovedì e non andrebbe male a nessuna delle due”.
Sarri potrà fare bene alla Lazio?
“Sarri è un tecnico di valore. Ma la squadra era abituata a un calcio differente. Con Inzaghi la Lazio aspettava prima di ripartire, mentre Sarri chiede un recupero palla molto più alto. La sua Lazio deve correre in modo differente, lo ha detto anche lui in conferenza stampa: fin qui ha corso anche troppo. Correndo in avanti, potrebbe macinare meno chilometri ma dovrà imparare a rimanere più corta rispetto a quanto visto”.
Chi ha il compito più duro: Juric al Torino o Sarri alla Lazio?
“Secondo me, è più duro il compito di Sarri perché ha un obiettivo finale più ambizioso, anche se Juric eredita una squadra che ha faticato parecchio negli ultimi due campionati. Il croato sta sistemando la squadra e sta trovando un punto di equilibrio. Inoltre, sta sfruttando i giocatori nel migliore dei modi e sta sopperendo al meglio all’assenza dell’attaccante principe della rosa, ovvero Belotti. Se aggiungi Belotti al Torino, penso che la stagione granata possa essere del tutto tranquilla. Questo non ti crea troppa pressione, soprattutto se resti sempre lontano dai bassifondi. La Lazio, invece, per raggiungere la Champions League dovrà vedersela con una concorrenza agguerrita. L’Inter di Inzaghi sembra regalare poco in giro, il Napoli sta lassù, la Juventus me l’aspetto in ripresa, il Milan in qualche modo va. Poi, alla fine la volata per il quarto posto coinvolge anche Roma e Atalanta, oltre alla Lazio. In più ci potrebbe essere la sorpresa, come la Fiorentina, che sta giocando molto bene. A Roma, inoltre, ci sono aspettative superiori rispetto a Torino, sebbene anche il popolo granata vuole riscattarsi dopo un paio di stagioni negative. Credo che i granata meritino di più a livello societario. Cairo dovrebbe fare di più sotto tanti punti di vista, invece è stato più sott’acqua e in sofferenza che altro”.
Torino-Lazio rappresenta per l’appunto anche un nuovo episodio della "battaglia tra presidenti" tra Urbano Cairo e Claudio Lotito. Che idea si è fatto dei loro rapporti?
“Sono due persone che non si amano. Lotito è un personaggio particolare, ma Cairo ha usato i suoi mezzi mediatici, televisioni e giornali, in maniera impropria. Ha utilizzato a livello personale i quotidiani di cui è proprietario. Ha ballato sui limiti della diffamazione non soltanto nei confronti di Lotito ma dell’intero ambiente Lazio sulla questione tamponi. Non è stata una situazione idilliaca. Sul caso tamponi, a mio parere, il Torino ha forzato la mano perché i granata in quel momento erano in grave difficoltà di classifica e con un eventuale 3 a 0 si sarebbero risollevati. Purtroppo, il livello dei presidenti della Serie A è sceso rispetto al passato. Non c’è più lo stile di un Agnelli, un Moratti, un Berlusconi. Ci sono meno capacità dirigenziali nel mondo del calcio. Il discorso, quindi, non vale solo per Lotito e Cairo”.
Nota della redazione: i media di proprietà del presidente Cairo hanno sempre respinto seccamente le accuse relative alla questione sopracitata.
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