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Maurizio Pistocchi, giornalista Mediaset
Maurizio Pistocchi, giornalista e conduttore televisivo, è un attento osservatore del calcio di casa nostra. I suoi pareri su Twitter o in televisione accendono molto spesso un dibattito. In esclusiva su Toro News Pistocchi analizza l’attualità granata, a partire dalla vittoria del Torino di Ivan Juric contro il Milan.
Buongiorno Maurizio. A bocce fredde come analizza la vittoria del Torino di domenica sera?
“È stata una partita molto particolare. Il Milan ha avuto due grandi chance da gol a inizio partita con Leao. Il Torino ha avuto problemi difensivi soprattutto nella parte destra, poi i granata si sono registrati. Juric ha molti giocatori di qualità, penso a Lukic, Ricci, Vlasic, Miranchuk. In difesa ha fatto scelte positive in chiave futura. C’è molto lavoro, ma penso che sia normale perché ogni anno si fanno scelte volte alla valorizzazione dei giocatori”.
Si sta ben comportando anche Pietro Pellegri. Può essere un punto di riferimento per il futuro granata?
“Lo conosco dai tempi del Genoa. Ha grandi qualità, però è stato molto sfortunato. I problemi fisici l’hanno ostacolato. Lavorando bene sotto le direttive di Juric, può crescere tantissimo. All’interno del sistema di gioco di Juric con una punta sola il profilo di Pellegri è ideale perché servono attaccanti di statura e di fisico. Pellegri va benissimo per il calcio di Juric”.
A proposito di Juric, giustificata l’arrabbiatura del tecnico per il gol del Milan che gli è costata una giornata di squalifica?
“Senz’altro. Il gol era irregolare perché è stato viziato da una spinta a due mani che non poteva essere consentita dall’arbitro e dal Var Aureliano. È stata una giornata ricca di errori arbitrali: l’ammonizione inesistente di Milinkovic-Savic contro la Salernitana e i falli da dietro che non vengono mai sanzionati (Miretti della Juventus e Di Francesco del Lecce). Nonostante il Var, c’è un problema arbitrale”.
A distanza di tre mesi abbondanti dall’avvio di stagione si stanno sentendo le assenze di Bremer e Belotti?
“Non più di tanto. Djidji, ad esempio, mi è piaciuto molto contro il Milan. Ha avuto avversari tosti da marcare. Ha fatto bene e ha grandi margini di miglioramento. Lo stesso Torino può crescere tanto. Già oggi è nella parte sinistra della classifica, dista cinque punti da Juventus e Udinese. Se cresce come ha fatto nelle ultime giornate, si può togliere delle soddisfazioni. Ha perso malamente il derby, questo va detto. Penso che sia stato perso per colpa di Juric perché ha giocato senza una prima punta, aveva pochi punti di riferimento ed era una squadra passiva. Tuttavia, Ivan è un buon allenatore che con gli interpreti giusti fa bene. Mi sembra che il gruppo stia migliorando in modo significativo”.
Dall’esterno come giudicò a fine luglio la litigata tra lo stesso Juric e il direttore sportivo Davide Vagnati?
“Il problema di quella litigata fu uno solo: divenne pubblica e di fronte a un fatto così grave stonò la mancata reazione della società. Non era ammissibile non fare niente. L’immagine del Torino ci va di mezzo. Magari ci sono state delle multe, ma una sceneggiata così fa male a un club importante come il Toro che ha un mito da difendere”.
La presidenza di Urbano Cairo accende sempre discussioni all'interno del popolo granata. Come giudica l’imprenditore alessandrino per questi 17 anni di gestione del Torino?
“Il Torino di Cairo non è mai arrivato nelle prime sei in classifica, cosa che è riuscita a squadre come Atalanta e Lazio che hanno oggettivamente una storia inferiore a quella granata. Il problema di Cairo è stato non avere un progetto chiaro fin dagli albori della propria avventura nel calcio. Non aveva idea del tipo di calcio che voleva far esprimere alla sua squadra. Bisogna avere una linea, l’Atalanta con Gasperini lo dimostra. Urbano ha tenuto la barra dritta dal punto di vista dei conti e questo è un suo grandissimo merito in un’epoca di conti dissestati, basti pensare ai cugini della Juventus. La gestione economico-finanziaria è impeccabile, ma dal punto di vista tecnico il rimprovero che muovo a Cairo è che è mancata una chiarezza sul progetto. Per il resto i risultati vanno e vengono”.
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