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Il dottor Raffaele Poli è già intervenuto in passato su Toro News. Circa dodici mesi or sono si era espresso sul valore di Andrea Belotti. Merita però di essere ripresentato ai nostri lettori. Poli è uno dei fondatori del CIES (Centro Internazionale per gli Studi sullo Sport), con sede a Neuchâtel (Svizzera); si tratta di un gruppo di ricerca indipendente specializzato nell’analisi statistica del calcio che settimanalmente rilascia studi sul calcio e sui calciatori offrendo, tramite una certosina raccolta dati e l’utilizzo di metodi matematici, spunti di ampio respiro relativi al calcio europeo e mondiale. Uno degli ultimi lavori ha riguardato l’attribuzione di un valore di mercato ai calciatori tramite un algoritmo. Tema centrale di quest’intervista esclusiva è l’attuale valore di Gleison Bremer, oggetto di mercato di mezza Europa.
Dottor Poli, quanto può ricavare il Torino dalla vendita del difensore centrale brasiliano?
“I dati ricavati a fine stagione ci dicono che vale 19 milioni di euro. Si tratta di un profilo ancora giovane, soprattutto tenendo presente il ruolo. Inoltre, è molto affidabile avendo disputato una stagione da 33 apparizioni in Serie A”.
Secondo quanto si legge e si sente in queste settimane il prezzo del cartellino di Bremer appare superiore rispetto alla vostra stima. Come mai?
“Sì, l’osservazione è giusta. I 19 milioni prendono in considerazione il fattore spesa delle ultime quattro sessioni di calciomercato, contraddistinte dalla pandemia. Si può dire che quest’estate si prevede un aumento e se si torna ai livelli del 2019 bisogna aggiungere un 25-30% al dato precedentemente fornito. Penso che il prezzo di Bremer oscilli tra i 20 e i 25 milioni in base all’inflazione che si verrà a constatare. Sui nostri modelli l’incognita della pandemia è ovviamente presente perché noi ci basiamo sui movimenti delle ultime quattro sessioni. Fino alla pandemia i prezzi si sono alzati, poi c’è stato un abbassamento e adesso verosimilmente, anche da quanto sto rilevando, stanno tornando a crescere”.
Quanto può incidere sulla cifra l’acquirente?
“Tantissimo. Mettiamo il caso che Bremer vada in Inghilterra, il guadagno del Torino sarà sicuramente più alto; i prezzi oltremanica sono più alti perché i club sono più ricchi. Dunque, non è sbagliato dire che con un possibile acquirente inglese la cifra possa lievitare fino a 30 milioni”.
Il rinnovo dello scorso febbraio di Bremer quanto sposta gli equilibri nella sua valutazione?
“Aiuta indubbiamente il Torino. Molto spesso quando avvengono questi rinnovi viene posta tacitamente una clausola non troppo alta al fine di facilitare la successiva vendita del giocatore. Comunque, il rinnovo aiuta anche il calciatore perché non sempre i paramenti zero hanno vita facile”.
Si spieghi meglio.
“Possono strappare un contratto più ricco e possono avere commissioni più alte i loro agenti, ma non sempre sono operazioni che hanno successo perché un club preferisce puntare su un giocatore su cui ha fatto un investimento piuttosto che su un parametro zero; i giocatori effettivamente acquistati vengono in qualche modo protetti e tutelati. Non sempre quindi è un regalo spostarsi a paramento zero, a meno che il giocatore non sia nettamente al di sopra dei compagni”.
A tal proposito passiamo a Belotti, come valuta la sua situazione?
“Credo che Belotti abbia già vissuto le stagioni migliori. La sua carriera non è in ascesa, l’apice è già stato raggiunto. Aveva rinnovato con il Torino con una clausola molto alta, ma poi non si è più confermato su quei livelli. Tra i 25 anni di Bremer e i 28 di Belotti c’è una bella differenza. Credo che farà fatica a trovare un club di primissimo livello”.
Con il senno del poi si può dire che la scelta del Torino e di Belotti della clausola a 100 milioni fu sbagliata?
“No, perché bisogna sempre rimettersi nel contesto dell’epoca. Un Torino ambizioso avrebbe perso il proprio bomber e la decisione non sarebbe stata accettata tanto facilmente. Va dato atto alla presidenza di aver fatto una scelta sportiva di primo piano, anteponendola al fattore economico. Purtroppo le prestazioni individuali e di squadra non si sono confermate su buon livello. Ora è facile dire che si doveva fare in modo diverso. Sia la dirigenza sia il giocatore credevano nel progetto e alzarono l’asticella”.
Un obiettivo di mercato del Torino è Joao Pedro: quanto può valere il trentenne del Cagliari?
“Il suo contratto scade tra un anno e ha trent’anni: questi dati non favoriscono il Cagliari. La nostra stima è di 6-7 milioni. Mi sorprenderebbe se andasse via a 10 o più milioni di euro. Con l’inflazione si può arrivare a 8, di più probabilmente sarebbe un investimento a perdita perché il giocatore è del 1992 e quindi sarebbe difficile rivenderlo a una cifra superiore. Il suo valore comunque non si discute ed è sicuro in ambito italiano. Garantisce tante presenze annue e anche gol. Non manca mai, fa più di 3mila minuti a stagione. Joao Pedro è affidabile ed esperto: per questo serve qualche milione per prenderlo”.
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